RINNOVABILI, CERTIFICATI VERDI, INCENTIVI

normative comunitarie, leggi, regolamenti, e varie....

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  1. metodico
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    sul nucleare o già detto la mia opinione : mancanza di materia prima, meglio aspettare le centrali di IV generazione che potranno anche riutilizzare le scorie radioaative prodotte. Poi il ministro dovrebbe preoccuparsi di "far risparmiare energia" lo Stato !! Visto che il maggiore spreco di energia è imputabile proprio agli enti pubblici che non conoscono la parola "coibentazione" !!
     
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  2. francesco1966
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    Al Ministero dello sviluppo economico si discute la bozza dei decreti che attueranno quanto previsto dalla legge finanziaria 2008, ma per la filiera corta bisogna aspettare un successivo decreto del Mipaaf .

    L’argomento è sotto i riflettori dalla fine dello scorso anno, quando furono emanate la Finanziaria 2008 e il così detto «collegato alla Finanziaria 2008». Tra i numerosissimi commi della Finanziaria sono state previste importanti innovazioni sulla normativa dei certificati verdi e, nel collegato, l’istituzione di uno speciale certificato verde «agricolo»
    Le speranze e le attese che queste disposizioni avevano suscitato, sia tra gli agricoltori sia tra gli operatori specializzati del settore, sono state ben presto raffreddate per i notevoli ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi.
    Infatti, i principi di legge sanciti dal-la Finanziaria 2008 (legge 24-12-2007 n. 244, art. 2, commi da 143 a 149) e dal «collegato» (legge 29-11-2007 n. 222, conversione del decreto legge 1-10-2007 n.159, vedi art. 26, comma 4-bis) possono essere resi operativi soltanto se le condizioni per la loro applicabilità sono definite in appositi decreti ministeriali, emanati di concerto tra i rispettivi ministeri competenti. Sono trascorsi 8 mesi, ben oltre i 60 giorni previsti, senza vederne traccia nella Gazzetta Ufficiale.
    Imprenditori coraggiosi che avevano costruito progetti e piani economici sulla base degli incentivi allettanti, previsti per l’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da biomasse e biogas, ottenuti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, inclusi i sottoprodotti, sono stati costretti a sospendere gli investimenti inattesa di un chiarimento normativo.
    Molto peggio se la stanno passando quegli agricoltori che gli impianti invece li hanno realizzati (soprattutto nel settore del biogas), nella convinzione di poter percepire 0,30 euro per kWh elettrico prodotto, come tariffa omnicomprensiva(incentivo + il valore dell’energia elettrica prodotta) per installazioni di potenza non superiore a 1 MW, oppure di poter beneficiare di un coefficiente moltiplicatore di1,8 per i certificati verdi. Per il momento si sono dovuti accontentare di un acconto dal Gse (Gestore servizi elettrici) e, in qualche caso, sono stati costretti a rinegoziare i mutui contratti con le banche.
    Nei convegni di settore e nella stampa specializzata si è dibattuto a lungo circa le possibili modalità applicative delle intese di filiera, contratti quadro o filiera corta (non oltre i 70 km), condizioni necessarie per beneficiare dello speciale regime dei certificati verdi «agricoli», senza però pervenire a risultati concreti.
    Ma qualcosa si muove all’orizzonte sembra siano imminenti alcune novità. Infatti, in un recente incontro tra le categorie agricole, alcune associazioni del settore delle rinnovabili e del settore elettrico, il Gse e altri, convocato dal Ministero per lo sviluppo economico, è stata presentata una bozza di decreto attuativo in materia di incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
    Si tratta di un testo, a quanto pare, in fase piuttosto avanzata e che fa presupporre una sua imminente pubblicazione,anche se oggetto di possibili aggiustamenti, forse sulla base delle osservazioni nel frattempo pervenute.
    Certificati verdi «agricoli». Il documento affronta numerosi aspetti e criteri applicativi della nuova disciplina dei certificati verdi che si rivolge alle varie fonti rinnovabili nel loro complesso, ma che contiene anche una parte, tanto attesa, specificatamente rivolta agli impianti alimentati a biomasse.
    Questa bozza di decreto divide in due diverse fasi la messa in atto delle nuove regole dei certificati verdi per l’energia elettrica prodotta da biomasse. In una prima fase si applicheranno i coefficienti previsti dalla Finanziaria 2008 alla riga6 della tabella 2 e alla riga 6 della tabella
    3. In pratica l’energia netta prodotta da impianti di potenza nominale media annua superiore a 1 MW, ai fini del calcolo del numero di certificati verdi, è moltiplicata per il coefficiente 1,10, oppure in alternativa, per gli impianti non superiori a 1 MW e su richiesta del produttore, è riconosciuta una tariffa omnicomprensiva (incentivo + energia prodotta) paria 0,22 euro per ogni kWh immesso nella rete elettrica.
    In una seconda fase, e a seguito dell’emanazione di uno specifico decreto attuativo d’iniziativa del Ministero delle politiche agricole alimentari forestali di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, potranno essere applicati il coefficiente moltiplicativo 1,8 oppure la tariffa fissa omnicomprensiva di 0,30 euro kWh.
    Per gli agricoltori in grado di comprovare la rispondenza delle biomasse utilizzate nel periodo tra l’entrata in esercizio commerciale dell’impianto e la data di entrata in vigore del decreto del Mipaaf saranno riconosciuti dal GSE gli eventuali conguagli, vale a dire la differenza tra le due diverse tariffe della prima e della seconda fase.
    L’insieme delle regole vigenti previste per riconoscere gli incentivi ai produttori di energia elettrica pulita sono già di per sé complicate. In molti si sono chiesti perché non si è colta l’occasione per un unico decreto attuativo dove precisare sia i criteri generali per tutte le fonti rinnovabili sia gli aspetti che riguardano specificatamente le biomasse da filiera agricola, evitando così una incomprensibile gimcana tra i vari decreti. Al di là delle ipotesi e delle motivazioni non ufficiali, resta lo sconcerto tra gli agricoltori e gli operatori interessati e l’attesa per una applicazione completa dileggi già approvate dal Parlamento alla fine dello scorso anno.
    Data di applicazione delle nuove tariffe. La bozza del decreto di cui si è a conoscenza chiarisce alcuni punti sui quali fino a ora c’erano molti dubbi tra gli operatori del settore, tra i quali segnaliamo:
    1)questi coefficienti e queste tariffe saranno applicabili dalla data di entrata in esercizio commerciale dell'impianto, cioè la data comunicata dal produttore al Gse e all'ufficio tecnico di finanza.

    2)viene precisato in modo inequivocabile, rispetto alla formulazione del «collegato alla Finanziaria» obbiettivamente poco chiara, che per gli impianti alimentati da biomasse di filiera i certificati verdi e la tariffa omnicomprensiva sono cumulabili con altri incentivi pubblici di natura nazionale, regionale, locale o comunitaria in conto capitale o in conto interessi, non eccedenti il 40% del costo dell’investimento. Ciò comporta maggiore evidenza nell’applicazione delle misure del Programma di sviluppo rurale a sostegno del settore agroenergetico che in molte regioni sono state previste;
    3)è consentito, prima della fine del periodo di incentivazione, il solo passaggio dal sistema della tariffa omnicomprensiva al sistema dei certificati verdi. In questo caso la durata dei meccanismi incentivanti complessivamente non può cambiare. È prevista una deroga solo per coloro che avrebbero i requisiti per il riconoscimento della tariffa fissa ma hanno fatto richiesta, nelle more del decreto attuativo, dei certificati verdi. Questi ultimi hanno tempo tre mesi per optare alla tariffa fissa.
    E gli impianti realizzati prima del 31dicembre 2007? Sulla base di quanto riportato nella bozza di decreto di cui abbiamo fin qui parlato, potremmo definire per gli impianti a biomasse, diverse situazioni.
    Impianti realizzati dopo il 31/12/2007, in questo caso non ci sono dubbi poiché anche la loro entrata in esercizio commerciale sarà certamente successiva, quindi è confermato il diritto ai meccanismi incentivanti per 15 anni, con i nuovi coefficienti di moltiplicazione o con le nuove tariffe incentivanti.
    Impianti realizzati in data antecedente al 31 dicembre 2007 ma entrati in esercizio commerciale nel 2008. Permane il diritto ai 15 anni di durata, ai nuovi coefficienti di moltiplicazione o nuove tariffe omnicomprensive.
    Impianti entrati in esercizio commerciale in data antecedente al 31 dicembre 2007. Non sono applicabili le nuove regole previste dalla Finanziaria 2008 e dal collegato alla Finanziaria perché non retroattive. Per questi impianti valgono le norme precedenti, quindi certificati verdi senza coefficienti di moltiplicazione e una durata di 12 anni, più un periodo aggiuntivo di 4 anni nel corso dei quali l’energia prodotta verrà conteggiata al 60%.
    Naturalmente la questione aperta più importante è il decreto attuativo del Mipaaf, che deve dare l’avvio ai certificati verdi «agricoli» e ai relativi meccanismi incentivanti. Restano da definire, nel caso della filiera corta, i criteri per il calcolo della distanza di 70 km tra il luogo di produzione delle biomasse e l’impianto che le utilizza. La legge parla di «raggio» ma si tratterà di trovare un modo pratico, per tener conto sia dei diversi appezzamenti nell’ambito della stessa azienda agricola o forestale, sia delle distanze stradali. Sarà inoltre necessario precisare come applicare al settore agroenergetico le norme che definiscono le intese di filiera e i contratti quadro, che insieme alle filiere corte sono le condizioni obbligatorie per avere diritto in futuro al «plus» dei certificati verdi agricoli. Mancano inoltre le modalità per garantire, da parte dei produttori di biomasse, provenienza, tracciabilità e rintracciabilità della filiera, anch’esse oggetto di un prossimo decreto. Nelle more dell’emanazione di questi provvedimenti, sembra che per la prima fase e quindi per la prima applicazione degli incentivi (articolo 21 comma 4 della bozza di decreto), tutte le biomasse siano considerate «buone», indipendentemente dalla distanza del luogo di produzione e dalla loro tracciabilità.

    Tratto da: l'informatore agrario (http://www.informatoreagrario.it/)
     
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  3. francesco1966
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    distribuzione dei fondi per le "rinnovabili" anno 2007... da notare il cip6 come è stato foraggiato.......


     
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  4. maxweber777
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    ho trovato molto interessante questo articolo, ha un sacco di rimandi utili dove andare a reperire info importanti, della tabella qui sopra non ci ho capito molto.
    Grazie francesco1966.
     
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  5. francesco1966
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    Grazie a te max per i complimenti.
    Per le biomasse spero che ti sia più chiaro il tutto, per la tabella quà sopra, non ti preuccupare, non è niente di utile per fare un impianto, è solo la ripartizione dei certificati verdi (cioè chi si è portato a casa i soldini....) e come vedi alla fine sono gli inceneritori di rifiuti (fonti assimilate..) che si beccano la torta più grossa, i veri impianti da fonti rinnovabili invece prendono ben poco.
    Pensa se solo togliessero il CIP6 (cioè una volgarità tutta italiana di dare soldi a chi brucia i rifiuti, dopo che si portano a casa anche le tariffe per lo smaltimento!) e quei soldi li dessero a chi fà veramente energia con fonti rinnovabili.... altro che pochi cent al kwatt.... ma purtroppo siamo in Italia.
    Speriamo sia un brutto sogno.... :cry:
    ciao
     
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  6. francesco1966
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    Aspetti economici ed energetici della cogenerazione e distribuzione del calore tramite teleriscaldamento

    Filippo Insinga

    http://www3.unicatt.it/unicattolica/dipart...WPinsinga39.pdf
     
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  7. francesco1966
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    Regione Lombardia: dimensionamento degli impianti a biomassa più coerente con la risorsa
    L’impianto a biomassa deve essere dimensionato in relazione alla reale disponibilità di risorse in loco. Per la cogenerazione necessario un rendimento di almeno il 40%. Recepito il modello Fiper.

    La Regione Lombardia nell'ultimo Bando per l'incentivazione degli impianti a biomassa (pubblicato sul BURL serie ordinaria n.28 del 7/7/08 al punto 4 – pg. 5 – vedi allegato) definisce nella tipologia di intervento:
    "L'impianto deve essere coerentemente dimensionato in relazione alla reale disponibilità di biomassa in loco, da documentarsi in forma opportuna. Nel caso di impianto di cogenerazione è richiesta la contestuale valorizzazione in termini utili di energia termica prodotta, con il raggiungimento di un rendimento globale di almeno il 40%, calcolato su base annua."

    Righini, Presidente della Fiper, commenta: "Finalmente le nostre osservazioni e proposte iniziano ad essere accolte. Ci auguriamo che il Governo e altre Regioni seguano la stessa linea di intervento".
     
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  8. francesco1966
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    Per chi volesse costruire impianti a fonti rinnovabili nel veneto indico la nuova delibera della giunta regionale.

    http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/....aspx?id=208601

    ci sono molte novità....
     
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  9. francesco1966
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    Data: 19/09/2008 17:04

    L'attuale collegio verso l'azzeramento
    Energia, addio all'Authority. Arriva 'superagenzia'

    Il nuovo organismo avrà competenze allargate anche al settore dell'acqua e i vertici saranno scelti direttamente dal governo. La novità, a quanto apprende l'Adnkronos, è contenuta all'interno di un pacchetto di emendamenti alla manovra messi a punto dal ministero dello Sviluppo economico. Allo studio anche la creazione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare

    Roma, 19 set. (Adnkronos/Ign) - Addio all'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Al suo posto arriva una 'superagenzia' del governo con competenze allargate anche al settore dell'acqua e con i vertici completamente rinnovati. La novità, a quanto apprende l'Adnkronos, è contenuta all'interno di un pacchetto di emendamenti messi a punto dal ministero dello Sviluppo economico al ddl manovra 1441 ter che potrebbe essere depositato oggi stesso alla Camera. La norma, se verrà approvata, porterà quindi all'azzeramento dell'attuale collegio, con la nomina entro trenta giorni di un nuovo presidente e nuovi membri. In pratica, il governo nominerà direttamente i membri dell'Autorità per l'energia, riservando al Parlamento solo un parere formale. Infatti, secondo quanto previsto, gli attuali membri decadranno e i nuovi saranno nominati direttamente dal governo, senza più il parere vincolante delle commissioni parlamentari competenti, previsto dalla legge istitutiva a garanzia dell'indipendenza dell'Autorità. Con le modifiche allo studio del Mse verrebbero infatti abrogate le parti della legge istitutiva dell'Autorità per l'energia (n.481/95) che prevedono, proprio a garanzia dell'indipendenza dell'istituzione, la necessaria approvazione delle nomine con maggioranza dei due terzi da parte delle commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. Nel pacchetto di emendamenti, sempre in materia di energia, è prevista anche l'assegnazione all'Autorità di alcune funzioni di regolazione e controllo sull'acqua oggi attribuite al ministero dell'Ambiente (Comitato di vigilanza sulle risorse idriche) e al dicastero dell'Economia attraverso il Nars e il Cipe, ferme restando le competenze di regioni ed enti locali. E' allo studio, inoltre, la creazione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Oltre a collaborare con le istituzioni interessate, l'Agenzia avrà anche funzione di controllore. Infatti, nel caso le aziende non fossero in regola con le norme sulla sicurezza o in caso di violazioni, il nuovo organismo potrà anche applicare multe salatissime: tra i 25mila e i 150 milioni di euro. A quanto apprende l'Adnkronos l'Agenzia verrà istituita presso il ministero dell'Ambiente.
     
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  10. francesco1966
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    CERTIFICATI VERDI, MIGLIORANO LE PRESTAZIONI
    (ANSA) - ROMA - La valorizzazione dei Certificati verdi raggiungera' 123 euro/MWh, quale media del prezzo di vendita dei certificati negli ultimi tre anni, valore superiore del 70% rispetto alle ultime chiusure. La previsione e' dell'Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili (Aper) e si basa sugli effetti attesi dall'approvazione del decreto attuativo delle nuove norme sui Certificati Verdi. L'Aper pur rilevando che, dopo la stabilizzazione del prezzo a partire dal mese di luglio al valore di 74 euro/MWh, il peggio appare passato, sottolinea il carattere solo correttivo del provvedimento che argina una situazione di emergenza senza rimuovere alla radice il problema di fondo del meccanismo dei certificati verdi.

    Secondo l'Associazione, infatti, a causa della presenza di numerose esenzioni la quota d'obbligo di acquisto dei Certificati Verdi ricade di fatto solo sul 60% della produzione elettrica nazionale incidendo sulla domanda di lungo periodo che non riesce a tenere il passo con le capacita' di crescita del settore dal lato dell'offerta. Proprio sul tema della stabilita' degli investimenti nelle fonti rinnovabili, l'Aper ha trasmesso al ministero dello Sviluppo Economico alcune proposte finalizzate ad incrementare la domanda di Certificati verdi. (ANSA).
     
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  11. metodico
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    ciao a tutti

    Hai letto francesco l'articolo che ho pubblicato sul mio forum: si parla di un obiettivo di 130 euro/ MWh per i Certificati Verdi. Speriamo che sia così, anche per incrementare la disponibilità e la sensibilizzazione di operatori a realizzare impianti di energia da fonte rinnovanili. Tanti piccoli impianti abbinati alle attività produttive possono diventare una percentuale significativa di produzione elettrica.

    Per quanto riguarda la "termovalorizzazione" dei rifiuti io sono favorevole all'applicazione dei certificati anche a questa tecnologia. L'importante come ho già avuto modo di dire, è verificare la sostenibilità finanziaria e ambientale dei progetti riguardanti i termovalorizzatori e gli stessi impianti di fonti rinnovabili. Perchè osservo un proliferare di società, spesso straniere, che vogliono costruire impianti, in particolare eolici, in zone dove le condizioni climatiche, non sono favorevoli, convincendo i committenti (ad esempio comuni, provincie e regioni) a "comprare" e quindi investire soldi da loro.
    Come gli incentivi ai termovalorizzatori non devono compromettere una corretta raccolta differenziata. Perchè i costi di realizzazione termovalorizztori sono elevati, e per un ritorno economico è indispensabile calcolare in modo corretto il quantitativo giornaliero disponibile per essere bruciato. Al Nord dove ci sono molti termovalorizzatori si è già assistito a un calo della percentuale di raccolta differenziata là dove i termovalorizzatori sono stati costruiti senza tenere ben conto di quanta "immondizia" era disponibile a essere "bruciata". Ovviamente è scontata la necessità che gli impianti siano costruiti a norma europea, riguardo anche i limiti massimi di emissioni di sostanze tossiche e di diossina.
     
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  12. francesco1966
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    Ciao metodico.

    Lessi, lessi...... però siamo in Italia e siamo in recessione... meglio non fidarsi dei soldi promessi dallo stato... guarda cosa stà accadendo con le nuove delibere sul fotovoltaico (scambio sul posto) e i problemi degli impianti di biogas creati su preventivi che usavano i 30 cent di tariffa onnicomprensiva.
    Non per essere un menagramo o jettatore ma sperare che ti regalino i soldi per produrre energia elettrica mi sembra molto un utopia (sopratutto in Italia!)...
    Una bella regolata a tutti, e gli impianti, qualunque essi siano, devono camminare con le loro gambe, senza pretendere che ti diano soldi pubblici.
    Sennò a che serve denigrare lo stato assistenzialista se poi si pretende che intervenga anche sulle attività imprenditoriali? mah!
    Probabilmente sono una voce fuori dal coro, ma lavorando in agricoltura, so cosa vuol dire assistenzialismo! e ti assicuro che porta solo guai!.
    ciao daniele.

    francesco
     
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  13. metodico
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    hai ragione francesco, ma gli "incentivi" sono stati creati per sensibilizzare il mondo produttivo e i committenti impianti (regioni, province, comuni, imprese, cittadini privati) a utilizzare le fonti rinnovabili.
    Arrivare alla distribuzione del fotovoltaico, eolico, biomasse, geotermico in modo "capillare"in modo da far scendere il prezzo di vendita, diventare cioè un prodotto di massa, come i cellulari, televisioni, ecc. Più si vendono impianti più diminuisce il prezzo d'acquisto e le aziende possono ricavare risorse per la ricerca e innovazione. Deve diventare un circuito ..virtuoso !!
     
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  14. 3350
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    Che poi vorrei ben vedere, agli alti livelli, se le fonti convenzionali non ottennero aiuti di stato.
    io credo che l'incentivazione sulle rinnovaibili sia indispensabile per creare non solo energia verde ma un indotto importante con ricadute occupazionali. Tuttavia allo stesso tempo la tecnica deve camminare veloce per rendere questi impianti in grado di essere redditizi anche vendendo l'e.e. a valori di mercato.
    Aggiungerei inoltre che il costo di un impianto FER è anche in proporzione all'incentivo, i produttori di impianti ne approfittino pure ma, temo, che se insistono su questa linea saranno loro i principali autori di bolle speculative creando "un fuoco di paglia" alle FER che stanno a noi care.
     
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  15. francesco1966
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    CITAZIONE (3350 @ 27/10/2008, 12:50)
    ....
    Aggiungerei inoltre che il costo di un impianto FER è anche in proporzione all'incentivo, i produttori di impianti ne approfittino pure ma, temo, che se insistono su questa linea saranno loro i principali autori di bolle speculative creando "un fuoco di paglia" alle FER che stanno a noi care.

    Parole sante caro mio.... parole sante!....

    francesco
     
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56 replies since 8/3/2008, 11:09   4479 views
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