Proposta di condizionare la pac

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  1. claudiocosta
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    LA SITUAZIONE DEGLI SPANDIMENTI REFLUI
    IN LOMBARDIA E’ DRAMMATICA!


    Con le nuove imposizioni sulle zone vulnerabili in Lombardia, fatte dall’Unione Europea, e con i nuovi indici di produzione azoto al campo, la situazione degli spandimenti in Lombardia è diventata ingestibile.

    A tal proposito ricordo le differenze di produzione azoto, per tipo di animale, tra la vecchia legge 37/93 e la nuova del 2006.
    Il lavoro di comparazione è stato eseguito da: dott. Flavio Sommariva Specialista SATA per l’agronomia e la gestione reflui. Regione Lombardia.


    L’azoto escreto
    in funzione dell’evoluzione

    Animali..................... Dgr3439/2006(kg/t) ......................Legge regionale 37/93 (kg/t)
    Vacche adulte .................138 ......................................................45,5
    Bovini da rimonta ............120 ......................................................45,5
    Suini all’ingrasso .............110 ........................................................70
    Scrofe con suinetti ...........101 ........................................................70
    Ovaiole........................... 230 ......................................................153
    Broilers ...........................250.......................................................153

    In base alla nuova normativa il quantitativo di azoto escreto che
    arriva al campo per alcune tipologie di animali è quasi triplicato rispetto
    alla precedente normativa del 1993.
    Il dott. Falvio Sommariva ha calcolato il fabbisogno di superficie agricola utile, necessaria allo spandimento dei reflui secondo la nuova normativa, delibera 5868, della Regione Lombardia, che pone i seguenti limiti di spandimento
    -170 kg/ha di effluenti di allevamento in zona vulnerabile, e fino ad un massimo di 340 kg/ha di azoto totale, nel caso si integri con i concimi minerali, a seconda del al fabbisogno colturale.
    - 340 kg/ha di effluenti in zona non vulnerabile con una integrazione minerale, fino al fabbisogno colturale
    (*) Il calcolo del carico animale e della superficie agricola utilizzata è stato determinato ricorrendo ai dati del Siarl. La superficie necessaria è stata calcolata facendo il rapporto tra l’azoto totale prodotto in quella provincia con i limiti di spandimento. La differenza di superficie è ottenuta sottraendo alla superficie agraria utile sau, il valore della superficie necessaria agli spandimenti. Nel caso delle zone vulnerabili sono tutti numeri negativi. Purtroppo i dati sono sottostimati, perché nel calcolo del carico d’azoto non sono inclusi i fanghi di depurazione, e gli effluenti agroindustriali, e la superficie agricola utile è considerata tutta utilizzabile agli spandimenti ma non è così. Alla superficie dichiarata vanno tolte le aree vicino alla abitazioni, ai corsi d’acqua, alle fonti, e vanno tolte le aree destinate all’orticoltura.

    Lo smaltimento di queste fonti azotate andrà a competere con lo smaltimento degli effluenti di allevamento. Inoltre in zona vulnerabile, la quota di 170 kg/ha non potrà essere applicata totalmente, in molte colture, che hanno fabbisogni più alti, ad es cereali vernini, erbai, pioppi,ecc. Quindi servirà molta più superficie per gli spandimenti.

    BELLA 3 - Analisi del carico di azoto e superfi scie necessaria allo
    smaltimento dei nitrati per provincia
    1) Zone vulnerabili secondo la delibera di Giunta della Regione Lombardia 3439/2006 (*)

    Provincia.... Azoto totale (kg)..... Sau in zv (ha)..... Kg az./ha Sup. necessaria con 170 kg/ha.... differenza di sup. (ha)

    Mantova......... 26.380.393.......... 127.280............... 207.................. 155179....... - 27.899
    Cremona........ 18.765.259.......... ..75.864.............. 247................... 110384....... - 34.520
    Brescia....... ....41.350.977...... ....115.187...............359.................... 243241..... - 128.054
    Bergamo.......... 9.521.109............ 28.997............... 328.................. 56006....... - 27.010
    Lodi................. 3.539.257............ 16.806................211................... 20819........ - 4.013

    2) Zone non vulnerabili delibera di Giunta della Regione Lombardia 3439/2006 (*)

    Provincia Az. tot. (kg) Sau in znv (ha) Kg azoto/ha Sup. necessaria con 340 kg/ha differenza di Superficie (ha)

    Mantova 5.479.884 41.526 132 16117 25.408
    Cremona 8.405.930 59.469 141 24723 34.745
    Brescia 2.706.665 20.524 132 7960 12.563
    Bergamo 2.603.692 15.926 163 7658 8.268
    Lodi 7.316.132 40.563 180 21518 19.045

    3) Zone vulnerabili secondo una ipotesi di carico ammesso di 250 kg N/ha, da richiedere in un nuovo piano d’azione.

    Provincia Azoto totale (kg) Sau in zv (ha) Kg az./ha Sup. necessaria con 250 kg/ha differenza di sup.(ha)


    Mantova 26.380.393 127.280 207 105521 21.758
    Cremona 18.765.259 75.864 247 75061 803
    Brescia 41.350.977 115.187 359 165403 - 50.217
    Bergamo 9.521.109 28.997 328 38084 - 9 .087
    Lodi 3.539.257 16.806 211 14157 2.649






    Come vedete nelle provincie ad alto carico zootecnico, la situazione è grave, la terra non è sufficiente agli spandimenti in tutte le aree vulnerabili di tutte e cinque le provincie. Purtroppo anche nell’ipotesi di un limite più alto agli spandimenti, fino a 250 kg/ha, (3) che però è ancora da ottenere (certo che se non se ne fa richiesta nessuno lo concederà) sia nella provincia Brescia, sia in quella Bergamo, le superfici non saranno sufficienti agli spandimenti. La situazione migliorerebbe enormemente: da una mancanza di 128000 ha con i limiti a 170 Kg/ha si passerebbe a una mancanza di 50000 ha con i limiti a 250 kg/ha in provincia di Brescia, cioè tre volte di meno, ma mancherebbe comunque, la terra. Anche nelle zv di Cremona ci sarebbero comunque problemi. Molti allevatori ai confini della zona vulnerabile, smaltiscono in zone vulnerabili, alcuni, pochissimi, lavorano i liquami fino al pellets secco, io conosco solo un grosso allevamento che lo faceva anni fa, ma che voleva desistere per gli altissimi costi energetici. Quindi le carenze di superficie, sono solo indicative, ma restano drammatiche. Per quanto riguarda le zone non vulnerabili, la situazione apparentemente non è problematica, in realtà ci saranno grossi problemi con i cessionari, soprattutto per gli allevatori che hanno carichi di spandimento molto alti nel pua, difficilmente rientreranno nei limiti di coltura, e difficilmente i cessionari accetteranno di concimare solo con i reflui.



    CONSEGUENZE DEL NUOVO PIANO D’AZIONE
    DELLA
    REGIONE LOMBARDIA



    Gli allevatori saranno costretti a:

    - Pagare gli affitti per le concessioni spandimento reflui, per regalare del concime organico agli agricoltori. Sicuramente gli affitti aumenteranno: ci saranno delle speculazioni vergognose, perché la domanda aumenterà enormemente e sarà molto più alta dell’offerta di terra disponibile, come abbiamo visto.

    - Pagare per andare a distribuirglelo gratis

    - Pagare per cercare nuove terre di spandimento, che non ci sono, perché le superfici di spandimento con i nuovi indici sono aumentate. Sono raddoppiate con i limiti di spandimento in zona vulnerabile. Addirittura triplicate nel caso dei bovini solo per gli indici, e poi raddoppiate per i limiti, alla fine le superfici di spandimento dovranno aumentare di 4-5 volte, nel caso dei bovini di 2-3 volte per i suini e gli avicoli. (i valori sono medi e approssimativi dipende dai pua di partenza).

    - Pagare per abbattere l’azoto, in pratica per distruggerlo, perché mancherà la terra in 5 provincie della Lombardia: ma temo che molti allevatori saranno costretti a chiudere, piuttosto che aumentare notevolmente i costi kilo/carne o litro/latte, nell’ottica degli attuali mercati, e…di quelli futuri.

    - Pagare per distruggere l’azoto, quindi consumare energia, e sprecare soldi, per poi:


    - Pagare per comprare dell’azoto minerale, fatto con una quantità enorme di energia con circa un raddoppio nelle spese di concimazione, per le terre degli allevatori.

    Gli agricoltori potrebbero disdire, in massa, le concessioni, come già sta succedendo, per :

    - non rinunciare alla concimazione minerale, che dà rese più alte
    - speculare chiedendo aumenti sugli affitti spandimento reflui.

    Mentre dovrebbero essere gli agricoltori a pagare agli allevatori i reflui perché sono concimi meno inquinanti.

    PROPOSTA DI CONDIZIONARE LA PAC
    ALLA TUTELA DELLA FALDA

    dal sito europeo
    http://ec.europa.eu/agriculture/envir/index_it.htm#crosscom
    Cito:
    “Il principio secondo il quale gli agricoltori devono rispettare i requisiti di protezione dell’ambiente per poter beneficiare delle misure di sostegno del mercato è stato inserito nella riforma dell’Agenda 2000. La riforma della PAC del 2003 ha assegnato maggiore importanza alla condizionalità, divenuta obbligatoria.”
    Quindi è prevista anche la condizionalità, cioè che la pac sia ritirata dagli agricoltori a condizione che si tuteli l’ambiente, in questo caso si tuteli la falda dall’inquinamento da nitrati.

    Ad esempio le condizioni potrebbero essere:
    si elargisca la pac a condizione che: gli agricoltori utilizzino solo concimi organici fino almeno al 75% dei fabbisogni colturali, sia in zona vulnerabile sia in zona non vulnerabile, salvo mancanza di concime organico. Questo perché i concimi organici sono meno solubili, quindi meno dilavabili dei concimi minerali. Di conseguenza il rischio d’inquinamento della falda con i concimi organici è molto inferiore rispetto ai concimi minerali.
    si elargisca la pac a condizione che: gli agricoltori non chiedano affitti per la concessione spandimento reflui, perché questo ostacolerebbe la concimazione organica, meno inquinante, e la zootecnica, che è un bene d’interesse nazionale. (chi chiederà l’affitto per le concessioni, perderà il diritto alla pac)
    si elargisca la pac solo se: gli agricoltori garantiscono una coltura intercalare (secondo raccolto) o di copertura (sovescio) durante i periodi intercolturali, sia estivi sia invernali, per evitare il dilavamento dei terreni.
    Questi sono solo degli esempi, risolverebbero però dei problemi enormi, senza danneggiare nessuno, se non i produttori e i commercianti di concimi minerali, la vera fonte di inquinamento delle falde! In modo particolare potrebbero trovare utilizzo agronomico i separati, di solito benaccetti dagli agricoltori, che sono 5 volte più concentrati dei liquami, 100 kg di azoto in un mc, e che quindi si prestano ad essere trasportati anche a grandi distanze.
    Se si riuscisse ad ottenere la condizionalità della pac all’uso dei concimi organici,:
    - a livello REGIONALE lombardo: la distribuzione dei concimi organici delle zone vulnerabili, potrebbe essere allargata a tutte le aree non vulnerabili, aumentando enormemente la superficie utile di spandimento.
    -
    - a livello NAZIONALE: il separato si potrebbe conferire a consorzi (ancora da creare) che li trasportino e li rendano utilizzabili agronomicamente, anche in zone a basso carico zootecnico e a bassa vulnerabilità, fuori dalla regione Lombardia.. Dopo il conferimento al consorzio, l’azoto del separato uscirebbe dalla dichiarazione pua degli allevatori, perché diventerebbe ammendante organico di origine zootecnica. (entrerebbe solo nel puas degli agricoltori, con i limiti dei reflui)
    -
    - I vantaggi per gli allevatori sarebbero enormi.
    -
    - Gli agricoltori avrebbero gratuitamente gran parte della concimazione, che andrebbe a migliorare la qualità dei terreni, e ad aumentare la ritenzione idrica.
    -
    - La falda sarebbe senz’altro tutelata dai dilavamenti.
    Il concetto è che la pac, non è un diritto per gli agricoltori: è prevista l’elargizione a condizione che l’ambiente venga protetto Ad esempio che sia rispettata la protezione della falda dall’inquinamento da nitrati, obbligando gli agricoltori a:
    - una concimazione organica
    - una coltura intercalare
    - rinunciare agli affitti per le concessioni spandimento reflui, che è una schifosa speculazione
    Il principio da applicare è che: tutti, sia allevatori, sia agricoltori, si devono impegnare a tutelare la falda.

    ESEMPIO DI CONCIMAZIONE SECONDO LA NUOVA DISPOSIZIONE DELLA LOMBARDIA 5868, CON LA CONDIZIONALITA’ DELLA PAC ALLA CONCIMAZIONE ORGANICA

    Nel caso di concimazione per il mays il fabbisogno, va calcolato secondo la formula del piano d’azione allegato 3 parte c, a pg 107 del pdf, in questo link:

    http://www.agricoltura.regione.lombardia.i...dgr_5868_07.pdf

    Togliendo l’apporto dell’azoto atmosferico e dell’azoto residuo nel terreno, il fabbisogno in azoto per il mays, da 280 kg/ha (fabbisogno secondo il codice di buona pratica agricola) diventa 230 kg/ha. Il 75% di 230 sono circa 170 kg/ha, e dovrebbe essere dato da concimi organici, tutti i tipi di concimi organici, non solo gli effluenti di allevamento. L’apporto in questo caso, rientra nei limiti di spandimento in zona vulnerabile. L’integrazione di minerali si calcola a seconda del periodo di spandimento del concime organico , e a seconda del tipo di terreno, secondo l’allegato 3 tabelle 1/a e 2/a, che trovate al solito link, a pg 101-102 del pdf:

    http://www.agricoltura.regione.lombardia.i...dgr_5868_07.pdf

    Quindi in caso di efficienza alta della concimazione organica, ad es in presemina , i 170 kg/ha di reflui vanno moltiplicati per 0,65, e cioè 110 kg/h. Questa è la reale disponibilità dell’azoto da reflui che giunge alla pianta. Per completare i fabbisogni bisogna integrare con 230 – 110 = 120 kg/ha di azoto da fonte minerale, che si presta ad essere distribuito in sarchiatura. Quindi 170 da reflui gratuiti + 120 da concimi minerali in totale 290 kg/ha di azoto totale, quindi sotto il limite massimo dei 340 kg/ha in zona vulnerabile.
    Se invece, la distribuzione dei reflui, fosse a bassa efficienza, i quantitativi sarebbero 170 di reflui gratuiti + 170 di minerali = 340 kg/ha

    Edited by francesco1966 - 5/6/2008, 22:08
     
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  2. claudiocosta
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    In risposta all’amico dott. S. V. che mi chiedeva delle pubblicazioni scientifiche dimostranti il maggior rischio di inquinamento falda, da parte dei concimi minerali rispetto ai liquami vi mando tutti a pag 7 di questa pubblicazione, dell’università di Milano :

    http://www.progettopanda.isnp.it/esempi_risultati2.htm

    sono grafici complessi, nello specifico ci interessa la tabella a pg. 7 ,che riporto in basso, “ contenuti di nitrati in diversi strati di terreno a mays trattato con differenti fertilizzazioni nel biennio 93-94”, sul sito la si può ingrandire io consiglio il 150%. Vi sembreranno cose ovvie ma vista la legge Beccalossi, queste dimostrazioni scientifiche non sono tenute in considerazione.







    Contenuti di nitrati in diversi strati di terreno a mais trattato con differenti fertilizzazioni nel biennio 1993-94 (L1 e L4=0 e 225 kg/ha-1 di N da liquame suino; C1 e C4=0 e 225 kg/ha-1 di N da urea). Si notino le basse concentrazioni e le piccole differenze tra i trattamenti a 0.8-1 m di profondità in tutte le epoche di prelievo.
    (Spallacci C. et al., Agric. Ric., 168 (1997), 57-58)


    Dal terzo grafico in giù, cioè da quello delle analisi dei nitrati alla profondità dei terreni di 0,4-0,6 mt.: si indica il dilavamento dell’azoto.
    Il quadratino nero corrisponde alla concimazione L1C4 cioè L1= a 0 kg/ha di liquame suino, e C4 = a 225 kg/ha di concime minerale. Quindi il massimo del dilavamento si ha nella concimazione fatta esclusivamente con i concimi minerali.
    La quota di azoto da fonte minerale che non è assorbita dalla pianta va direttamente in falda!
    Questa pubblicazione scientifica è in netta contraddizione con quanto affermato nella Beccalossi, e nello specifico allegato 3 parte c cito

    “ Kc è il coefficiente di efficienza relativo agli apporti di concime chimico (Fc). In genere si considera il 100% del titolo commerciale del concime azoto”.

    COMMENTO: Ma come fa, ad essere efficace al 100%, se il concime minerale è il più dilavabile? La porzione dilavata sicuramente non è disponibile per la pianta.

    E’ significativa nel dilavamento, anche la concimazione del triangolo nero: la L4C4 corrispondente alla massima concimazione, cioè L4 = 225 kg/ha di liquame suino, e C4 = 225 di kg/ha di concime minerale, urea. Pur essendo una concimazione più alta nell’azoto totale, la sostanza organica dei liquami, probabilmente trattiene l’azoto.
    E’ interessante l’analisi dei primi due grafici fino a 0,4 mt., che indicano la disponibilità dell’azoto, negli strati attivi del terreno, è ovviamente massima nelle concimazioni minerali, ed i picchi corrispondono ai periodi di giugno. Però anche nel terzo grafico cioè alla profondità di 0,4-0,6 mt ci sono i picchi di azoto da fonte minerale proprio in giugno luglio, vuol dire che alle prime irrigazioni, l’azoto minerale è dilavato, e quindi non è più disponibile per la pianta.
    Sempre nei primi due grafici la concimazione da liquame il pallino nero pieno, indica una disponibilità di azoto bassa, tra i 20 e i 30 ppm di azoto. A riguardo torniamo alla Beccalossi allegato 3 tabelle 1/a e 2/a, che trovate al solito sito, a pg 101-102 del pdf:

    http://www.agricoltura.regione.lombardia.i...dgr_5868_07.pdf

    si scopre che l’efficienza dei liquami è molto lontana dal 100% dichiarato per i minerali, in particolare la concimazione autunnale su stocchi è media cioè al 50%, senza stocchi è bassa cioè 40%, perché viene più facilmente dilavata. Questo è importante, già dal settembre 2008, quando gli agricoltori dovranno fare i pua, perché con efficienza medio-bassa a parità di azoto totale somministrato, rispetto alla concimazione minerale, si fanno rese più basse, sia nel mays sia nell’orzo. Basta un anno con delle rese più basse per indurre i cessionari a disdire le firme. Bisogna assolutamente puntare allo spandimento reflui ad efficienza alta, che sono quelle in presemina, o in copertura con interramento, ecco perché in seguito consiglierò il doppio raccolto.
    Tornando alla pubblicazione, dell’università di Milano esposta nel grafico sopra:
    molto significativo è l’ultimo grafico commentato dall’autore con:

    “ Si notino le basse concentrazioni e le piccole differenze tra i trattamenti a 0,8-1 mt di profondità in tutte le epoche di prelievo”.

    Vuol dire che se le concimazioni sono effettuate secondo i fabbisogni colturali, il dilavamento è molto basso.
    Purtroppo nell’ultimo grafico cioè 0,8-1 mt si evidenzia che esiste il dilavamento, anche se minimo, nel caso della concimazione fatta solo con i liquami, che è il pallino nero, corrispondente alla concimazione L4C1 cioè L4 225 kg/ha di liquame, C1 0 kg/ha di urea. E’ fondamentale in questo caso l’analisi del periodo di picco massimo cioè la fine dell’inverno. La conclusione è che il liquame distribuito in autunno, è facilmente dilavabile, perché non vi sono una coltura, o una copertura che trattenga l’azoto, evitando il dilavamento dovuto alle piogge autunnali invernali. Questo vale anche per i residui di concime minerale: sono dilavati sia a giugno-luglio, sia nel periodo invernale. (quadratino e triangolo nero, a 0,8-1mt).

    Ecco perché insito nel sostenere che nel presentare un nuovo piano d’azione chiedendo limiti di spandimento reflui più alti ad es 250 kg/ha, come in Olanda, il piano per esso serio ed essere quindi approvato, deve prevedere una coltura invernale: o una coltura da doppio raccolto, (secondo me il sistema migliore) oppure un sovescio.
    Il sistema migliore per tutelare la falda dall’inquinamento è ridurre le concimazioni minerali, le più dilavabili, non ridurre le concimazioni da reflui, (la Beccalossi va nel senso opposto, sempre che l’art 38 allegato2 non sia valido per il corpo intero della legge) e obbligare una copertura invernale, che è l’unico modo di trattenere l’azoto sia da fonte minerale, sia e soprattutto, da fonte zootecnica, durante le piogge autunnali invernali. Perché la normativa sia efficace, bisogna prevedere una condizionalità nella pac. Cioè gli agricoltori che vorranno il premio della pac, in zona vulnerabile, dovranno prevedere una copertura invernale, ma molto meglio una coltura da doppio raccolto, in seguito vedremo degli esempi.
    Questo è un modo razionale e scientifico di tutelare la falda, tutto l’opposto della Beccalossi, che secondo le comunicazioni verbali, della dott. Marisa Meda prevede in zona vulnerabili il solo limite colturale per le concimazioni minerali. Tradotto in pratica chi fa un doppio raccolto ad es mays colza, può concimare fino a 460 kg/ha (fabbisogni del cbpa) di azoto minerale, o di fanghi. Ma non vi sembra una presa per il CULO? In che modo sarebbe tutelata la falda di una zona a rischio? Permettendo una concimazione di 460 kg/ha di azoto facilmente dilavabile? in netta contraddizione con la direttiva ministeriale Alemanno Matteoli). Senza prevedere l’obbligo di una copertura invernale? In risposta alla dott. Alice Buonarotti se l’Olanda ha scelto questa strada, ed ha ottenuto i limiti più alti, perché non la scegliamo anche noi?) Nello specifico è da modificare l’art 6 della Beccalossi, che è molto blando.
    La legge Beccalossi non tutela la falda ma tutela chi deve vendere i concimi minerali, e chi deve speculare sulle concessioni, nello stesso tempo danneggerà enormemente la zootecnica lombarda.
    La legge è da rifiutare! Proprio dal punto di scientifico, (rebuttal) è stata formulata per incompetenza od incapacità senza requisiti scientifici.

    Tornando alla pubblicazione dell’università di Milano è molto interessante la seconda tabella:

    Principali caratteristiche di diversi sistemi colturali in termini economici e ambientali
    (valori espressi per ha medio degli avvicendamenti biennali)
    Avvicendamento Livello input IPN GHI IRF(.000) RL(.000£)*
    Barbabietola-frumento 1 153 12 1.721 1.912
    2 238 25 10.372 3.126
    3 282 31 16.629 3.690
    Girasole-frumento 1 125 3 2.112 2.275
    2 199 12 3.524 2.379
    3 231 18 10.059 2.324
    Mais-frumento 1 144 0 31 1.545
    2 237 12 3.291 1.823
    3 295 18 9.548 1.772
    Soia-frumento 1 80 0 31 1.507
    2 106 3 796 1.684
    3 135 10 7.145 1.571
    (*) Il reddito lordo è stato calcolato come differenza tra la produzione vendibile ed i costi dei soli input dei mezzi di produzione ad eccezione delle spese relative all'irrigazione e alle lavorazioni meccaniche che sono attribuite in matrice a specifiche attività.


    dove si dimostra che il reddito più alto, sia nel frumento, sia nel mays, si ottiene con l’imput medio, cioè non con la concimazione massima che da le rese più alte, ma con una concimazione media, che inquina meno la falda.
    Questo sarà sempre più importante, le associazioni agricoltori lo dovrebbero comunicare, agli iscritti, perché il costo dei concimi minerali crescerà sempre di più, in quanto legato al costo dell’energia, si dovrebbe sottolineare che i liquami essendo gratuiti, sono sempre e comunque i più convenienti.

    Edited by claudiocosta - 24/4/2009, 17:55
     
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  3. claudiocosta
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    Qualcosa si muove

    http://banchedati.camera.it/sindacatoispet...aroleContenute=
     
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  4. ottocarbone
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    Carissimo claudiocosta tu non ti chiami claudiocosta ma "la manna che viene dal cielo " non ho parole per ringraziarti, era ora che qualcuno si facesse sentire, purtroppo se non si muovono i politici i tecnici non bastano.
    Sto seguendo palmo a palmo il tuo forum ma dammi del tempo perchè la tua è una valanga di notizie importantissime e mi ci vorrà del tempo....almeno abbiamo quello.
    Farò propaganda per quello che posso a chi conosco per questo forum e GRAZIE !

    Edited by francesco1966 - 7/6/2008, 13:31
     
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  5. claudiocosta
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    CITAZIONE (ottocarbone @ 7/6/2008, 12:34)
    Carissimo claudiocosta tu non ti chiami claudiocosta ma "la manna che viene dal cielo " non ho parole per ringraziarti, era ora che qualcuno si facesse sentire, purtroppo se non si muovono i politici i tecnici non bastano.
    Sto seguendo palmo a palmo il tuo forum ma dammi del tempo perchè la tua è una valanga di notizie importantissime e mi ci vorrà del tempo....almeno abbiamo quello.
    Farò propaganda per quello che posso a chi conosco per questo forum e GRAZIE !

    Invece io ringrazio te per l'attenzione e il forum per avermi dato spazio, si lo so che può sembrare uno sfogo ma sono 12 anni che ci prendono in giro e il risultato è che dovremo traovare il modo di distruggere l'azoto dei nostri liquami...per poi essere costretti a comprare l'azoto minerale.
     
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  6. claudiocosta
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    Sono appena stato al congresso sui nitrati a Cremona in Germania ci sono consorzi da 20 anni che ritirano i reflui e si fanno pagare lo smaltimento dagli allevatori, e si fanno pagare i fertilizzanti dagli agricoltori.
    I dirigenti della regione hanno risposto alla mia proposta di condizionare la pac avanzando mille problematiche dei reflui: puzza, disomogeneità, diluizione, stagionalità, sanificazione di patogeni e di infestanti.
    Ma dove sono le problematiche dei reflui se l'agricoltore spende molto meno a concimare, e migliora il suo terreno?
    Il piano dei dirigenti Lombardi prevede che gli allevatori rendano sempre più appetibile e gestibile il refluo: quindi non c'è scampo BIOGAS.
    Con il digestato le problematiche crollano e si punta a farlo accettare all'UE come concime mineralizzato con ammonio fostato e potassio e quindi a portarlo a 340 Kg/Ha anche in zv, il ministro Zaia è d'accordo ...speriamo!
    Per ora in zone ad alta densità e zv gli agricoltori vogliono fino a 500 e/Ha solo per il favore di regalare loro concime (lo ha detto ieri il presidente della provincia di Cremona Torchio)

    Così si chiude!

    e lo sapevano tutti che finiva così, e nessuno ha fatto niente.

    Edited by claudiocosta - 5/2/2009, 17:01
     
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  7. claudiocosta
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    Io non voglio obbligare proprio nessuno, solo che noi allevatori saremo obbligati a chiudere! Perchè le soluzioni alla normativa nitrati se affrontate solo dagli allevatori sono onerose e fuori portata.


    Ricordo che nelle zone protette (sempre in Lombardia, non conosco le altre normative regionali è già pesante capire la nostra) è già obbligatorio concimare solo con i fertilizzanti organici.

    E le zone vulnerabili dovrebbero essere zone protette, e a rigore di logica scientifica bisognerebbe tutelare tutto il bacinoorografico non solo le zone vulnerabili. L'inquinamento che si fa a Lodi si ripercuote a Cremona!

    Io non voglio obbligare nessuno ma la Pac non è un diritto: è un premio! e il piano d'azione nitrati se non passa da:

    -una coltura intercalare ( in Lombardia è chiaro) che impedisca il dilavamento

    -da uno spargimento reflui in alta efficenza.

    -da un continuo apporto organico che aumenti la riduzione idrica impedisca dilavamento ed erosione

    NON SERVIRA' A NIENTE SE NON A FAR VENDERE PIU'CONCIMI MINERALI, E A FAR CHIUDERE GLI ALLEVAMENTI MEDIO PICCOLI.

    Edited by claudiocosta - 24/4/2009, 10:34
     
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  8. claudiocosta
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    PRESUPPOSTI LEGISLATIVI PER CONDIZIONARE LA PAC ALL’USO DI CONCIMI ORGANICI PER TUTELARE LA FALDA DAI NITRATI

    Le istituzioni e le associazioni alla richiesta di condizionare la PAC all’uso di concimi organici rispondono in generale con:

    “non possiamo obbligare gli agricoltori a concimare con i reflui”

    Questo è inaccettabile perché allora le istituzioni non potrebbero nemmeno obbligare gli allevatori a raddoppiare se non a triplicare i terreni per lo spandimento dei reflui.
    L’azoto contenuto nei reflui zoogenici, da dove viene?
    Dai cereali degli agricoltori! Quindi in base a quale principio sindacale gli agricoltori non dovrebbero riprenderselo?
    La risposta “non possiamo obbligarli” mette il luce tutta la mentalità reietta della filiera agroalimentare italiana, che procede a scompartimenti stagni:

    - senza equa distribuzione di oneri e guadagni lunga la catena ( vedi le differenze enormi nei guadagni tra allevatori e trasformatori).

    - senza avere quindi nessun peso politico, , pur costituendo il 27% del PIL nazionale, e dove gli anelli deboli della catena non sono tutelati

    Perché l’applicazione della direttiva nitrati deve essere tutta sulle spalle degli allevatori?
    Perché dobbiamo pagare solo noi se siamo una filiera?
    Senza la zootecnia l’agricoltura e l’industria alimentare crollerebbero.

    Se gli allevatori si impuntassero a dire:

    “finchè gli agricoltori non accettano i reflui senza specularci sopra con gli affitti per le concessioni, noi allevatori compreremo solo cereali dall’estero”

    gli agricoltori andrebbero con la lingua in terra.

    Ritengo che la condizionalità della Pac possa risolvere i problemi della spandimento anche se non tutti purtroppo. Ci sono i requisiti legislativi per chiederla.

    In base al D.M. 18 ottobre 2007, n. 13286.

    Modifica ed integrazione del D.M. 21 dicembre 2006, n. 12541, recante «Disciplina del regime di condizionalità della PAC e abrogazione del D.M. 15 dicembre 2005».
    Pubblicato nella Gazz. Uff. 30 ottobre 2007, n. 253

    La condizionalità della PAC non è un inutile appesantimento burocratico o un ulteriore “fardello” per ottenere un aiuto comunitario.
    Piuttosto è uno strumento che, se adeguatamente utilizzato, potrebbe migliorare la competitività delle produzioni agricole europee sui mercati internazionali in un quadro di ritrovata fiducia dei consumatori nei confronti del modello di agricoltura europea.
    La condizionalità è stata inserita come strumento per far rispettare tutte le norme vigenti riguardanti la tutela dell’ambiente, e quindi del suolo e della falda acquifera, della sanità e del benessere animale, e per creare consenso nell’opinione pubblica in modo da giustificare la spesa comunitaria nel settore agricolo cioè la PAC stessa.

    Le norme rientrano in due aree così definite:

    1 • criteri di gestione obbligatori (Cgo, gli Atti);

    La conservazione degli uccelli selvatici, l’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura, la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica, la protezione delle acque sotterranee e la protezione della acque dai nitrati di origine agricola sono gli ambiti regolamentati.( atti A3 A4)

    2 • buone condizioni agronomiche ed ambientali (Bcaa, le norme).

    Di interesse per la direttiva nitrati la protezione del suolo dall’erosione attraverso:

    - la conservazione della sostanza organica nel terreno con norme inerenti la rotazione delle colture e la gestione delle stoppie, e ripristino della sostanza asportata (norma 2.1 2.2)
    -
    Obiettivo 2: Sostanza organica del suolo: mantenere i livelli di sostanza
    organica del suolo mediante opportune pratiche. Al fine di mantenere il livello di sostanza organica nel suolo e di salvaguardare la sua struttura, è opportuno favorire l'avvicendamento delle colture sullo stesso appezzamento di terreno agricolo e ripristinare il livello di sostanza organica del suolo nel caso in cui, sia stata accertata una diminuzione del livello di sostanza organica tramite sovescio, letamazione o altri interventi di fertilizzazione organica.

    Un altro presupposto legislativo su cui si potrebbe condizionare la Pac alla tutela della falda dai nitrati, è la sostenibilità in agricoltura. Lo sviluppo sostenibile ha come pilastri l’equilibrio e il rinnovabile.

    Gli agricoltori che utilizzano concimi minerali di sintesi non applicano i principi di sostenibilità, in quanto:
    - consumano risorse minerali
    - richiedono energia per la sintesi
    - non apportano la sostanza organica che viene asportata, diminuendo di fatto la quota organica la flora microbica nel terreno. Questo determina una minore ritenzione idrica, un maggiore dilavamento e un conseguente inquinamento della falda dovuto ai concimi minerali residui. Nel lungo periodo, la concimazione minerale determina: erosione e tendenza alla desertificazione.

    Gli agricoltori quindi per avere diritto alla riscossione della Pac dovrebbero dimostrare di fare un agricoltura sostenibile, rinnovabile cioè che non consumi risorse ad es con la concimazione organica.

    Cito una relazione di da Confagricoltura Lombardia:

    1. “la direttiva nitrati dovrebbe essere rivista, affinchè non ostacoli l’aumento della sostanza organica che costituisce sia un’importante parte costitutiva del suolo, sia la maggiore fonte di cibo e di energia per gli organismi viventi” (Rapporto finale del TWG sostanza Organica e Biodiversità –2004)

    2. Uno studio del Ministero della Sanità (Commissione Tecnica Ministero della Sanità 1989) ha precisato che i nitrati presenti nelle acque possono giungervi provenendo da diverse fonti e in particolare:
    • concimazione minerale: contribuisce per circa il 36% dei nitrati immessi in falda;
    • spandimento reflui zootecnici: responsabile (solo) per il 27-28%
    • piogge: apportano mediamente il 10-20 kg(N-NO3)(anno x ha)
    • agglomerati urbani ed industriali.

    3. bisogna rivedere, nella formula del bilancio dell’azoto, il coefficiente di efficienza relativo agli apporti di concime chimico posto uguale a 100. Si consideri che nelle misure agroambientali dei PSR si considera per gli apporti chimici un coefficiente pari a 70-75%; (il resto dei concimi minerali va in falda e non contribuisce al fabbisogno della pianta)

    DA:http://www.agriprealpi.it/archivio/Lettere_Comunicati_Relazioni/osservazioni%20rotundo%20NITRATI.doc

    Questi sono i presupposti legislativi e i principi su cui si basa la condizionalità
    Si potrebbe condizionare la Pac alla tutela della falda dai nitrati ad esempio con una legge regionale, che:

    1) in base all’atto A4 alla tutela della falda dai nitrati, obblighi gli agricoltori che vogliono percepire il premio PAC interamente ad una:

    - coltura intercalare nelle zone vulnerabili a protezione della falda evitando il dilavamento.

    - quindi dell’uso dei reflui sempre in alta efficienza, proteggendo la falda

    2) in base alla norma 2.2 al mantenimento della sostanza organica, obblighi gli agricoltori che vogliono percepire il premio PAC interamente, ad una concimazione organica che copra almeno parzialmente i fabbisogni delle colture, anche in zone non vulnerabili.

    Si può fare: basta averne la volontà. Anche perché altrimenti cosa l’avrebbero fatta a fare la norma della condizionalità della PAC, se non per utilizzarla come leva in modo da obbligare la tutela dell’ambiente?

    Ricordo infine che le deroghe agli spandimenti vanno chieste singolarmente dalle aziende zootecniche.
    Come già ribadito altre volte in questo frangente si può dimostrare:

    - di avere quote di azoto nel liquame fresco inferiori a quelle delle tabelle, per l’uso ad es di diete ipoproteiche

    - di riuscire a separare l’azoto organico da quello minerale ad alta solubilità quindi a rapida disposizione della pianta.

    Per farlo bisogna approntare un piano di monitoraggio del refluo zootecnico che dimostri i valori e la qualità dell’azoto finali. Il piano di monitoraggio è obbligatorio per tutti quelli che sceglieranno l’abbattimento dell’azoto.

    Le tecniche per separare l’azoto organico da quello minerale sono diverse:

    1) separazione solidi grossi e successivi nitro-denitro parziale, fino all’abbattimento della sostanza organica, questo comporterà anche l’abbattimento di una percentuale di azoto come N2 atmosferico.

    2) Separazione solidi grossi, aggiunta di flocculanti al chiarificato e separazione dei solidi fini con flocculazione o centrifugazione. (la tecnica è BAT) Si ottiene un iperchiarificato ricco di minerali fertilizzanti ma con pochissima sostanza organica.


    3) Separazione solidi grossi, e separazione dei solidi fini con micro, nano, o ultra filtrazione. Si ottiene un ultrachiarificato senza sostanza organica ma con minerali fertilizzanti. (la tecnica non è BAT)

    4) Digestione anaerobica e successiva separazione solidi grossi, resta un digestato con un po’ di sostanza organica, che volendo si può abbattere ulteriormente con i punti sopracitati 1,2,3.

    Come già detto i costi energetici delle lavorazioni possono essere annullati dall’abbinamento al fotovoltaico agricolo, o in caso di biogas, dalla cogenerazione.


    Inaccettabile il fatto che vengano considerati reflui zoogenici minerali solo i digestati anaerobici. Certo che se tutti reflui zootecnici venissero digestati, non ci sarebbe più nessuna possibilità di apportare sostanza organica ai terreni,soprattutto nel caso in cui le asportazioni colturali fossero totali come per il silomays usato sia come foraggio sia come integrazione negli impianti di biogas.
    Una volta dimostrato di riuscire a separare la frazione minerale da quella organica, si deve riuscire a dimostrare che lo spandimento della frazione di refluo zoogenico mineralizzato avvenga ad alta efficienza come per i concimi minerali cioè in presemina o in copertura. Per poterlo fare correttamente bisogna :

    - cercare coltivazione invernali

    - oppure intercolturali

    - oppure aumentare i volumi di stoccaggio mettendo i teli sui vasconi per evitare l’aggiunta di acque meteoriche, e/o installando nuove vasche ( ad es quelle a saccone da 1000 m3 che costano poco e che ben si prestano a stoccare il chiarificato)

    Se si riuscisse a dimostrare di separare la frazione minerale e di utilizzarla come un concime minerale, in presemina e in copertura, si dovrebbe riuscire ( a rigor di logica e di buon senso) a spandere con i limiti colturali fino a 340 kg/Ha anche in zona vulnerabile, superando il limite dei 170 kg/Ha, che invece sarà applicato per i separati solidi (grossi e fini residui) in quanto questi hanno una scarsa efficienza, e quindi i loro residui nei terreni sono dilavati.
    In pratica si dovrebbe riuscire a spandere il refluo mineralizzato come assimilabile ai concimi minerali.
    Non è previsto dalla normativa ma di fronte a delle analisi chimiche e ad un monitoraggio serio inserito in un protocollo di controllo, penso che saranno poche le obiezioni...…e al limite si fa ricorso.

    Perché la ragione scientifica non si discute: si dimostra.

    Poi però bisogna che gli agricoltori accettino sia la parte organica sia quella minerale, dei reflui e questo come già spiegato è possibile solo condizionando la Pac alla tutela della falda con l’uso di effluenti zootecnici, e con le colture intercalari, che impediscano ad esempio il dilavamento dei residui zootecnici ma anche di quelli minerali che sono ancora più alti nell’inquinamento da nitrati. (36% contro 27%)



    Edited by claudiocosta - 27/4/2009, 15:01
     
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