Impianti a gassificazione in Italia

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  1. Lawrence
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    Immane Rompiball

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    Molti ci sono cascati e molti ci cascano. Il problema come ho detto non è il costruttore ma l'erronea interpretazione di chi compra. In questo caso, anche di te Claudio. È una questione di ""consumismo" di mentalità "consumistica" e dall'abitudine di essere "consumatori".
    Se si compra una Bentley vuol dire che si è comprato il massimo. Magari, no. Magari quello che ci serviva era una Land Rover. O forse, quello che ci serviva era un motocoltivatore. Ma per converso, chi pensa alla Bentley e sa che gli serve un motocoltivatore, magari compra un motocoltivatore da 8hp monocilindrico per coltivare 50 ettari di terreno. Costa poco.
    La mia non è negatività. C'è ovviamente, chi naviga nella più assoluta contrarietà ai gassificatori, perchè ha visto in giro tante porcherie e si è fatto l'idea che quello sia lo stato dell'arte. Ma anche quello è sbagliato. C'è un caos in giro, non solo nel mercato dei gassificatori, che è una pena. Non è facile rendersi conto in cosa si naviga. Io ho iniziato negli anni 70 a lavorare nell'automazione e anche se i gassificatori non c'incastravano una cippa, mi sentivo sempre dire "ma chi me lo dice che funziona?". L'umanità si divide, sempre come al solito, in due grandi categorie, i "normali" e gli "speciali". I normali sono quegli umani che lavorano otto ore al giorno, fanno ciò che gli viene detto di fare, e poi vanno a casa e spaparanzano davanti la TV a vedere la partita, poi fanno cena, vanno a letto e così via. Gli speciali, noi perchè mi ci metto anche io, no. Ci alziamo e già ci chiediamo chi ce lo fa fare, poi davanti allo specchio mentre ci facciamo la barba cominciamo a pensare a cosa si può fare durante la giornata per migliorare quello, per far funzionare quall'altro, come risolvere quel problema e come sarebbe interessante fare quella prova ecc... Durante il giorno programmiamo, smontiamo, rimontiamo, ci danniamo l'anima a cercare in giro quello che serve e che non si trova mai, continuiamo a dannarci l'anima cercando di fare capire cosa si vuole che facciano i "normali" per ottenere un buon risultato ecc... E così via, alla ricerca del miglior compromesso tra la perfezione e la schifezza assoluta. E così arriviamo a sera contenti che questo ha funzionato che l'altro non è ancora finito ma domani lo sarà. Che alla fine il lavoro non sarà perfetto, ma sarà comunque un buon compromesso e che ne sarà valsa la pena.
    Dopo cinquanta anni di vita da "speciale" alla fine capisci come funzionano tantissime cose, di più di quelle che pur essendo "speciale" ti aspetteresti di sapere e non ti chiedi più o non chiedi più al prossimo "a me chi me lo dice che funziona?" perchè ormai sei in grado da solo di capire se una cosa funziona oppure no, o meglio, se quello che hai davanti può servire allo scopo oppure no, senza che ci sia l'esperto inesperto tiramolla e francazzaforni solito che ti ruba il mestiere solo perchè è bello fare l'esperto davanti a tutti.
    Capita spesso agli "speciali" di trovarsi davanti ai "normali" che vogliono passare per "speciali" ma non lo sono. Spesso divertono, più spesso irritano. Ma la figuraccia non è scontato che la facciano loro. È più probabile che davanti ad una platea di "normali" un "normale" che fa da "speciale" sia più credibile di uno "speciale" che non recita se non la parte di se stesso.
    Questo, come dicevo, capita ovunque è tipico della razza umana e non solo nel settore dei gassificatori. Purtroppo. ;)
     
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95 replies since 29/6/2014, 10:33   4838 views
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