Chi salvare quando c'è la crisi

idea strana ma tremendamente logica

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  1. claudio5
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    Io mi sono permesso di evidenziare l'articolo perchè , a differenza di molti che paventano un Euro di serie B nel senso che paesi come la Grecia , Spagna , Portogallo e Italia , rischiano di essere diciamo " espulsi " dall' Eurozona a causa dell'impossibilità di mantenere i parametri economici stabili , questo faceva vedere una possibilità diversa , i più ricchi se ne vanno per non pagare per i più poveri , io l'ho trovato " biricchina " l'idea .

    Poi quello che faranno non lo sanno neppure loro

    Ciao
     
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    Infatti e' birichina perche' l'articolista "dimentica" di scrivere che sto cavolo di euro lo hanno voluto i francesi e i tedeschi in accoppiata e successivamente imposto agli altri, italiani compresi che tutto sommato non vedevano l'ora di uscire da situazioni pericolose di svalutazioni continue.
    Ma sappiamo anche che i parametri europei sono troppo tirati e si rifanno a quando la Germania ed in parte la Francia, tiravano il mercato europeo, oggi sappiamo non e' cosi. La crisi in borsa di oggi sta li a dimostrare che "mai perdere la guardia".

    Se vedemu!
     
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  3. claudio5
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    TRAGEDIA GRECA: LA MAGGIORANZA DEI TEDESCHI RIVUOLE IL MARCO
    di WSI

    Con il salvataggio di Atene da parte della UE, monta il rigetto per l'euro e il sentiment contro il Trattato di Maastricht. Secondo l'autorevole Frankfurter Allgemeine la maggioranza dei cittadini in Germania vuole tornare al D-Mark e abbandonare la moneta unica.


    """""""" gira gira """"""""

    Edited by MetS - 1/4/2010, 21:06
     
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    Della serie: quando la nave affonda i topi scappano!
    Nei tempi eroici gli Italiani erano considerati Volta Gabbana.
    Ci fu un tempo in cui i tedeschi ci odiarono per questo.
    Noto con sottile piacere che ora siamo gli unici a sostenere malgrado tutto il bistrattato euro, non fosse altro che per garantirci una continuita', vent'anni fa la lira passava da una svalutazione all'altra, tutto sommato meglio cosi'.
    Certe volte la gente non capisce cosa voglia dire in termini di costi tornare ad utilizzare una vecchia moneta, gia' morta e sepolta.
    All'Europa passare all'euro costo' alcune decine di milioni di euro, che furono divisi fra tutti i paesi che avevano aderito al trattato.
    Se i tedeschi passassero al D-Mark l'operazione graverebbe solo sulle loro tasche, esponendoli ad inflazione galoppante e ai costi diretti. Nel cambio ci guadagnerebbe forse l'euro ma la fattura che i tedeschi tutti dovessero pagare renderebbe assolutaemnte non conveniente il discorso.

    Potevano pensarci prima.

    Med vänlig hälsning
    MetS
     
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  5. claudio5
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    Notizie come queste sono parecchi mesi che circolano , della serie ma il pozzo nero quanto è profondo ?


    L'oro, nuova truffa planetaria

    Sul mercato esistono due forme di oro negoziabile: l'oro nella sua forma fisica (monete, lingotti) e l'oro cartaceo.

    Chris Powell, segretario tesoriere del GATA, il Gold Anti-trust Action Committee, un'organizzazione con base negli Stati Uniti (gata.org) che fa le pulci alle banche centrali per tutto quello che ha a che fare con l'oro, ha dimostrato che il mercato dell'oro cartaceo è completamente disconnesso dalla realtà. In prospettiva, un immenso crack!

    Rob Kirby, editorialista di Goldseek.com, peraltro già trader professionista, ha dichiarato nel novembre scorso: "Da un lato, c'è troppo poco oro per supportare uno spettacolare volume di vendite su carta, dall'altro il mercato di Londra è il maggiore centro per 'ripulire' i lingotti dubbi". Secondo questo esperto di economia, sotto l'era Clinton sono state placcate d'oro 640 000 barre di tungsteno da 400 once che si trovano in parte a Fort Knox e in parte sono state vendute sul mercato mondiale. Gli USA sarebbero in realtà rovinati e non disporrebbero più d'oro. Secondo lui, 16 500 tonnellate di falsi lingotti sarebbero sparpagliate per il mondo [1].

    DI GILLES BONAFI
    mondialisation.ca
     
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  6. claudio5
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    LA GRANDE BATTAGLIA: L’ASTA DEI TITOLI SOVRANI
    di Leon Zingales* e Carmen Vitanza**


    La fase di apparente normalizzazione dei mercati finanziari è semplicemente l’occhio del ciclone; una nuova crisi nel giro di non molto tempo ci avvolgerà con conseguenze economiche e geopolitiche imprevedibili: la crisi dei debiti sovrani.

    E’ partita una guerra all’accaparramento dell’ultimo risparmio e gli stati stanno utilizzando tutte le armi a disposizioni, convenzionali e non, per procurarsi l’ossigeno necessario per continuare a respirare.

    Il salvataggio del sistema finanziario boccheggiante ha necessitato di uno sforzo immane: la nave dei debiti sovrani è stata colmata all’inverosimile, ben oltre la capacità della stiva, ed è in procinto di essere inghiottita dal mare in tempesta. E’ una lotta all’ultimo sangue: come prigionieri in un relitto i singoli contendenti si stanno contendendo il poco cibo e la poca acqua a disposizione in una guerra che non ammette prigionieri. Chi vi scrive ha più volte espresso le proprie critiche su come è stato concepita la moneta unica attaccandone la rigidità dogmatica e la mortale staticità. Ma il repentino precipitarsi della crisi del sistema Euro deve essere vista come conseguenza di questa battaglia finale per la sopravvivenza.

    Il Debito sovrano USA raggiunge i 12700 Miliardi di Dollari (quasi il 90% del PIL) ed, aggiungendo i debiti delle agenzie nazionalizzate (Fannie Mae e Freddie Mac) si perviene a 18800 Miliardi (il 130% del PIL). Nel contempo le entrate fiscali crollano e 48 dei 50 degli stati USA sono in deficit (la California ha un budget gap del 56%, l’Arizona del 51% e l’Illinois del 41%); il sistema USA divora il proprio futuro in maniera sempre più vorace: un report della Pension Modernization Task Force, commentando il buco pensionistico dell’Illinois di 90 Miliardi di Dollari, ha evidenziato come il sistema pensionistico sia ormai usato come carta di credito per mantenere i servizi essenziali in uno stato in cui si spendono 3$ per ogni 2$ effettivamente incassati.

    Il mercato immobiliare continua ad essere in profonda sofferenza (considerando anche che le banche USA hanno messo in vendita solo il 30% delle case pignorate onde evitare di segnare subito le perdite nei rispettivi bilanci) e la nuova ondata di svalutazioni ARMS è in prossimo arrivo. Con questi fondamentali si comprende come l’affidabilità finanziaria degli USA sia sempre più minata e, pur di assicurarsi l’ossigeno (gli USA hanno tra l’altro il respiro corto perché la duration media del proprio debito è 4.5 anni, due anni in meno della media europea) fornito dalla vendita dei TBills, qualsiasi arma diviene lecita.

    L’enfasi delle strutturali debolezze del Sistema Euro è attualmente lo strumento più utile per consentire un rafforzamento del Dollaro. Convincere dell’ineluttabilità del fallimento della moneta unica (tra l’altro non mentendo del tutto) è l’unico modo per continuare ad essere attrattivi nei confronti dei risparmi stranieri.

    Ma, malgrado tutto, l’ultima asta settennale da 32 Miliardi di Dollari dei titoli USA ha evidenziato tempo nuvoloso e nel contempo il titolo decennale ha raggiunto il massimo rendimento dall’Ottobre 2008 (epoca preistorica nell’attuale evoluzione della crisi sistemica), ossia il 3.89%. Aspettiamoci dunque ulteriori scombussolamenti e tremende sollecitazioni al rigido sistema Euro: gli USA non possono permettersi di perdere la guerra dei titoli sovrani.
     
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  7. claudio5
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    USA: BAIR (FDIC), FALLIMENTI BANCARI CONTINUERANNO AD AUMENTARE

    (ASCA) - Roma, 20 mag - ''La domanda di liquidita' e' destinata a crescere nel 2010, poiche' i fallimenti bancari toccheranno il picco'', cosi' Sheila Bair, presidente della Fdci (l'agenzia federale che assicura i depositi bancaiti), in una nota che riassume l'andamento del settore bancario Usa nel primo trimestre.

    Un trimestre che ha registrato utili per le banche pari a 18 miliardi di dollari, il top dal primo trimestre del 2008, profitti in gran parte ''generati dalle banche piu' grandi''.

    Gli accontonamenti per le perdite sono stati pari a 51,3 miliardi, ''concentrati in poche grandi gruppi bancari''.

    La lista degli istituti di credito con problemi di solvibilita' e' salito a 775 dai 702 del quarto trimestre del 2009, stabili a 403 miliardi di dollari gli asset problematici.

    Tra le note incoraggianti ''la frenata del processo di deterioramento degli attivi bancari''.


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    LA GERMANIA SCENDE IN GUERRA (tratto da un post di Felice Capretta ... e non solo anche altri fanno post su questo tono )

    Germania, stop alla speculazione

    Da reuters:

    Il governo tedesco vieterà temporaneamente le vendite allo scoperto sui titoli delle dieci principali istituzioni finanziarie tedesche, a partire dalla mezzanotte di martedì e fino al 31 Marzo 2011


    L'opzione nucleare

    Perchè questa scelta equivale all'opzione nucleare?

    Perchè di fatto mette fuorilegge gli attacchi speculativi portati dall'estero al centro nevralgico dell'economia tedesca. E' un calcione nel didietro alla speculazione soprattutto angloamericana, che non potrà più speculare al ribasso sulle grandi banche tedesche e sui titoli di stato dell'eurozona e sui CDS dell'eurozona.

    In Germania.

    Cio' che è più rilevante è che questa mossa mette fine, improvvisamente e con un colpo di firma, alla politica delle belle maniere e del tutto va bene.

    Soprattutto, mette la parola fine alla tutela del potere sovranazionale e globale della finanza speculativa sulla pelle dei tedesch... pardon, delle prime 10 istituzioni economiche tedesche.

    Vedremo come reagiranno i fondi speculativi.

    Forse è un atto coraggioso.

    O forse, davanti all'euro che crolla e all'Unione Monetaria Europea che sta per essere consegnata ai libri di storia, è una disperata mossa tedesca per proteggere il suo interesse tutto tedesco al salvataggio della moneta unica.

    Trattasi di strategia dell'"ognun per sè" , che, come è noto, precede la successiva strategia del "si salvi chi puo'", o della dissezione geopolitica globale .

    Da Bruxelles, per ora, nessun commento.

    Germania ognun per sè, Deutschland Uber Alles.
     
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  8. claudio5
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    Come difendersi dal cigno nero: le 10 regole di Nassim Taleb
    (Professore alla London Business School, tra i direttori del Decision Science Laboratory e Distinguished Professor di Risk Engineering al Polytechnic Institute della New York University.
    Dopo oltre vent’anni di lavoro sui derivati di istituti finanziari come CSFB, UBS, BNP-Paribas e Bankers Trust, Taleb ha rivolto la sua attenzione alle ricerche in ambito psicologico, filosofico, finanziario e innovativo.)

    Bando alle ciance e largo alle 10 regole di Nassim Taleb
    1) Ciò che è fragile dovrebbe spezzarsi nella fase iniziale quando è ancora piccolo.
    Nulla dovrebbe ingigantirsi troppo prima di fallire. L’evoluzione, in economia, porta le situazioni con il maggior numero di rischi nascosti – e quindi le più fragili – a diventare sempre più grandi.
    2) Nessuna socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti.
    Tutto ciò che necessita di essere salvato dovrebbe essere nazionalizzato; ciò che non necessita di aiuto dovrebbe essere lasciato libero, piccolo ed esposto ai rischi. Siamo riusciti a mettere insieme il peggio offerto dal capitalismo e dal socialismo. In Francia negli anni 80, i socialisti controllavano le banche. Negli Stati Uniti, nel 2000, le banche controllavano il governo. Si tratta di una situazione surreale.
    3) A coloro che guidavano uno scuolabus bendati (e l’hanno sfasciato) non dovrebbe essere mai più permesso di guidare un altro scuolabus.
    L’establishment economico (università, autorità di regolamentazione, funzionari delle banche centrali, funzionari governativi, economisti al servizio di varie organizzazioni) ha perso la propria legittimità a seguito del fallimento del sistema.
    Sarebbe imprudente e insensato da parte nostra se ci affidassimo alle capacità di questi esperti per uscire da
    questo caos. Al contrario, bisogna individuare le persone intelligenti e con le mani pulite.
    4) Non lasciare che una persona che riceve bonus e “incentivi” gestisca un impianto nucleare, né tanto meno i rischi finanziari.
    La probabilità è che aggiri le regole sulla sicurezza per evidenziare gli “utili” e vantarsi al contempo di essere “prudente”. I bonus non riducono i rischi nascosti di eventuali crisi. È stata l’asimmetria del sistema dei bonus a condurci a questa situazione. Basta con gli incentivi se non ci sono anche le sanzioni: il capitalismo si basa sulle ricompense e sulle sanzioni, non esclusivamente sulle ricompense.
    5) Equilibrare la complessità con la semplicità.
    La complessità della globalizzazione e di un’economia altamente interconnessa deve essere controbilanciata dalla semplicità dei prodotti finanziari. L’economia è già di per sé una specie di leva, la leva dell’efficienza. Tali sistemi sopravvivono grazie al rallentamento e alla sovrabbondanza; l’aggiunta del debito provoca rotazioni vorticose e pericolose e non lascia spazio a errori. Il capitalismo non riesce a evitare le tendenze e le bolle: le bolle patrimoniali
    (come nel 2000) si sono dimostrate contenute; le bolle del debito sono pericolose.
    6) Non dare ai bambini candelotti di dinamite anche se provvisti di istruzioni.
    I derivati complessi devono essere vietati perché nessuno li capisce e solo pochi sono abbastanza perspicaci da conoscerli. I cittadini devono essere tutelati, devono essere protetti dalle banche che vendono loro prodotti “di copertura” e dagli ingenui funzionari delle autorità di regolamentazione che ascoltano i teorici dell’economia.
    7) Solo lo schema di Ponzi dovrebbe basarsi sulla fiducia.
    I governi non dovrebbero mai avere bisogno di “ristabilire la fiducia”. Le voci dilaganti sono il prodotto di sistemi complessi. I governi non possono fermare tali voci. In parole semplici, dobbiamo essere in grado di scrollarci di dosso queste voci, essere abbastanza forti di fronte ad esse.
    8 ) Non dare a un drogato altra droga se soffre di crisi d’astinenza.
    Utilizzare la leva finanziaria per curare i problemi di troppa leva finanziaria non è omeopatia, è un’aberrazione. La crisi del debito non è un problema momentaneo, ma strutturale. È necessario un periodo di riabilitazione.
    9) I cittadini non dovrebbero fare affidamento sulle attività finanziarie o su fallibili consigli di “esperti” per il loro pensionamento.
    L’economia dovrebbe essere definanzializzata. Dovremmo imparare a non utilizzare i mercati come magazzini di valore: essi non presentano le certezze che le persone normali richiedono. I cittadini devono provare l’ansia riguardo le proprie attività (che controllano), ma non riguardo i propri investimenti (che non controllano).
    10) Preparare un’omelette con le uova rotte.
    Infine, questa crisi non può essere risolta con rattoppi di fortuna, così come una barca con lo scafo marcio non può essere riparata utilizzando raddobbi ad hoc. È necessario ricostruire lo scafo utilizzando del materiale nuovo (e più resistente); dobbiamo ricostruire il sistema prima che lo faccia da solo. Siamo noi che dobbiamo imboccare la strada verso la seconda fase del capitalismo facendo in modo che ciò che deve rompersi si rompa da solo,
    convertendo il debito in capitale, mettendo in disparte l’establishment economico e delle business school, abolendo il Nobel per l’economia, vietando le acquisizioni con indebitamento, mettendo i banchieri al loro posto, recuperando i bonus di coloro che ci hanno portato a questa situazione e insegnando alle persone a navigare in un mondo con minori certezze.

    In questo modo avremo un’economia più simile al nostro ambiente biologico: aziende più piccole, un’ecologia più varia, assenza di leve finanziarie. Un mondo in cui gli imprenditori, non le banche, si assumono i rischi e dove le aziende nascono e muoiono ogni giorno senza che ciò faccia notizia. In altre parole, un luogo più resistente alla comparsa dei cigni neri.

    Source:Nassim Talebs su DailyCapitalist
     
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  9. claudio5
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    Molto bello merita di essere visto , anche per quelli come me che l'inglese lo macinano poco .

    Il filmato della BBC mostra il rimodellarsi con il tempo di 200 differenti bolle colorate, ognuna rappresentate un singolo stato, in base all'eta' e al reddito pro capite della popolazione dei paesi presi in esame. Immediato associare ai forti sbalzi eventi quali l'evoluzione industriale, la prima guerra mondiale e la crescita esponenziale recente dei mercati in via di sviluppo. Ma qual e' la chiave del grafico? La presenza di un fattore che dovrebbe alimentare l'ottimismo: il progresso. L'Italia? Nel 2009 raggiunta dalla provincia di Shanghai.

    www.youtube.com/watch?v=jbkSRLYSojo&feature=player_embedded
     
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    Con la differenza che noi siamo liberi, loro non lo sono!
     
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  11. claudio5
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    CITAZIONE (MetS @ 1/12/2010, 11:34) 
    Con la differenza che noi siamo liberi, loro non lo sono!

    E speriamo di rimanerlo , ancora un poco , e non diventare "servi della gleba" di un'oligarchia finanziaria che si stà delineando all'orizzonte . . . . :cry:

    Salutoni Claudio
     
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  12. francesco1966
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    Molto bello!!!
     
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    CITAZIONE (claudio5 @ 1/12/2010, 15:23) 
    oligarchia finanziaria che si stà delineando all'orizzonte . . . . :cry:
    Salutoni Claudio

    Ciao Claudio
    Servi della gleba un pò lo siamo già.
    Piuttosto l'oligarchia finanziaria da mò che c'è....
    Sono sempre i soliti dell'ex club di Enrico Cuccia (Mediobanca) che si dividono la torta, vedi la storia di Alitalia e capirai.
    Entrare in quel Club è difficile anche se il forziere è ricolmo, uscirne invece è facilissimo, basta uno sgarbo come quello, per esempio, che fece Ricucci tentando la scala al Corriere della Sera per ritrovarsi in poco tempo dalle stelle alle stalle.
     
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  14. claudio5
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    CITAZIONE (MetS @ 1/12/2010, 19:15) 
    Sono sempre i soliti dell'ex club di Enrico Cuccia (Mediobanca) che si dividono la torta, vedi la storia di Alitalia e capirai.
    Entrare in quel Club è difficile anche se il forziere è ricolmo, uscirne invece è facilissimo, basta uno sgarbo come quello, per esempio, che fece Ricucci tentando la scala al Corriere della Sera per ritrovarsi in poco tempo dalle stelle alle stalle.

    Ok Ok , ma non mi riferivo a questo , sono notizie che si leggono sui giornali , e poi fin che si scornano fra loro può andare ancora bene , il problema è che anno creato un MOLOCH debitorio che per venirne fuori devono distruggere la classe media che è quella che ha creato l'attuale qualità della vita in europa con la rivoluzione industriale degl'ultimi 100 anni .

    Nessuno li può fermare, hanno potere sovranazionale , non sono eletti e non possono essere rimossi se non da loro stessi , ora ricattano le nazioni dettano leggi e sono riusciti a prendere in mano il coltello dalla parte del manico .

    Sembra tutto come un programma ben preparato , speriamo di non fare la fine dei polli . . . . . . .

    Va be . . . , tanto , preoccuparci non serve il gioco non è al ns. livello.

    Cordialmente Claudio
     
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28 replies since 12/12/2008, 22:06   769 views
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