Impianti a gassificazione in Italia

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    Immane Rompiball

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    Per una corretta informazione, quella per la quale sono sempre d'accordo allora mi permetto di postare quanto segue:

    Matteo Marocco è l'amministratore di Pirox Italia.

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    Non vorrei essere stato male interpretato, e non voglio fare il bastiancontrario. D'altro canto è odioso il comportamento di alcuni maniaci della gassificazione che non sto ad elencare, ed io non sono e non voglio passare per uno di quelli.
    Quindi, come ho scritto nel post citato, per me l'impianto non risultava all'epoca, 15/10/2014, circa un anno fa, perfettamente funzionante. Ovviamente, questo non significa che io ci sia stato, o che mi sia stata chiesta una perizia. Ho scritto e ci tengo a precisare che tra le tante chiacchiere, che l'impianto in questione non funzionava. Io non sto a certficare che non funzioni affatto nè che funzioni perfettamente, ma come scrissi all'epoca, ho sentito e letto opinioni che dicevano che non funzionava.
    Quello che posso sostenere e continuo a farlo, anche se mi duole perchè potrebbe essere un mercato interessante, è che il pressappochismo con il quale tutti i produttori hanno approcciato questo nuovo mercato nascente, insieme all'atteggiammento solito degli ambientalisti, e all'ignoranza generale e profondamente radicata hanno istaurato questa situazione che nuoce a chiunque voglia mettersi a fare gassificatori.
    Quidi, se l'amministratore della Pirox Italia ci dice che i loro impianti funzionano gli diamo atto che sia così. Andiamo anche oltre invitandolo a partecipare in questo forum spiegandoci come, dove e perchè, quali problemi ha affrontato, come li ha risolti, cosa ne pensa ecc...
    Potrebbe con questo farsi un pò di pubblicità gratuita, ma vista l'onestà con la quale si è presentato, credo che se la meriti.
    Se un giorno capiterà, e avrò modo di conoscere gli impianti Pirox meglio, mi riservo di confermare la mia opinione che rimane la medesima fino ad oggi anche per gli altri gassificatori citati, oppure di cambiarla di conseguenza. Come si dice, il reato di opinione ancora non esiste anche in questo paese incoerente. ;)
     
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  2. roberto1959
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    Io l'ho visitato nel marzo 2014 come potenziale fornitore e funzionava regolarmente.

    A questo punto Lawrence dovrebbe scrivere quali sono le sue fonti per cui l'impianto non risultava perfettamente funzionante e quali problematiche erano presenti.

    Altrimenti e' aria fritta.
     
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    Va bene, invitiamo Andreas Marocco a iscriversi al forum e dire la sua a proposito del suo gassificatore. Chi se ne occupa?
     
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    PS: non c'e' una Pirox ma una Pyrox Italia S.r.l. credo via siate sbagliati, confermate?
     
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    Ma... Ely non era la famosa stagista Canadese? :blink:
    Io ho visitato la fabbrica della Uniconfort e ho visto di prima persona come lavorano e devo riconoscere di aver visto una bella fabbrica con prodotti molto ben fatti. Ora, non mi hanno pagato per fare pubblicità, ma ero rimasto a quest'impressione. Un mio ex collega che lavorava come manutentore in quell'impianto mi ha, invece, detto che i problemi erano più che altro di Turboden. Ma è comunque, il punto di vista di un manutentore. Voglio dire, non si sa mai qual'è la realtà. Però, può anche essere la progettazione che non ha funzionato. È molto comune, che in un impianto composto da molti buoni prodotti messi insieme un progetto bacato ed un controllo di processo isterico su di una base poco addomesticabile sviluppata da ragazzini presuntuosi ed arroganti senza esperienza ma con tante idee porti a risultati disastrosi. Anche gli impianti Bio&Watt hanno alla base questo tipo di problemi con in più l'ingegneria pressappochista.
    Comunque, dai gassificatori agli impianti di pulizia delle acque, passando per tutti gli impianti che riuscite ad immaginare, in Italy i problemi sono sempre i soliti. Scarsa esperienza sul campo dei progettisti. Scarsa esperienza dei programmatori, scarsa esperienza degli sviluppatori dell'automazione. Scarsa esperienza dei proscessisti. Massima approssimazione di tutti e più che altro taccagneria infinita dei finanziatori. Aggiungiamo un pizzico di mancanza di fiducia da parte di tutti, da colui che fa le pulizie fino al direttore dei lavori. Ed il gioco è fatto. Questo, parlando di industria. Se parliamo di impiantini da 20-50kW da condominio il discorso cambia. Io ho una stufa a legna in casa che funziona sempre bene. Ma non funziona 24/24h per 8000 ore l'anno. L'alimentazione è automatizzata con umano dedicato e la tecnologia estremamente semplice. :lol:

    P.S.
    Dimenticavo l'aria rifritta. Ho tirato il sasso nello stagno per vedere se il direttore commerciale della Pirox Italia perdeva del tempo con noi. L'idea sulla Pirox (semplificativo della Soc. Pirox Italia ecc...) me la sono fatta sui documenti che si trovano in rete (loro), sulla descrizione del processo impiegato, sulle chiacchiere di qualcuno che c'è stato a vedere (forse Francesco stesso) e/o altri. Purtroppo, i costruttori di impianti sono tantissimi e ricordarsi il perchè ed il chi attraverso gli anni non è semplice. Comunque, i problemi, come dicevo poco sopra sono comuni a "tutti" i piccoli nuovi costruttori. Problemi che per i grandi colossi industriali non esistono. Qualcuno? GE Power, Siemens, Chinook, ABB, ecc... Perchè? Mi sembra ovvio. Anche se, iniziano ad esserci realtà medio piccole che si stanno avvicinando alla meta. Meglio tardi che mai.
     
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    Ely?
    Ah si? Boh, io dedussi leggendo i suoi IP che invece abitava dalle parti della BIO&WATT invece che in Canada, per cui dopo di che spari'.
    Si sospetto' il solito Depara in mentite spoglie o uqualcuno a lui molto vicino.
    Poi che fine abbia fatto non ti so dire, il tempo passa per tutti.

    Edited by MetS - 12/6/2016, 22:04
     
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    ... il tempo passa ed il lupo non perde il vizio... :wacko:
     
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  8. klem
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    Sono nuovo pertanto mi scuserete, ma ho visto impianti non funzionanti in tutta italia e spero di non essere frainteso ma, vedere che c´e`un impianto che funziona per 8340 ore anno.....mi lascia perplesso dato che ho visitato un impianto di piroscissione in Slovenia, ( unico visitato mentre era in funzione)che funziona dal 1993 ed e´ritenuto dai tecnici e dalla proprietà´un ottimo impianto e funziona circa 7800 ore anno con due fermi manutentivi annui.
     
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    Gli impianti sono tanti, tantissimi. Sono stati tanti, qualche milionata fino al 1960 quando arrivò il metano ed il gas di città scomparve.
    Quindi perchè ce ne sono tanti che non vanno? Ovvero, riformulando più correttamente la domanda, perchè non si riesce a farli funzionare?
    La risposta è sconcertante. Perchè in Italy siamo una manica di "cabrones".
    Ormai, grazie alla politica intestina, e non riferito all'interno del paese, l'industria e la tecnlogia è scomparsa. Diciamocelo chiaro, senza paure, l'Italy ormai è in mano ai deficienti che non capiscono neppure di esserlo. Ecco perchè non si fanno gassificatori funzionanti.
    Anzi, peggio. Molto più peggio assai!!!
    Non si riesce a fare più nulla che funzioni. Neppure impianti industriali di qualche tipo che siano funzionali. Anche quelli che apparentemente funzionano, funzionano solo in apparenza ma all'interno... gatta ci cova.
    Ancora a chiedersi come mai? Non è possibile che un grande paese basato sulla tecnologia (maddai!) come l'Italy, non possa avere una tecnologia "funzionante"?
    Appunto. Se stiamo a fare questi discorsi e a chiederci queste cose è proprio perchè abbiamo favorito principalmente la politica, la pubblica amministrazione, la burocrazia, le belle arti, il turismo, la salerno-reggiocalabria, la funivia tra Milatno e Catania...
    Mettiamo in testa (e a chi non ci crede consigliamo un pò di acutil fosforo) che l'Italy è stata depurata dalla politica fin dai tempi del fascismo. Gli Italioti dovevano diventari "duci" delle colonie e quindi dovevano studiare essenzialmente il latino, la storia della letteratura, come fregare il prossimo ecc... Poi, a seguito della guerra vennero costruite le industrie non perchè era "interessante" mettere in funzione il cervello.
    Adesso, se ritornasse di moda la locomotiva anzichè il treno alta velocità, in molti si metterebbero a costruire locomotive, ma ormai non si trova più quella tecnologia. Potremmo usare gli smartfone ma dubito che come per la carta igienica, funzionerebbero bene.
    Quindi, non solo i gassificatori in questo paese disperato non funzionano, ma anche moltissimi altri impianti non funzionano.
    Io dovrei essere felicissimo, e pieno di soldi, il mio lavoro consiste nel fornire tecnologia per gli impianti industriali e sono anche piuttosto bravo. Invece no. Sto a lamentarmi in questo forum, perchè devo sentirmi chiedere troppo spesso da dei deficienti "ma a me chi me lo dice che funziona?" sia un impianto di gassificazione che un pelapatate automatico, che un impianto per pulizia dell'acqua, o per il recupero degli olii esausti. Ormai, il mercato è così saturo di incompetenti, ciabattari, perecottari, casinisti, incompetenti... l'ho già detto? Questi sono quelli che avevano dissimulato tramite le loro arti teatrali ed erano sfuggiti alla prima citazione, che non si può più parlare di tecnologia, anche a livello base, che ci si sente dire: "ma a me chi me lo dice che 1+1 fa due e non tre o 1 e mezzo? Io non sono un tecnico, sono solo un amministratore e di queste cose non me ne intendo"...
    Certo, che non se ne intende. Gli Italiani che capivano qualcosa se ne sono andati all'estero oppure hanno aperto una panetteria, un edicola, oppure si fanno mantenere dalla famiglia in attesa di andarsene.
    Ecco, per quale motivo non ci sono gassificatori che vanno... in Italy. All'estero vanno. Sarà mica l'aria o un fattore di reti di energia orgonica?
    Eh? Non siete convinti perchè qualcosa che funziona c'è? Avete mai pensato che se si compra qualcosa all'estero questo funziona anche in quì? Gli impianti grandi sono tutti per lo più costruiti con tecnologia non italiana e messi insieme da ingegneri non italiani. Poi, arrivano gli italiani e li guastano. Ma questo è un'altro discorso.
    Non avete capito cosa ho voluto dire? OK fatevi una scatola di Acutil Fosforo o ciucciatevi una scatola di fiammeri, e poi rileggete. Vi siete offesi? Lasciate perdere il fosforo... con voi non c'è speranza! :lol:
     
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  10. duralux
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    Buonasera,

    Ho letto questo forum iniziato nel 2014 ma che sembra ancora aperto. Forse pero' ce ne sta uno più recente altrove nel forum?

    Premetto che ho avuto una pessima esperienza con un società (Energy Life) che mi ha preso circa 18 mila euro di anticipo per non fare nulla nel 2013. Quando mi sono reso conto che erano dei veri cialtroni senza impianti operativi, ho chiesto il rimborso che mi avevano promesso e là mi hanno fatto il gioco delle tre carte dicendo che la società purtroppo stava chiudendo. Poi ovviamente ne hanno aperta un'altra con praticamente lo stesso nome. Suppongo che i soldi dei polli come me stavano tutti nella società chiusa ad hoc. Ho iniziato un processo anche se dubito riuscire a recuperare qualcosa. Ma non è per questo che sono qui.

    Volevo sapere se in questi due anni, la tecnologia di pirogassificazione per i piccoli impianti di 50KW a cippato è rimasta sempre cosi poco affidabile. Da quello che mi ricordo i più affidabili erano i tedeschi Spanner malgrado i limiti che sono ben descritti nel forum.

    Ho un paio di persone pero che mi hanno parlato di una tecnologia simile ma, secondo loro, più affidabile. Si tratta del Cogeneratore a cippato CHIP50 di ESPE GROUP che si vede sur loro sito

    Qualcuno sa se sono veramente affidabili o se siamo rimasti ai livello d'incertezza del 2014?
    Avendo un'azienda agricola con molti boschi e parecchie spese elettriche e termiche, mi farebbe piacere trovare qualcosa di affidabile.... ma sono stato un po gelato dalla mia esperienza passata e anche dai vari commenti che leggo qua e la. Grazie mille per l'aiuto e scusatemi se pubblico nel posto sbagliato.
     
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    Il forum è nato 10 anni fa, prima dell'avvento di Facebook.
    Forse la discussione è nata dopo.
    La pirogassificazione degli impianti è rimasta praticamente la stessa, non solo per il cippato ma anche altri prodotti di scarto con qualche eccezione.
    Il discorso è complicato, e le correnti di pensatori si esprimono spesso in direzioni diametralmente opposte cosicché il cliente potenziale non capisce nulla e va a finire che regala quattrini a imbroglioni senza scrupoli, come è successo a lei.

    Io sono per le cose semplici.
    Il cippato è un combustibile, bruciato sequendo un processo, produce calore che, può muovere un generatore e semplicemente produrre anche energia. I sistemi sono tanti e non mi dilungo più di tanto.
    Personalmente sono contrario alla produzione di biogas (syngas) proveniente da processi termo-chimici. La gassificazione della biomassa a alta temperatura in un gas di sintesi (syngas) significa aggiungere un processo intermedio a un combustibile naturale che già è in grado di produrre calore e quindi energia senza passaggi intermedi. Siamo d'accordo che il Syngas può essere trasformato in diversi tipi di combustibile liquido o gassoso, detti "combustibili sintetici" ma quando i combustibili non sono altrettanto "nobili" rispetto al cippato.
    Nella mia vita ho costruito moltissimi impianti, con piccole o grandi potenze, da mezzo GW a 2000GW. Ho una vasta conoscenza delle tecnologie atte a produrre energia o almeno calore per il telerscaldamento e mai, per esperienza e credo, consiglierò di trasformare il cippato in syngas, semmai e con molti dubbi la biomassa di scarto, anche vegetale o animale, se e quando conviene. A mio modesto parere la conversione termochimica di biomassa legnosa in syngas produce un gas grezzo che contiene molte impurità organiche e inorganiche. Le impurità organiche, che sono quelle che maggiormente causano il malfunzionamento dei motori, sono rappresentate da diverse sostanze che vanno dagli idrocarburi leggeri a idrocarburi ad alto peso molecolare policiclici, e all’interno di questi è presente il TAR. Non potendo eliminare totalmente il TAR ecco che si determina un sotto rendimento dell'impianto che è costretto a fermate per rimuovere gli accumuli di questa sostanza di scarto nelle parti mobili, leggi cilindri ove viene bruciato il prodotto.
    Chiaro che, nel conteggio totale delle ore di produzione la fermata dell'impianto incide notevolmente, riducendo sensibilmente la convenienza dell'impainto stesso.
    Per concludere: le consiglio di contattare per email Lawrence o Francesco66, li avviso io di questa richiesta di aiuto e consiglio. Lawrence in particolare ha una conoscenza specifica di impianti di piccola media potenza e è in grado di saperle fornire le informazioni che cerca, francesco66 invece è un conoscitore del sistema e ha sciluppato una sorta di esperienza nella individuazione di tutti quegli impianto che funzionano solo aprole, da non mettere mai in funzione se non si vuol saltare in aria.
    Auguri,

    Edited by francesco1966 - 24/11/2016, 07:40
     
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  12. francesco1966
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    SAlve sig. Duralux (curioso come nick!)

    L'energy life ha cambiato pelle molte volte, di fatto non hanno mai venduto nulla di "proprio" ma sempre tecnologia di altri. Purtroppo per loro hanno sempre scelto tecnologia poco affidabile!
    la espe vende spanner, al quale poi aggiungono tutto quello che non è compreso nel modulo standard (il funzionamento quindo è similare sia come performance che come manutenzione).

    Qualche impianto, oltre alla citata azienda tedesca, è in funzione a riprova che la gassificazione si può fare. Per ora sono tutti "imbert" con potenze fino a 100 kWe per modulo e con le relative magagne che li affligono. ottimi per fare energia termica, meno efficenti per l'energia elettrica, visto che richiedono biomassa molto selezionata e molta manutenzione.
    Se lei è interessato ad un 50 kWe forse sono l'unica via, ma è molto costosa e complessa da gestire. Un impianto di gassificazione serio con la biomassa gratis può essere da 100 kWe, ma se la "compro" devo arrivare almeno a 200 kWe . La tecnologia da usare è la downdraft con la giusta automazione e con elevata qualità dei materiali impiegati (perciò costano molto!). QUindi vanno valutati molto attentamente, la mera speculazione (produrre solo energia elettrica da vendere) può andare bene, ma la potenza deve essere almeno sopra i 300/350 kWe per una questione di costi di acquisto e ricavi, se invece si prevede l'uso anche del termico o lo smaltimento di biomasse di scarto allora si può pensare più in piccolo (ma non sotto i 100 kWe).
    le scrivo in privato il resto.
    Francesco1966
     
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    Confermo, sotto i 100kW si deve avere biomassa gratis. Oppure tanta necessità di calore. In pratica il gioco sta nel fatto che se in un condominio metto una caldaia a legna da 50kW questa mi riscalda il condominio. (punto)
    Metto la legna, la accendo e questa scalda l'acqua in uno scambiatore ed il resto è uguale ad una caldaia a gas o a petrolio. Solo che la legna costa un decimo.
    Il gassificatore oltre a produrre calore produce anche energia elettrica, sempre più o meno allo stesso prezzo della biomassa consumata, ma con l'enorme implicazione di aggiungere tecnologia più complessa alla solita "stufa" a legna con scambiatore per l'acqua calda. Deve essere aggiunta la tecnologia del motore a scoppio, del regime costante di rotazione al variare della potenza assorbita dal carico, della generazione del gas dalla legna (Che non è gas di sintesi o syngas ma solo "gas di legna") della sua pulizia, dell'alimentazione e della regolazione in automatico della quantità di gas prodotto, della pulizia del carbone dalla stufa (il residuo è carbone e non più cenere) la pulizia del gas che altrimenti appesterebbe il motore a scoppio, e se questa vien fatta con l'acqua occorre, poi, fare la pulizia dell'acqua che non si può buttare tale e quale nelle fognature, poi, tolto il catrame e le ceneri dall'acqua questi dovranno essere smaltiti adeguatamente.
    Ora, c'è un altro sistema che è l'inverso di questo. Si usa il gas metano si alimenta un motore meccanico a metano che è già pulito, e che produce calore in risposta alla richiesta di energia elettrica prodotta da un generatore connesso al motore, fine. Costa meno, funziona meglio, è disponibile fin da subito, costa poco (si fa per dire, comunque meno di un gassificatore) tutto questo se non si vuol "lucrare" sulla biomassa.
    Se, invece, si ha a disposizione della biomassa sottoforma di legna, e si vuo lucrare vendendola a 280 euro a tonnellata piuttosto che a 60 euro sottoforma di cippato, allora il discorso è diverso. Occorre un "serio" impianto indsutriale capace di fare tutto quello che si è detto prima. Comunque, 100kW di potenza è il minimo, a cui si può pensare nel caso si voglia vendere energia al GSE che la paga intorno a 0.25 euro a kWh immesso in rete. Se la biomassa è gratis ci si può pure guadagnare qualcosa ma visti i costi di un impianto di questo tipo (100kW) e se vi promettono che con 20000 euro si fa non ci credete, se avete la biomassa è consigliabile un impianto per lo meno da 200kW. Perchè è il massimo di potenza che non richiede grandi moli di burocrazia da espletare.
    Inoltre, il contratto a prezzi bloccati dell'energia (dal GSE) è di 20 anni ed è da tenere presente alcune considerazioni dimostrabili matematica alla mano. Su 20 anni ciò che influenza sui costi non è il prezzo del gassificatore non fa differenza se lo pagate 800 mila euro, un miolione o un milione e mezzo, questo costo diluito in 20 anni scompare di fronte al costo che ha la biomassa e la manutenzione dell'impianto. La biomassa richiesta è in funzione di alcune variabili da 1kg a 1.25kg per il legno o anche fino a 2kg per kWh di energia immessa in rete, se avete da recuperare, per esempio torba, foglie, erba, residui di reflue ecc... Anche la biomassa "gratis" richiede trattamenti di conglomerazione ed essiccazione che costano ed un impianto da 100kW può richiedere 800000 fino ad un milione di kg di biomassa all'anno questo deve essere il punto di partenza. Ma se 1kWh viene pagato 0.25 euro e se in un anno un impianto può lavorare anche 8000 ore questo produce lordo (da togliere tutte le spese e gli ammortamenti) 200,000 euro. Un impianto da 200kW il doppio, 400,000 euro e così via. Ma non è oro tutto ciò che luccica e tutto deve filare bene altrimenti non solo non si guadagna ma ci si rimette e spesso si trova il mutuo sul finanziamento dell'impianto da pagare e se l'impianto non produce, non si ha con cosa pagare il mutuo e neppure i soldi per farne un'altro. Quindi, se si "investe" in un impianto non si può comprare uno di quei rottami che si trovano in giro. Si deve comprare un impianto non che costi poco, ma il top del top. Il fatto che l'azienda non ne abbia mai fatti non significa nulla. Fatevene costruire uno da SNAM Progetti, o da Babcook & Wilcox (che non hanno nulla a che fare con B&W di Bio&Watt) e vedrete che anche se l'impianto è il primo e unico di quella serie funzionerà alla grande. Peccato che queste grandi aziende non perdono tempo con impiantini così piccoli. Le lagne che circolano in rete e nel mercato rionale dei gassificatori sono solo chiacchiere da mercato del pesce quando è mare grosso da un mese (il pesce vecchio puzza e quello fresco non c'è). Infine, ancora una piccola considerazione, se non siete ingegneri di processo e tecnici impiantisti non fatevi illusioni, vi occorre un impianto con un software ed un sistema di controllo autonomo completamente automatico che funzioni da se ed un fornitore che vi dia un contratto di manutenzione pagato bene ma estremamente efficiente. Non illudetevi che il maniscalco del paese vi faccia funzionare l'impianto ed il figlio del macellaio che è bravo con i giochini della playstation vi possa mettere le mani sul programma di controllo perchè siete fregati. Se non dovete riscaldate il condominio e volete guadagnere bene sulla biomassa che avete a disposizione dovete diventare piccoli industriali. ;)
     
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  14. Vericio
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    Ciao a tutti,

    ma sta roba qua sotto, secondo voi, funziona?

    [url]http://www.cmdengine.com/index.php/it/news/item/378-edizione-da-record-per-cmd-alla-key-energy.html[/url]

    Non so quanto costa.
     
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  15. Vericio
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    CITAZIONE (Lawrence @ 24/11/2016, 13:05) 
    Confermo, sotto i 100kW si deve avere biomassa gratis. Oppure tanta necessità di calore. In pratica il gioco sta nel fatto che se in un condominio metto una caldaia a legna da 50kW questa mi riscalda il condominio. (punto)
    Metto la legna, la accendo e questa scalda l'acqua in uno scambiatore ed il resto è uguale ad una caldaia a gas o a petrolio. Solo che la legna costa un decimo.
    Il gassificatore oltre a produrre calore produce anche energia elettrica, sempre più o meno allo stesso prezzo della biomassa consumata, ma con l'enorme implicazione di aggiungere tecnologia più complessa alla solita "stufa" a legna con scambiatore per l'acqua calda. Deve essere aggiunta la tecnologia del motore a scoppio, del regime costante di rotazione al variare della potenza assorbita dal carico, della generazione del gas dalla legna (Che non è gas di sintesi o syngas ma solo "gas di legna") della sua pulizia, dell'alimentazione e della regolazione in automatico della quantità di gas prodotto, della pulizia del carbone dalla stufa (il residuo è carbone e non più cenere) la pulizia del gas che altrimenti appesterebbe il motore a scoppio, e se questa vien fatta con l'acqua occorre, poi, fare la pulizia dell'acqua che non si può buttare tale e quale nelle fognature, poi, tolto il catrame e le ceneri dall'acqua questi dovranno essere smaltiti adeguatamente.
    Ora, c'è un altro sistema che è l'inverso di questo. Si usa il gas metano si alimenta un motore meccanico a metano che è già pulito, e che produce calore in risposta alla richiesta di energia elettrica prodotta da un generatore connesso al motore, fine. Costa meno, funziona meglio, è disponibile fin da subito, costa poco (si fa per dire, comunque meno di un gassificatore) tutto questo se non si vuol "lucrare" sulla biomassa.
    Se, invece, si ha a disposizione della biomassa sottoforma di legna, e si vuo lucrare vendendola a 280 euro a tonnellata piuttosto che a 60 euro sottoforma di cippato, allora il discorso è diverso. Occorre un "serio" impianto indsutriale capace di fare tutto quello che si è detto prima. Comunque, 100kW di potenza è il minimo, a cui si può pensare nel caso si voglia vendere energia al GSE che la paga intorno a 0.25 euro a kWh immesso in rete. Se la biomassa è gratis ci si può pure guadagnare qualcosa ma visti i costi di un impianto di questo tipo (100kW) e se vi promettono che con 20000 euro si fa non ci credete, se avete la biomassa è consigliabile un impianto per lo meno da 200kW. Perchè è il massimo di potenza che non richiede grandi moli di burocrazia da espletare.
    Inoltre, il contratto a prezzi bloccati dell'energia (dal GSE) è di 20 anni ed è da tenere presente alcune considerazioni dimostrabili matematica alla mano. Su 20 anni ciò che influenza sui costi non è il prezzo del gassificatore non fa differenza se lo pagate 800 mila euro, un miolione o un milione e mezzo, questo costo diluito in 20 anni scompare di fronte al costo che ha la biomassa e la manutenzione dell'impianto. La biomassa richiesta è in funzione di alcune variabili da 1kg a 1.25kg per il legno o anche fino a 2kg per kWh di energia immessa in rete, se avete da recuperare, per esempio torba, foglie, erba, residui di reflue ecc... Anche la biomassa "gratis" richiede trattamenti di conglomerazione ed essiccazione che costano ed un impianto da 100kW può richiedere 800000 fino ad un milione di kg di biomassa all'anno questo deve essere il punto di partenza. Ma se 1kWh viene pagato 0.25 euro e se in un anno un impianto può lavorare anche 8000 ore questo produce lordo (da togliere tutte le spese e gli ammortamenti) 200,000 euro. Un impianto da 200kW il doppio, 400,000 euro e così via. Ma non è oro tutto ciò che luccica e tutto deve filare bene altrimenti non solo non si guadagna ma ci si rimette e spesso si trova il mutuo sul finanziamento dell'impianto da pagare e se l'impianto non produce, non si ha con cosa pagare il mutuo e neppure i soldi per farne un'altro. Quindi, se si "investe" in un impianto non si può comprare uno di quei rottami che si trovano in giro. Si deve comprare un impianto non che costi poco, ma il top del top. Il fatto che l'azienda non ne abbia mai fatti non significa nulla. Fatevene costruire uno da SNAM Progetti, o da Babcook & Wilcox (che non hanno nulla a che fare con B&W di Bio&Watt) e vedrete che anche se l'impianto è il primo e unico di quella serie funzionerà alla grande. Peccato che queste grandi aziende non perdono tempo con impiantini così piccoli. Le lagne che circolano in rete e nel mercato rionale dei gassificatori sono solo chiacchiere da mercato del pesce quando è mare grosso da un mese (il pesce vecchio puzza e quello fresco non c'è). Infine, ancora una piccola considerazione, se non siete ingegneri di processo e tecnici impiantisti non fatevi illusioni, vi occorre un impianto con un software ed un sistema di controllo autonomo completamente automatico che funzioni da se ed un fornitore che vi dia un contratto di manutenzione pagato bene ma estremamente efficiente. Non illudetevi che il maniscalco del paese vi faccia funzionare l'impianto ed il figlio del macellaio che è bravo con i giochini della playstation vi possa mettere le mani sul programma di controllo perchè siete fregati. Se non dovete riscaldate il condominio e volete guadagnere bene sulla biomassa che avete a disposizione dovete diventare piccoli industriali. ;)

    QUOTO OGNI SINGOLA PAROLA.

    Da scrivere sulla roccia e mantenere a mente.

    SEMPRE.
     
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