Impianti a gassificazione in Italia

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  1. Lawrence
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    Immane Rompiball

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    Confermo, sotto i 100kW si deve avere biomassa gratis. Oppure tanta necessità di calore. In pratica il gioco sta nel fatto che se in un condominio metto una caldaia a legna da 50kW questa mi riscalda il condominio. (punto)
    Metto la legna, la accendo e questa scalda l'acqua in uno scambiatore ed il resto è uguale ad una caldaia a gas o a petrolio. Solo che la legna costa un decimo.
    Il gassificatore oltre a produrre calore produce anche energia elettrica, sempre più o meno allo stesso prezzo della biomassa consumata, ma con l'enorme implicazione di aggiungere tecnologia più complessa alla solita "stufa" a legna con scambiatore per l'acqua calda. Deve essere aggiunta la tecnologia del motore a scoppio, del regime costante di rotazione al variare della potenza assorbita dal carico, della generazione del gas dalla legna (Che non è gas di sintesi o syngas ma solo "gas di legna") della sua pulizia, dell'alimentazione e della regolazione in automatico della quantità di gas prodotto, della pulizia del carbone dalla stufa (il residuo è carbone e non più cenere) la pulizia del gas che altrimenti appesterebbe il motore a scoppio, e se questa vien fatta con l'acqua occorre, poi, fare la pulizia dell'acqua che non si può buttare tale e quale nelle fognature, poi, tolto il catrame e le ceneri dall'acqua questi dovranno essere smaltiti adeguatamente.
    Ora, c'è un altro sistema che è l'inverso di questo. Si usa il gas metano si alimenta un motore meccanico a metano che è già pulito, e che produce calore in risposta alla richiesta di energia elettrica prodotta da un generatore connesso al motore, fine. Costa meno, funziona meglio, è disponibile fin da subito, costa poco (si fa per dire, comunque meno di un gassificatore) tutto questo se non si vuol "lucrare" sulla biomassa.
    Se, invece, si ha a disposizione della biomassa sottoforma di legna, e si vuo lucrare vendendola a 280 euro a tonnellata piuttosto che a 60 euro sottoforma di cippato, allora il discorso è diverso. Occorre un "serio" impianto indsutriale capace di fare tutto quello che si è detto prima. Comunque, 100kW di potenza è il minimo, a cui si può pensare nel caso si voglia vendere energia al GSE che la paga intorno a 0.25 euro a kWh immesso in rete. Se la biomassa è gratis ci si può pure guadagnare qualcosa ma visti i costi di un impianto di questo tipo (100kW) e se vi promettono che con 20000 euro si fa non ci credete, se avete la biomassa è consigliabile un impianto per lo meno da 200kW. Perchè è il massimo di potenza che non richiede grandi moli di burocrazia da espletare.
    Inoltre, il contratto a prezzi bloccati dell'energia (dal GSE) è di 20 anni ed è da tenere presente alcune considerazioni dimostrabili matematica alla mano. Su 20 anni ciò che influenza sui costi non è il prezzo del gassificatore non fa differenza se lo pagate 800 mila euro, un miolione o un milione e mezzo, questo costo diluito in 20 anni scompare di fronte al costo che ha la biomassa e la manutenzione dell'impianto. La biomassa richiesta è in funzione di alcune variabili da 1kg a 1.25kg per il legno o anche fino a 2kg per kWh di energia immessa in rete, se avete da recuperare, per esempio torba, foglie, erba, residui di reflue ecc... Anche la biomassa "gratis" richiede trattamenti di conglomerazione ed essiccazione che costano ed un impianto da 100kW può richiedere 800000 fino ad un milione di kg di biomassa all'anno questo deve essere il punto di partenza. Ma se 1kWh viene pagato 0.25 euro e se in un anno un impianto può lavorare anche 8000 ore questo produce lordo (da togliere tutte le spese e gli ammortamenti) 200,000 euro. Un impianto da 200kW il doppio, 400,000 euro e così via. Ma non è oro tutto ciò che luccica e tutto deve filare bene altrimenti non solo non si guadagna ma ci si rimette e spesso si trova il mutuo sul finanziamento dell'impianto da pagare e se l'impianto non produce, non si ha con cosa pagare il mutuo e neppure i soldi per farne un'altro. Quindi, se si "investe" in un impianto non si può comprare uno di quei rottami che si trovano in giro. Si deve comprare un impianto non che costi poco, ma il top del top. Il fatto che l'azienda non ne abbia mai fatti non significa nulla. Fatevene costruire uno da SNAM Progetti, o da Babcook & Wilcox (che non hanno nulla a che fare con B&W di Bio&Watt) e vedrete che anche se l'impianto è il primo e unico di quella serie funzionerà alla grande. Peccato che queste grandi aziende non perdono tempo con impiantini così piccoli. Le lagne che circolano in rete e nel mercato rionale dei gassificatori sono solo chiacchiere da mercato del pesce quando è mare grosso da un mese (il pesce vecchio puzza e quello fresco non c'è). Infine, ancora una piccola considerazione, se non siete ingegneri di processo e tecnici impiantisti non fatevi illusioni, vi occorre un impianto con un software ed un sistema di controllo autonomo completamente automatico che funzioni da se ed un fornitore che vi dia un contratto di manutenzione pagato bene ma estremamente efficiente. Non illudetevi che il maniscalco del paese vi faccia funzionare l'impianto ed il figlio del macellaio che è bravo con i giochini della playstation vi possa mettere le mani sul programma di controllo perchè siete fregati. Se non dovete riscaldate il condominio e volete guadagnere bene sulla biomassa che avete a disposizione dovete diventare piccoli industriali. ;)
     
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95 replies since 29/6/2014, 10:33   4838 views
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