VINCENZO FERRARA: IL CLIMATOLOGO MACHIAVELLICO

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  1. claudiocosta
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    VINCENZO FERRARA: IL CLIMATOLOGO MACHIAVELLICO


    Chi sono in Italia i climatologi che sostengono l’operato dell’IPCC?
    Uno di questi è il professor V.Ferrara, nella puntata di “Porta a porta” del 03/05/07 rivolgendosi al professor F. Battaglia che contestava la teoria dei gas serra, disse: “lei è un chimico e non un climatologo, quindi non può parlare”. L’espressione ricorda il ventennio: lei non è allineato quindi non può parlare. Perché mai un professore universitario di chimica dell’atmosfera, non dovrebbe esprimere dei dubbi sulla chimica-fisica dell’atmosfera? Non dovrebbe riferire nemmeno le ricerche fatte da altri? Eppure la CO2 è in equilibrio chimico-fisico tra acido carbonico dell’acqua e anidride carbonica nell’aria. Quindi nemmeno i giornalisti ne potrebbero parlare? Non sono climatologi!

    Il professore V.Ferrara è il climatologo che ha tentato di giustificare la tabella dell’IPCC sul radiative forcing, che analizzerò in seguito, nello scritto “Energia ed effetto serra” e “effetto serra antropico” del 2007. Nell’occasione di “Porta a porta” il climatologo V.Ferrara come prova imprescindibile dell’aumento dell’effetto serra, affermò che l’aumento era di 2,4 w/mq!
    Come vedrete in seguito questo valore non è una misura reale , ma è un ipotesi dedotta da un modello climatico, molto contestato dagli scienziati scettici.
    Inoltre a fine puntata disse che i ruminanti emettono metano con le flatulenze, che è un errore.

    Scritto da: Giorgio Prinzi su ''Opinione on line” edizione 204 del 22-09-2007

    Come si diventa climatologi famosi? Lo spiegava nel 1982, in questo articolo che ripubblichiamo, Vincenzo Ferrara, ovvero il climatologo di fiducia che il ministro A. Pecoraro Scanio ha voluto per coordinare la Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici svoltasi la settimana scorsa. L'articolo è stato pubblicato sulla "Rivista di Meteorologia Aeronautica" (Volume XLII n. 1, Gen-Mar 1982). E' un documento eccezionale perché l'allora giovane scienziato Vincenzo Ferrara spiegava perfettamente - contestandolo - il meccanismo che porta gli scienziati del clima alla fama. Ancora pochi anni e anche per Ferrara è iniziata la scalata al successo, evidentemente seguendo la strada disprezzata solo pochi anni prima: all'inizio degli anni '90 è stato inserito nella delegazione italiana che ha partecipato ai negoziati internazionali sul clima; poi dal 1992 al 2006 è stato il Focal Point nazionale dell'Ipcc, l'organismo dell'Onu che monitora i cambiamenti climatici. Entrato all'Enea, è diventato direttore del Progetto speciale sul clima globale, e fa anche parte del Comitato scientifico del Wwf.

    Scritto da: V.Ferrara su "Rivista di Meteorologia Aeronautica" 1982.

    Come prevedere il clima del secolo prossimo? Se io fossi un climatologo a contatto con il pubblico, mi comporterei esattamente come il medico di fronte ad un malato più o meno immaginario. Questi malati, infatti, sanno tutto di medicina dai più remoti sintomi alle più catastrofiche prognosi perché seguono freneticamente tutte le rubriche televisive del tipo: “Curatevi da soli con lo zabaglione”, comprano puntualmente tutte le grandi enciclopedie illustrate a fascicoli settimanali della serie: "Tutta la salute minuto per minuto”, leggono insaziabilmente libri e riviste di medicina della collana: “Tutto quello che dovete sapere dalla cefalea al cancro fulminante” e, infine, tanto per sgranchirsi il cervello, imparano a memoria il nome di qualche migliaio di medicine al giorno, dal prontuario in 78 volumi delle “Specialità medicinali nazionali ed internazionali”. Un tipo di questo genere, quando sta male e va dal medico, già sa la diagnosi e prevede le possibili cure, compreso il nome di qualche centinaio di medicine adatte al caso. Ebbene, se il medico con il solito linguaggio incomprensibile gli sciorina, traducendo in termini terra-terra, la stessa diagnosi che lui aveva formulato, proponendogli una parte delle medicine che lui stesso
    aveva pensato, quel medico diventa subito il più grande scienziato di tutti i tempi, un nobel della medicina. Ma se, viceversa, il medico dice qualcosa di diverso da quello che lui pensava, quel medico diventa subito antipatico, incapace e presuntuoso, le sue cure risultano inefficaci, anzi nocive, finché alla fine quel medico viene senza mezzi termini classificato come uno che ha preso la laurea in medicina solo per far soldi perché in realtà non capisce un beneamato tubo di medicina. Ebbene, per il climatologo succede la stessa cosa.
    La gente ormai sa tutto sul clima e sul tempo (clima e tempo sono spesso sinonimi),perché ha già letto qualche decina di manuali sul tempo (atmosferico) del passato, presente e futuro, a partire dal big bang iniziale e fino alla fine dell'espansione dell'universo (se ci sarà una fine); conosce a memoria l'enciclopedia a fumetti del "Fatti da solo il tempo che vuoi”, anzi si è già costruito in casa un bel temporale in miniatura con relativi fulmini e trombe d'aria, e poi, cosa più importante di tutte, ha divorato avidamente migliaia di pagine scientifiche dai quotidiani e periodici vari ove si parla addirittura dell'utilità della meteorologia nelle danze della pioggia in Patagonia. Pertanto appena il tempo fa le bizze e le temperature appena un po' più fredde del normale, coloro che tutto sanno si agitano furiosamente come morsi dalla tarantola, chiedono notizie e informazioni, telefonano al Servizio Meteorologico e perfino alla Protezione Civile, i giornali e la televisione ne parlano, le interviste si sprecano e la ricerca del “freddo che più freddo non si può” dilaga. In queste condizioni anche i più ignoranti e trogloditi sanno farsi una diagnosi e una prognosi sul clima e sulla lampante variazione climatica, e,come nel caso del malato di cui sopra, si interpella l'esperto climatologo con la frase di rito: “Il clima sta cambiando”?.
    Orbene, se voi siete climatologo e contemporaneamente desiderate sopravvivere come un climatologo, accrescendo magari la vostra fama, non avete che da comportarvi come il medico, fornendo proprio la diagnosi e la prognosi che la gente si aspetta. Guai a rispondere: “Ma no, è tutto normale”, oppure: “Sono tutte balle montate dai giornali e dalla televisione” o peggio ancora: “Ogni volta che il tempo cambia ci state a rompere le scatole con queste variazioni climatiche”, perché la gente vi guarda prima sbigottita, poi con antipatia e infine conclude all'unanimità che voi meritate il confino in Siberia perché non capite un accidente né di tempo, né di clima. Sarebbe la fine della vostra carriera e vi converrebbe mettervi in pensione prima che vi buttino fuori a calci nel sedere. L'unica risposta sensata alla domanda: “Il clima sta cambiando?” è: “Ma certo che sta cambiando! È ormai una cosa nota, scientificamente accertata e fuori discussione”. A questo punto prevedete per il futuro e per il prossimo secolo un clima esattamente uguale al tempo atmosferico presente, esaltando magari il fenomeno fino alle estreme conseguenze. Così, se fa freddo prevedete “glaciazioni”, se fa caldo prevedete una “era torrida”, e se vi sono condizioni di forte variabilità prevedete “estremi climatici” a breve termine e clima più o meno immutato a lungo termine (secolare).

    Ma, direte voi, come fa un climatologo serio a fornire previsioni climatiche, attualmente impossibili, e per giunta previsioni, o meglio predizioni, così opposte senza sentirsi un buffone? Non temete c'è la scienza che vi sorregge, perché la scienza in questo campo ha pensato a tutto e fornisce la soluzione per ogni caso, anche per quelli più disperati. Perciò, se fa freddo, il discorso scientifico da fare è il seguente: “Il clima sta cambiando e ci avviamo verso una nuova glaciazione. Questo fatto è già stato accertato perché a partire dal 1940, la temperatura media dell'emisfero nord è diminuita di circa 0,4°C, a causa probabilmente della minor trasparenza dell'atmosfera intorbidita dal sempre maggior inquinamento dell'aria. Il raffreddamento dell'aria provoca una maggiore estensione dei ghiacciai e dei mantelli nevosi, i quali essendo molto riflettenti (albedo elevata) per la radiazione solare provocano a loro volta un successivo raffreddamento e quindi nuovi e più vasti ghiacciai, e così via in una spirale che porterà ad una nuova glaciazione nel giro di un secolo e forse meno”. Già, ma se fa caldo come si fa a giustificare una previsione di era torrida con questi dati di fatto sul raffreddamento? State calmi. Basta affrontare il problema da un altro punto di vista altrettanto scientifico.
    In questo caso il discorso è: “Il clima sta cambiando e ci avviamo verso un'era torrida. Tutto ciò è stato già scientificamente accertato perché a partire dal 1850 il contenuto di anidride carbonica nell'atmosfera è andato progressivamente aumentando e solo in questi ultimi venti anni si è passati da 315 a 334 parti per milione. Ciò significa che nel 2020 l'accumulo di anidride carbonica sarà più che raddoppiato se si tiene anche conto dei sempre crescenti consumi di energia e di utilizzo dei combustibili fossili. L'aumento di anidride carbonica riduce le perdite di radiazione ad onda lunga dalla terra verso lo spazio (effetto serra) e nel giro di meno di mezzo secolo la temperatura media dell'aria aumenterà di circa 2 o 3°C; ci sarà scioglimento dei ghiacci polari ed un aumento medio del livello del mare che sommergerà parecchie località costiere”.Tutto ciò sarà bello e scientifico, ma se a voi climatologi non va di essere così drastici oppure se le oscillazioni del tempo non sono tali da far presupporre che l'opinione pubblica preveda ere torride o glaciazioni come comportarsi?
    Anche in questo caso la soluzione è semplice. Basta impostare il discorso in quest'altro modo: “Il clima sta cambiando, ma con rapide fluttuazioni e su periodi brevi. È vero che la temperatura è diminuita dal 1940 ad oggi, ma è anche vero che dal 1880 al 1940 è aumentata in media di 0,6°C. È vero che l'anidride carbonica aumenta, ma è anche vero che buona parte della radiazione solare ad onda lunga è assorbita dagli oceani riducendo l'effetto serra e la rimanente parte è perduta verso lo spazio a causa di contemporanee variazioni dell'ozono stratosferico. Insomma, episodi a breve termine di insolito clima sono soltanto fluttuazioni di un sistema che già di per se stesso è molto variabile. Se si considera il clima su periodi secolari o plurisecolari, si nota che è rimasto del tutto invariato e non vi sono attualmente indizi tali da giustificare una variazione climatica a lungo termine e quindi nel prossimo secolo”. E con ciò è sistemata anche questa previsione.

    In definitiva queste ricette sono uguali a quelle del medico di cui sopra: curano tutti i malati autodidatti del tempo e li rendono felici, accrescendo contemporaneamente la vostra bravura di scienziato, perché se vi chiedono: “Il clima sta cambiando?” in fondo già credono che il clima sia cambiato e aspettano solo la conferma dell'esperto per sentirsi in pace, appagati dal proprio infallibile genio e della propria ineccepibile diagnosi, anche se frutto dei dotti consigli propinati al pubblico mediante “fascicoli settimanali”, con omaggio di un altro fascicolo e della copertina del dizionario del “So tutto io”.

    Vincenzo Ferrara.

    Commento: Il documento è importante anche se datato, perché il professor V.Ferrara ci spiega che i climatologi potrebbero sostenere qualsiasi tesi, senza tema di smentita, poiché le verifiche sono praticamente impossibili.
     
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  2. claudiocosta
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    Giro questa replica del professor Ferrara

    "Desidero chiarire a Claudio Costa e ad altri come lui che l'articolo riportato per motivi politici sul sito:
    http://mauriziomorabito.wordpress.com/2007...-sbagliare-mai/
    fa parte di una serie di articoli di presa in giro dei meteorologi che il sottoscritto scriveva dal 1975 in poi nella rubrica satirica "In margine" della Rivista di Meteorologia Aeronautica", su richiesta dell'allora direttore del Servizio (magg. gen. Giuseppe Cena) anche per alleggerire il contesto piuttosto austero della rivista stessa. Della stessa serie vi sono altri miei numerosi articoli che prendono di mira la categoria dei meteorologi, tra cui: "Come si diventa meteorologi", "Come si fanno le previsioni del tempo", "Meteorologia e Meteoroscopo", "In Paradiso fa più caldo che all'inferno" ecc. , oltre a tante altre storie satiriche, poesie, filastrocche ironiche ed altro materiale umoristico. Di conseguenza usare strumentalmente tale materiale, avulso dal suo contesto originario nel quale era inserito, e per di più in senso negativo, è opera di alta scorrettezza, e rappresenta un attacco ingiustificato alla dignità della mia persona, attacco che rasenta, tra l'altro, la diffamazione della mia persona, della mia professionalità e serietà professionale, alla quale dovrò purtroppo porre rimedio in sede legale.
    Ognuno può motivare le sue convinzioni, giuste o sbagliate che siano, come meglio ritiene di fare. Ma fondare o giustificare le proprie opinioni sulla base della denigrazione o dell'insulto diretto o indiretto (tramite insinuazioni) delle persone e della loro dignità, è, secondo me, solo un'espressione di degrado mentale e culturale oltre che di palese inciviltà
    Vincenzo Ferrara"

    Dunque l'articolo era inserito in una rubrica di satira, ne prendo atto.

    Scusi!

    Ma leggendo l'originale presentato da Giorgio Prinzi non si capiva affatto che intendeva dire, soprattutto il fatto che non fosse vero quello che affermava.
    Delle tre versioni del climatologo quale sarebbe quella satirica e quale quella vera?
    Dall'82 ad ora i climatologici ne hanno dette tante di cose poi smentite dagli stessi.

    L'impressione è che la situazione della climatologia sia proprio quella da lei descritta

    Edited by claudiocosta - 2/3/2009, 15:30
     
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1 replies since 2/3/2009, 08:21   1345 views
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