La DIRETTIVA NITRATI

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  1. ottocarbone
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    A qualcuno risulta sia stata fatta una proroga ? o è la solita leggenda metropolitana (agricola direi ) che ho sentito dal mio vicino, sapete queste voci si spargono velocemente in questi periodi di tensione anche se non c'è sotto niente di vero
     
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  2. claudiocosta
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    CITAZIONE (ottocarbone @ 1/7/2008, 23:11)
    Proprio cosi caro claudiocosta sembra la quiete prima della tempesta, nessuno parla, ogniuno pensa e spera di risolvere da se il problema e ogniuno si ritroverà nella m.... è proprio il caso di dirlo.
    Ma non sarebbe il caso di muoverci?Di far muovere quellea specie di mummia che chiamiamo sindacati?Oppure ci muoviamo noi ma lo faremo ho paura troppo tardi quando scoppierà la rabbia e allora saranno dolori!
    Pessimista?

    Concordo nessuno fa niente e nessuno sa niente.

    Sul sito non risulta nessuna proroga alla 5848, in Lombardia, e i coldiretti non sanno niente

     
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  3. francesco1966
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    Direttiva nitrati, la Commissione Ue chiude la procedura di infrazione contro l'Italia


    La Commissione Europea ha deciso di archiviare la procedura d’infrazione contro l'Italia in materia di nitrati.

    Una scelta storica, accolta con grande soddisfazione da Coldiretti, che rende ora possibile proporre all’Ue l’auspicata richiesta di deroga al limite massimo di spandimento fissato in 170 kg di azoto per ettaro che, in molte aree, risulta penalizzare le imprese agricole.

    Ciò presuppone, da un lato, la presentazione di una documentazione a supporto molto particolarizzata che affronti, oltre agli aspetti agronomici, quelli ambientali riguardanti lo stato delle acque e, dall’altro lato, l’esistenza di una severa normativa in vigore a livello regionale per quanto riguarda anche i limiti all’impiego del fosforo.

    La domanda va presentata alla Commissione Europea da parte del ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare anche per conto delle regioni, sicché diventa quanto mai urgente la promozione di iniziative di concertazione per precisare le condizioni di deroga che tengono conto dell’analisi del trend dei nitrati nelle falde e di azoto e di fosforo nelle acque superficiali, attraverso studi scientifici e rapporti tecnici in grado di dimostrare come un innalzamento del dosaggio oltre il limite non sia di pregiudizio al conseguimento degli obiettivi di qualità delle acque.

    Precise deroghe sono state già approvate dall’Unione Europea a favore di, tra gli altri, Danimarca, Olanda, Germania, Austria, Irlanda.

    In questo modo si va a chiudere una vicenda che ha avuto origine negli anni ’80. Nell’Ue venne accertato un aumento della concentrazione di nitrati di origine agricola nelle acque con valori superiori a quelli guida e fu adottata la direttiva 91/676/cee cosiddetta direttiva nitrati che contiene norme riguardanti l’uso in agricoltura di composti azotati e il loro accumulo nel terreno al fine di ridurre l’inquinamento di questo tipo.

    La direttiva avrebbe dovuto essere recepita da tutti gli stati membri entro il 19 dicembre 1993 ma, per quanto riguarda in particolare l’italia, non risultava ancora terminato il processo di adeguamento fino alla segnalata archiviazione.

    L’Ue nell’aprile del 2006 aveva dunque notificato al nostro paese la formale costituzione in mora (prima fase della procedura di infrazione) per la violazione degli artt. della direttiva.

    Nella procedura (n. 2163/2006) erano contestati i seguenti inadempimenti:

    a) insufficiente designazione delle zone vulnerabili ai nitrati di fonte agricola nell’area del bacino padano;

    b) insufficienza delle misure obbligatorie previste dal programma d’azione nitrati da attuarsi all’interno delle zone vulnerabili relative, in particolare, alle modalita’ di utilizzazione degli effluenti di allevamento e dei concimi.

    Va detto, in ogni caso, come anche a seguito delle numerose sollecitazioni il quadro normativo di recepimento si è mano a mano completato attraverso la successiva approvazione del d. lgs. 11 maggio 1999, n. 152 (sostituito più di recente dal d. lgs. 3 aprile 2006, n. 152 cosiddetto testo unico ambientale); dal d.m. 19 aprile 1999 recante approvazione del codice di buona pratica agricola nonché dal d.m. 7 aprile 2006 contenente norme tecniche per la disciplina dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento a cui si aggiungono i programmi di azione adottati dalle regioni.
     
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  4. claudiocosta
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    Proposte dell'ASSOSUINI

    NITRATI ED BIOENERGIE
    PROPOSTE SCATURITE DALL’INCONTRO DEL 15 GIUGNO 2007 PRESSO L’UNIONE AGRICOLTORI DI BRESCIA

    Grazie alla chiara illustrazione della d.ssa Eleonora Cotelli dell’unione agricoltori di Brescia sulla attuale normativa ed obblighi per il rispetto dei nitrati, e con l’intervento di Agroenergia segretario Piero Gattoni, sono scaturite alcune proposte relative agli argomenti trattati:

    NITRATI
    AREE VULNERABILI 170 kg N pari a max nr 17,3 capi grassi /Ha e scrofe con suinetti 30 kg nr 6,4 /Ha
    A) soluzioni da adottare direttamente:

    - Aumentare gli stoccaggi e ottimizzare l’allevamento secondo il benessere animale;
    - applicare il codice di buona pratica agricola migliorando il modo di distribuire i liquami e attuare le pratiche agronomiche per rendere maggiore l’efficienza azotata in modo sistematico nella rotazione colturale;
    - aumentare le superfici di distribuzione con analisi dei benefici per suoli carenti di sostanza organica;
    - ridurre l’azoto nella dieta con una ottimizzazione della fonte proteica;
    - inserire sempre, o migliorare quello esistente, un separatore liquami per gestire in modo ottimale il solido e quindi parte di azoto
    - incentivare il collegamento tra le aziende agricole per un utilizzo comune della frazione azotata a seconda della vulnerabilità dei suoli
    - introdurre impianti di abbattimento azoto con una analisi economica benefici/costi





    b) proposte da inviare alle associazioni di categoria e agli enti per materia di confronto

    - proporre e valutare nuove soluzioni di distribuzioni reflui anche con ausilio di mezzi innovativi (punto fondamentale)
    - creare un team di tecnici per collegare gli allevamenti suinicola e aziende senza peso vivo, coordinando assistenza tecnica, servizi e consulenza nell’ambito di provincia con un accordo quadro tra suinicoltori – provincia-arpa;
    - avviare da subito un campionamento per verificare la provenienza dell’azoto “tracciato “dei liquami ed il movimento nelle varie tipologie di suoli ;
    - richiedere una unificazione dei parametri per la pericolosità delle fonti inquinanti per i corpi d’acqua superficiali (civili, fertilizzanti di sintesi, industriali) con distinzioni delle classi di rischio;
    - incentivare il ritiro dei liquami ( contributi PSR; riduzione ICI e altre forme) da parte delle aziende agricole al fine di tutelare e garantire la sostanza organica, fonte di fertilità dei suoli e di capacità di autofiltrazione e depurazione.
    (ristabilire ciclo naturale dell’azoto e del carbonio soprattutto in un ‘area di produzione di prosciutti e carni DOP).
    - RIBADIRE LA SEMPLIFICAZIONE E UNIFORMITA’ DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

    3) Aspetti da RIVALUTARE

    - rivalutare gli investimenti fatti per le carte pedologiche e altri studi di distribuzione reflui come fonte e ricchezza nella produttività dei cereali;
    - considerare gli investimenti già effettuati con norme definite che adesso modificate nuovamente, rendono ancora precari gli allevamenti, fatto questo non corretto e che può comportare la richiesta di risarcimento di danni in termini legali;
    - mettere in evidenza la contraddizione esistente nel momento in cui l’allevatore deve integrare il deficit di azoto con concimi naturali senza possibilità di ottimizzare la sua fonte di azoto organico dei reflui;
    - Definire chiarezza nelle procedure attuali e nei prossimi controlli


    SINTESI : E’ NECESSARIO RIBADIRE E DIMOSTRARE ALL’OPINIONE PUBBLICA CHE IL REFLUO ZOOTECNICO NON E’ UN RIFIUTO, MA UNA RISORSA BIOLOGICA CHE IN SUA ASSENZA DIMINUISCE LA FERTILITA’ DEI SUOLI E CHE QUINDI DIVENTA INSOSTITUIBILE .




    BIOENERGIE

    Il segretario della società Agroenergia Piero Gattoni ha illustrato l’importanza di uno sviluppo delle risorse di energia alternativa, con l’impegno però da parte di tutti gli agricoltori siano essi allevatori o meno, di creare uno schieramento compatto evitando distorsioni di prezzo per i cereali: l’agroenergia è una fonte di reddito per l’impresa, ma non può intaccare la risorsa dell’energia alimentare , come i cereali nobili per l’alimentazione del bestiame. Maurizio Ferri presidente dell’agricola Biofertile prima cooperativa a Modena di gestione comune di un impianto di biogas, invita a valutare un modello consortile per ridurre i costi di gestione, soprattutto nella fase di distribuzione del digestato.
    Questi sono gli aspetti segnalati:
    - incentivare le agroenergie senza compromettere la filiera dell’alimentazione animale soprattutto della filiera del DOP, aumentando la disponibilità di biomassa alternativa ai cereali ;
    - migliorare l’efficienza nella produzione del biogas, per permettere di ridurre i tempi di ammortamento nell’investimento con una gestione razionale, semplificata e con una efficienza ripetibile nei mesi e negli anni; ma soprattutto una semplificazione e standardizzazione delle pratiche burocratiche evitando discrezionalità nei vari comuni e province;
    - aumentare il grado di comunicazione dati e scambio dei risultati tecnologia esistente ;
    - PERMETTERE DI UTILIZZARE IL DIGESTATO CON IL LIMITE DI AZOTO DI 340 kg di azoto, sulla base di una logica di incentivo all’eco- investimento
    - Creare una filiera di bioenergia gestita dagli agricoltori, anche con forme consortili per evitare speculazioni e distorsioni del mercato, già in parte presenti per i certificati;
    - Potenziare e incentivare ancora l’installazione di pannelli solari in tutti gli allevamenti, tramite un potenziamento dell’acquisto di più aziende unite


    COMMENTO: Ci voleva ben altro, nel Giugno 2007! adesso siamo qui a contare la particelle e le lacrime di rabbia!
     
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  5. francesco1966
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    Articolo:

    Direttiva nitrati, stretta finale
    Arrivano le prime scadenze e crescono le preoccupazioni per gli allevamenti nelle Zone vulnerabili del Nord
    Angelo Gamberini
    Con il prossimo anno la Direttiva nitrati entrerà a pieno regime ed è meglio non contare su ulteriori proroghe

    Direttiva Nitrati. Nata a Bruxelles nel lontano 1991, attende da ormai 17 anni di essere attuata in Italia, un’applicazione che sarà tutt’altro che indolore, specie per la zootecnia. Coinvolte sono soprattutto le Regioni del Nord, che per tutto il 2007 si sono impegnate per veder ridurre le aree definite vulnerabili e dove pertanto il carico di azoto deve essere ridotto. E non di poco. Si passa dai 340 kg N/ha ad appena la metà, solo 170 kg N/ha. Il risultato finale è che in Lombardia sono riconosciute come vulnerabili oltre il 56% delle aree di pianura. Non va meglio per il Veneto che sale al 60% ed anche per l’Emilia Romagna con il suo 57%, mentre il Piemonte si ferma al 52% .

    E si tratta delle Regioni dove è più diffuso l’allevamento intensivo del bestiame e dove la concentrazione di animali è tale da destare più di una preoccupazione. In Lombardia e in Piemonte l’80% degli allevamenti di vacche da latte insiste su terreni classificati come vulnerabili. In Emilia Romagna e in Veneto si scende al 50%, ma anche qui si annuncia come drammatico il problema del reperimento di superfici sulle quali “diluire” il carico di bestiame. Perché l’altra soluzione, impraticabile, è quella di dimezzare il numero dei capi allevati. Con tanti saluti alla zootecnia italiana.



    Le norme di riferimento

    Non stupisce allora che l’applicazione della direttiva comunitaria (la 91/676/CEE) abbia atteso tanti anni prima di essere recepita in una normativa nazionale. Arrivata dopo che Bruxelles ha messo in infrazione l’Italia per il mancato recepimento, giunto poi in due fasi successive con il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 e il decreto ministeriale 7 aprile 2006. Quest’ultimo ha definito i criteri generali e le norme tecniche sulla base dei quali le Regioni elaborano i “Programmi d’Azione” per le zone vulnerabili ai nitrati.



    Le proroghe

    Entrare nel dettaglio delle singole scadenze previste dalle Regioni è compito arduo, tanto più che ancora oggi si registrano proroghe agli adempimenti richiesti agli agricoltori. E’ il caso ad esempio della Regione Veneto che il 12 settembre ha deciso di rimandare al prossimo 11 novembre il termine ultimo per la comunicazione dei Pua (piano di utilizzazione agronomica). Poco prima (l’8 agosto) erano stati rivisti, sempre in Veneto, i criteri per la compilazione del Pua, mentre in luglio erano stati aggiornati i valori di azoto ai quali devono fare riferimento gli avicoltori.

    Situazioni analoghe si sono registrare anche in altre Regioni, segno delle difficoltà che al settore produttivo derivano per la necessità di adeguare alla Direttiva nitrati il carico bestiame, lo stoccaggio delle deiezioni e i trattamenti necessari. In Lombardia, almeno per il momento, è ancora valida la data del 30 settembre per la comunicazione dei Pua.



    Costi elevati

    Per mettersi in regola le aziende agricole (e non solo quelle dedite all’allevamento) dovranno affrontare impegni economici rilevanti, come ha messo in evidenza uno studio del Crpa che indica fra i 53mila e gli 83mila euro il costo degli investimenti necessari in un allevamento di 100 vacche da latte. Cui si aggiungono circa due centesimi di costi di produzione in più per ogni litro di latte. Dati preoccupanti, specie se si tiene conto che proprio gli allevamenti da latte da tempo non riescono a trovare un accordo con Assolatte per la definizione del prezzo,

    A destare le maggiori preoccupazioni è però la mancanza di terreno a disposizione degli allevamenti nelle zone dichiarate vulnerabili e quindi dove il carico di azoto deve essere ridotto a non più di 170 kgN/ha. E’ ancora un volta uno studio del Crpa ad evidenziare la problematicità di questo aspetto. Con la nuova normativa il numero di capi da latte allevabili per ettaro scende da 3,7 unità a 2 nelle zone vulnerabili dell’Emilia Romagna. Ma è prevista una riduzione del carico di bestiame anche al di fuori delle zone vulnerabili, dove si scenderà dagli attuali 7,6 capi per ettaro a soli 4,1 capi.

    Ai maggiori costi di gestione delle deiezioni si aggiunge la ricerca (e il costo) dei terreni necessari a mantenere immutato il numero di animali in stalla. Perché ridurre della metà o quasi il carico di animale equivale in molti casi a rendere non più economica l’attività zootecnica. Insomma molti potrebbero essere invogliati, purtroppo, a chiudere stalle o porcilaie.

    In aiuto stanno arrivando i Psr (Piani di sviluppo di rurale) al cui interno sono previsti, con modulazioni diverse da Regione a Regione, interventi per sostenere gli impegni che agricoltori e allevatori sono chiamati ad attuare sul fronte ambientale.

    Intanto si avvicina a grandi passi il 2009, anno nel quale le scadenze e gli obblighi conseguenti alla Direttiva nitrati andranno a regime. Ed è meglio farsi trovare preparati. Ulteriori proroghe sono improbabili.
     
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  6. claudiocosta
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    https://alternativenergetiche.forumcommunity.net/?f=2967906

    In questa teca trovate molte discussioni riguradanti la normativa, nei suoi aspetti tecnici, burocratici, anche a livello regionale ..e catastrofici.
     
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  7. francesco1966
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    Direttiva nitrati, avviato il negoziato europeo
    Zaia: 'Occasione per rivedere i vincoli imposti alle nostre aziende zootecniche'

    E' stato ufficialmente avviato oggi, al Comitato Nitrati della Commissione europea, il negoziato sulla richiesta di deroga presentata dall’Italia alla direttiva Nitrati.
    'Si tratta', ha spiegato il ministro al Mipaaf, Luca Zaia, 'di un primo importante passo promosso dal Mipaaf e dalle Regioni, in accordo con il ministero dell’Ambiente, che fa seguito all'archiviazione della procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano del 2008 e all’ampliamento delle aree definite vulnerabili'.
    'La procedura avviata', ha aggiunto il ministro, 'rappresenta anche un’importante occasione per rivedere i vincoli a carico delle nostre aziende zootecniche, che fino ad oggi hanno scontato un gap di competitività aggravato dal pesante momento di crisi'.
    Dopo essersi messa in regola, l'Italia chiede ora la possibilità di ottenere una deroga ai limiti di azoto consentiti dalla direttiva nitrati (170 chilogrammi/ettaro), impegnandosi ad attuare una serie di impegni ambientali, che prevedono l’utilizzo di colture ad elevato grado di assorbimento di azoto, l’adozione di pratiche agricole volte ad aumentare la capacità di denitrificazione dei terreni ed una serie di ulteriori interventi volti a minimizzare l’impatto dell’attività zootecnica sul territorio.
    Sono impegnate su questo fronte, per prime, le Regioni del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia), a causa delle specifiche condizioni pedo-climatiche della zona, caratterizzate da crescita prolungata delle colture, elevate produzioni agricole in grado di assorbire forti quantità di azoto e fosforo per unità di superficie.
    Sotto il profilo procedurale, la richiesta di deroga potrebbe essere concessa dalla Commissione europea, previo parere del Comitato nitrati e dopo ampia ed approfondita istruttoria, che sarà operata sulla base dell’istanza inoltrata dal nostro Paese.
    Nel caso tale procedura dovesse concludersi positivamente, come auspicato, ciascuna azienda zootecnica potrà beneficiare della deroga nella misura in cui sarà in grado di dimostrare la compatibilità delle proprie caratteristiche strutturali e di gestione agronomica con i criteri imposti da Bruxelles.

    Fonte: Mipaaf - Ministero delle politiche agricole alimentari forestal
     
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  8. francesco1966
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    Cominciala partita sulla Direttiva nitrati!

    Riporto un articolo dell'informatore agrario in merito alla nuova richiesta di deroga ai limiti imposti di azoto!
    Però le controproposte per ottenere tale deroga credo sia più svantaggiose dell'applicazione della stessa!

    buona lettura.
    File Allegato
    direttiva_nitrati.pdf
    (Number of downloads: 39)

     
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  9. francesco1966
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    Ecco le ultime novità sulla direttiva nitrati.


    http://www.informatoreagrario.it/ita/rivis...iva-nitrati.pdf
     
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  10. claudiocosta
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    CITAZIONE (francesco1966 @ 8/10/2009, 12:07)
    Ecco le ultime novità sulla direttiva nitrati.


    http://www.informatoreagrario.it/ita/rivis...iva-nitrati.pdf

    non ho capito se il limite a 250 anche in zona vulnerabile è stato approvato o no.

    A proposito sai se è poi passata in finanziaria la combustione di polline e letami come rinnovabile?
    Quella perseguita dal Chiumenti per intenderci.
     
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  11. francesco1966
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    Per ora quella è solo una proposta.

    Per il discorso chiumenti, sò solo che in Veneto è stata approvata una deroga o decreto che permette la combustione e gassificazione della pollina, come detto alla riunione, di finanziaria non sò nulla!
    ciao
     
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  12. claudiocosta
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    Oggi a Cremona il Vitaliano Peri ha detto che le regioni padane hanno presentato a fine settembre la richiesta di deroga alla commissione nitrati dell'UE.
    La richiesta è stata accettata, e ci sarà un responso sicuramente entro Agosto 2010.
    Sembra però che per ottenere deroga a 230 kg/Ha di azoto in zona vulnerabile si debba dimostrare inequivocabilmente la procedura dello smaltimento...si parla di GPS sul carrobotte. ( così potremo vedere se i trattoristi si fermano all'osteria o a donnine)
    Sempre a Cremona è stato presentato un progetto pilota per lo spandimento di reflui con Terragator con un sistema consortile
    Sembra che funzioni, il dosaggio è preciso, si può fare in copertura anche sul mays, che gli agricoltori siano contenti e che i costi siano inferiori al carrobotte sfruttato solo poche ore l'anno
     
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  13. claudiocosta
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    La richeista di deroga presentata dall'Italia corroborata da una serie notevole di dati (Armosa e CNR) è così articolata:

    - equiparazione del digestato, chiarificato quindi con poca sostanza organica al concime minerale
    - 280 kg/Ha per mais ciclo lungo o per mais e 2° raccolto
    - 250 kg/Ha per cereale vernino e 2° raccolto

    Questo vale per tutta l'Italia, ma ci sono delle condizioni da rispettare:
    - la deroga vale per l'azienda o per parte di azienda, non è generica ognuno la deve chiedere
    - l'efficienza deve essere sempre e comunque alta, il che vuol dire solo in presemina o in copertura ma sempre con l'interramento
    - in pratica si renderà obbligatorio il secondo raccolto o il sovescio per il periodo intercolturale ( per chi vuole deroga fino a questi valori)

    Ovviamente il limite è quello medio aziendale e deve essere giustificato dai fabbisogni, però ritengo la deroga molto positiva perchè almeno c'è la possibilità reale per gli allevatori e per i cessionari, di concimare solo con gli effluenti di allevamento senza essere costretti a comprare i concimi minerali, soddisfando comunque i fabbisogni colturali. (resta fuori solo il silomais con doppio raccolto di erbaio)

    Ieri a Cremona mi sono sembrati molto fiduciosi sulla possibilità di ottenere un responso positivo che come detto sarà entro Agosto 2010.

    Con la deroga la normativa sarà davvero più abbordabile, se poi si riuscisse a far partire impianti di gassificazione e o combustione per polline con lettiera, senza lettiera, e separati suini e bovini, con la nuova legge sulle rinnovabile prevista entro Aprile: il piano d'azione incomincerebbe a diventare fattibile.

    Resta sempre il fatto che gli agricoltori stanno facendo speculazione e finchè nessuno li obbligherà a concimare con concimi rinnovabili, si faranno pagare per ricevere gratis gli effluenti di allevamento.
     
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27 replies since 4/6/2008, 17:05   5827 views
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