Posts written by Lawrence

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    Ho difficoltà a credere che qualcuno sia riuscito a mettere insieme uno stirling che funzioni, ovvero che sia minimamente efficiente. Un conto è la teoria, un altro conto è la realtà tecnologica. Un motore stirling di qualsiasi genere, alfa, beta, gamma, composito ecc... è sempre conposto da due camere e queste devono essere a tenuta assoluta verso l'esterno. Non tra di loro, ma verso l'esterno si e questo è un problema insormontabile visto che la suluzione è di fare tutto ermetico. Proprio insormontabile no, ma da NASA si.
    La Stirling Bipower pare essere ancora molto in fase di ricerca e sviluppo il problema è che il motore vuole essere "aperto" con uscita su volano ISO, e questo credo che gli crei molti problemi di tenuta all idrogeno. Quindi, ho i miei seri dubbi che si siano gassificatori funzionanti con quei motori in giro. Almeno non per finta su internet nei siti o nei blog dei fanatici. Per la Stirling DK, il problema non si pone, hanno cessato l'attività.
    Si veda a fine pagina.

    www.nordicgreen.net/startups/soldclosed/stirling-dk

    Quindi, come al solito, le bufale hanno le gambe corte. Se mi ricordo bene, lessi una relazione, non sono sicuro che sia relativa all'impianto in questione ma raccontava che il motore stirling non sono mai riuscito a farlo andare. Ho capito che nel mercato delle energie alternative sono più i fanatici, i divulgatori di notizie tendenziose, i perecottari che i professionisti seri. Anzi, credo ormai che di professionisti seri non ce ne sia più uno. Ammesso che mai ce ne sia stato, proprio perchè con un mercato di perecottari in quel modo chi vuoi che ci si avvicini???

    Comunque, in definitiva, si, l'idea sarebbe buona, ma occorre un motore a ciclo aperto ad aria calda non troppo complicato da far funzionare. E non è facile... no!
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    Avevano fatto qualcosa del genere? :o:
    Comunque, lo stirling sarebbe in teoria il miglior motore per un gassificatore. Sempre meglio un downdraft, ma il fatto che il motore sia a combustione esterna e funzioni con un fluido interno pulito è l'ideale.
    Purtroppo, gli stirling hanno dei grossi problemi tecnologici insormontabili. Cioè, lo stirling funzionerebbe solo se fosse completamente ermetico ed il fluido interno fosse idrogeno ad alta pressione. Le due cose vanno male d'accordo, sia per la tenuta, l'idrogeno è famoso per trafilare anche attraverso i metalli, sia per la sicurezza, l'idrogeno tende a delle belle botte, ed infine, un generatore elettrico interno immerso nell'idrogeno bollente non è facile da realizzare. Insomma, un buon motore endotermico che sia anche efficiente, non pericoloso ecc... non è facile da mettere insieme. -_-
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    Ah ora ho capito. Spero.
    Comunque, anche questa domanda non ha risposta. Il costo di un impianto, costo inteso per chi compra, che sarebbe poi il prezzo di vendita, segue l'andamento di più curve calcolate in base alla qualità e al tipo di impianto. Ovvero, la proporzione tra prezzo e potenza installata non è sempre linearmente proporzionale. L'influenza è il metodo di approccio all'impianto perchè questo può essere al momento considerato "macchina speciale", "impianto industriale", "macchina industriale", "impianto chimico", "macchinario industriale","accessorio freak"...
    La stessa accozzaglia modello RAMI, può avere dei prezzi e costi di istallazione incredibilmente diversi a seconda del caso.
    Un impianto da 1MW può costare dai 500 mila ai 12 milioni di euro come se nulla fosse e non è detto che abbiano diverse percentuali di probabilità di funzionamento.
    Il punto sta nel fatto che Snam o Eni o Cameron ecc... hanno dei gruppi di ingegneria interna che controllano i fornitori ed un terziario certificato che lavora con loro con sufficiente know how a disposizione. Mentre il signor "Sciur padrun dalli belli braghi bianchi" non ne capisce un ciufolo di cosa compra e/o di cosa vuole e/o di cosa gli serve. Per cui la scelta che può operare sul mercato è la più stravagante possibile inquinando il mercato stesso e facendo derivare letteralmente la curva del rapporto prezzo/costo potenza generata.
    Il fattore di utilizzo per i motori a scoppio tipico è di 10-24 ore per i motori da 100kW fino a 250-300kW mentre per quelli più grossi può arrivare fino a 48-100 ore a seconda della qualità del motore. Ora viene fuori qualcuno che dice che i motori marini... oooops, navali da 500GW possono girare per anni senza fermarsi mai. In realtà, il fattore di utilizzo crolla vertigionasemente se si spinge il motore vicino alla sua potenza massima come spesso o quasi sempre fanno. 8000 ore l'anno di produttività è possibile solo se gli impianti sono fatti moooooolto bene, i motori sono di ottima costruzione e vengono spinti solo fino ad un 50% della loro potenza massima. Anche, perchè, non lo dice nessuno, perchè non lo sanno, non ci hanno pensato, erano distratti, guardavano la partita, o non sanno manco di cosa si parla, ma un motore a scoppio non rende il massimo alla massima potenza a ma poco meno della metà. Per questo, la cosa più importante di un impianto è proprio il "muflone rosso anti jettatura"... :lol:
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    Non credo che nemmeno al GSE lo sappiano con certezza. Cambia in continuazione non appena ti ci sei addentrato abbastanza. Cerca in rete GSE e vedi cosa trova.
    Con buona approssimazione fino a tutto il 2015 dovrebbe essere qualcosa intorno ai 0.28 euro per kWh per impianti che impiegano biomassa prodotta appositamente, per impiego totale dell'energia termica oltre a quella elettrica prodotta, o venga impiegata per ottenere un maggior rendimento, e che sia stata prodotta durante il primo ciclo di luna di autunno mentre il saggitario è in congiunzione con il muflone e la luna con mercurio...
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    Ma è ovvio, ai Pooh... quelli di "pensiero"... Martinetti, Carciofini & Rigatoni... o qualcosa del genere... :unsure:

    Mai possibile? Ma perchè mai non riuscirà nessuno a fare un impianto di gassificazione che funziona?
    Ma anche un impianto per il recupero olii esausti.
    Ma anche un impianto per la separazione automatica dei rifiuti RSU...
    Ma anche di un impianto per il recupero della desalivazione dei draghi di comodo.

    Chissà perchè... chissà...
    Ma anche, chissà perchè ci si rifiuta di capire che differenza passa tra un impianto che non funziona ed il motivo perchè non funziona, o tra perchè potrebbe funzionare e perchè non funziona?... :zero17:
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    Bene, bravo Daddo6, complimenti. Anche se ti sei ficcato in un ginepraio incredibile. La prima domanda che ti sentirai fare, in barba a 25 lauree in fisica, chimica, matematica, ingegneria, medicina, informatica... sarà: "Ma a me chi me lo garantisce che funziona?"
    :zero17:
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    Ciao Scipius, occorre comprendere bene cosa significa che di impianti di gassificazione non ne va uno. Si fa presto a dire così, ed è pure vero, ma il concetto pecca di completezza. In realtà, gli impianti di gassificazione vanno. Ovvero, quelli costruiti da Chynook, GE, ENI, Siemens, Alsthom, Cameron ecc... Ma non stiamo parlando esattamente di impiantini da meno di 10MW e non sono esattamente impianti gestibili da Meo Cipolla detto Er Mandrillo di Chianni. I soliti colossi dell'industria non costruiscono impianti sotto i 100MW e forse anche sotto i 250MW. Questi impianti di solito non gassificano biomassa ma coke o fossile di qualche tipo se non residui carboniosi della distillazione frazionata del greggio. Un impianto da 250MW consumerebbe circa 300 tonnellate di biomassa all'ora circa 83kg al secondo. Direi che sono gassificatori ma proprio diversi da quelli che intendiamo noi.
    Ci sono anche altri gassificatori che funzionano. Gli Spanner, per esempio, funzionano. Ma anche questi non sono i gassificatori che intendiamo quì perchè funzionano a batch, ovvero, occorre fermarli, fargli manutenzione, ricaricarli e riavviarli, per una potenza credo intorno ai 25-50kW. Quindi, quando raccontano di averne installati 100 e più e tutti vanno, può essere vero, ma anche di lavatrici la Indesit ne installa tante e tutte (o quasi) vanno. Ma, non sono gassificatori come intendiamo noi.
    Abbiamo visto impianti della Bio&Watt che andavano alla Encor. Ma, ovviamente, erano solo i motori dei gassificatori Bio&Watt alimentati a olio di palma, non a p-gas prodotto dal gassificatore.
    In sintesi, dopo aver detto di cosas non parliamo, possiamo dire che, invece, parliamo di impianti di gassificazione di biomassa legnosa di produzione locale, di potenza elettrica prodotta superiore ai 100kW che producono p-gas (producer gas e non syngas, il syngas viene prodotto con ossigeno, il p-gas con aria) mono-reattore, ovvero con un solo reattore e non con dieci reattori accoppiati, con impianto automatico di produzione di pellet o briquette di alimento, essiccatore, pulizia del gas e motori a scoppio endotermici con generatori sincroni e produzione in rete elettrica di energia.
    Ma non basta, tutto questo deve essere fatto rispettando le direttive sulle emissioni e la produzione di inquinanti, con una buona resa della conversione della biomassa tipo 1.2-1.4 kW/kg e di un buon MTBF, ovvero che non si fermi ogni ora per qualche motivo di ingarbugliamento o di avaria. Questo tipo di gassificatore (ma anche altri tipi di impianti un pochino più complessi della pressa a torchio) sono ostici da produrre in Italia. Ma, in genere anche in altri paesi del mondo per svariati motivi che ho in parte descritto sopra.
    Quindi, l'impianto di Villanova di Mondovì della Piroxitalia che è probabilmente quello che vai a vedere, a me non risulta funzionante dal 2011 come si dice. Io non ci sono mai stato, ma chi invece c'è stato potrà dirlo con ragione di causa. Quello che stabilisce se un impianto funziona o no, non sono i tabulati GSE perchè come per la Encor i motori andavano a olio di palma, per questo la Encor aveva degli impianti Romana Maceri e Bio&Watt efficientissimi ma non funzionanti. Chi stabilisce se un impianto funziona può essere una perizia di un tecnico competente che si mette lì intorno all'impianto e ne analizza il funzionamento per qualche settimana registrando le fermate e da cosa sono causate, registrando i problemi ecc... per poi produrre una analisi statistica ecc... insomma c'è una procedura per stabilire l' MTBF (mean time between failure) da seguire. Perciò, anche se il nostro amico Meo Cipolla detto Er Mandrillo si mette lì a guardarlo non è detto che la sua opinione abbia un significato coerente. Certo è, che se un impianto su 5 giorni produce per 1 ora anche Meo potrebbe arrivare a delle logiche conclusioni.
    Buon viaggio, e tienici aggiornati. ;)
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    Gente di questo forum, Mets, ecc... Ma non sarebbe meglio aprire una discussione su come dovrebbe essere un buon gassificatore o cosa si vuole, o come e perchè o quando e cosa? Insomma, il forum è diventato tutto e di tutto e di più ma chi volete che ci trovi "infrattati" in mezzo alla spazzatura, al turbodigestato da residui della casa di Pinotto...
    Quì propongo, di defrascare il forum in favore di poche sezioni meno suddivise in suddivisioni frazionate e ripartite in partizioni separate in sottosezioni ecc... Le discussioni, non si trovano... non si vedono e si perdono non si trovano più...
    Che ne dite? Siete rimasti incollati al carrello degli arnesi e vi è caduto sui piedi??? :o: <_<
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    Tanto per sfogarmi e rompervi un pò le ball continuo...

    Una serie di esempi del perchè in little Italy non riusciamo mai a fare qualcosa di buono...

    Se siete il titolare di una azienda che costruisce hi-tech...
    Se comprate uno strumento di misura da tanti soldi, appena comprato buttatelo subito in terra e prendetelo a calci. Almeno, visto che lo avete pagato, vi sarete tolti la soddisfazione di averlo spaccato voi. Altro vantaggio, il contenitore non lo avete ancora buttato, quindi, potete riusarlo per rimpacchettare il costoso apparato e mandarlo a riparare. Ricordate, se non lo fate voi, dopo qualche giorno qualcun altro lo farà al vostro posto.
    I set di chiavi, che sono in acciaio al cromo vanadio e se le tirare in terra non si rompono, presto saranno incompleti. Se sono del tipo da un lato aperte e dall'altro a occhiello, allora vi rimarranno solo la 9, 11, 12, 14, 16,18, 22. Le altre saranno scomparse subito dopo due o tre giorni. Quindi, non comprate set completi ma solo le chiavi da 10, 13, 15,17,21 che sono le più comuni e quindi nessuno le rimetterà mai al suo posto, lasciandole in giro nei posti più improbabili. Idem per le chiavi a bussola.
    In alcuni casi casi, i "tecnici" renderanno una schifezza le chiavi perchè con la mola tenteranno di farci dei segni riconoscibili perchè il "Daniele*" di turno avendo perso le sua non vada a rubare anche le altre. I segni saranno una schifezza e si arrigginiranno dopo poco tempo. Inoltre, non garantiranno affatto la proprietà dello strumento al leggittimo proprietario. Se ci vien fatto una riga chiunque potrà apporne un'altra e dire che le chiavi con due righe sono le sua... e così via come i marchi dei cavalli nel vecchio West.
    Se non verranno perse immediatamente, le chiavi saranno usate per rimestare la tinta e lasciate rapprendere al tavolo da lavoro ammesso che ne abbiate uno e non lavorate con le chiavi posate a terra. Oppure, molate per ottenerne dei punzoni, o anche per ricavare una 24 da una 21 o un cacciavite particolarmente grande. In altri casi, dove i "tecnici" sono particolarmente minuziosi, le chiavi saranno sempre al loro posto, una quà, una là tutte unte e sporche di olio, silicone, grasso, antirombo, plastica adesiva...
    I carrelli potrebbero risolvere il problema della custodia e l'appoggio delle chiavi durante il lavoro. Ma il contenuto dei carrelli da lavoro sarà composto da:
    Primo cassetto, quello più piccolo, troppo piccolo. Un martello in plastica ormai senza le plastiche ma che c'entra pigiandocelo un pò. Un tubo di silicone nero mezzo strizzato perchè era rimasto schiacciato tra il martello ed il cassetto con almeno mezzo contenuto sversato ed incollato praticamente ovunque. Una scatola di plastica per punte da muro piena di calcinacci e qualche punta spezzata. Anche questa, incollata al silicone. Una chiave 50-52. Una sega a tazza che si incastra bene tra il cassetto ed il carrello impedendone l'apertura. Un maschio da 6 da 50 centesimi di euro di Postal Market tutto rugginoso. Una spugna tutta sbriciolata. Una palla di carta abrasiva da 1200 ed una da 40. Una scatola di gessi per marcare il ferro tutti sbriciolati.
    Nel secondo cassetto, un pò più grande del primo, ci troviamo una scatola di chiavi a bussola con mezze bussole mancanti ma di misura perfetta per impedire al cassetto di aprirsi agilmente e di occuparlo tutto per nulla.
    Nel terzo cassetto quello decentemente grande ci troviamo un trapano avvitatore senza batteria e con il mandrino bloccato. Un martello senza manico. Una serie di cacciaviti sparsi tutti sbocconcellati, quelli a taglio, mentre quelli a stella girano a vuoto. Uno a taglio con la punta arrugginita e piena di stagno perchè era l'unico cacciavite buono ed è stato usato come saldatore a stagno riscandaldandolo con una fiamma a gas. Un estrattore per esterni senza bracci. Un estrattore per esterni più grande con i bracci molati male, perchè la mola ormai è definitivamente rotonda. Un tubo di schiuma poliuretanica con parte del contenuto sversato che incolla tutto insieme.
    Nell'ultimo cassetto in basso, quello più grande, ci troviamo un decina di chiavine da 6-7. Un certo numero di bussole cinesi spanate e arrugginite, un saldatore mezzo smontato. Un pacchetto di vetri per schermi da saldatore tutti spaccati, una decina di elettrodi per vari metalli ormai senza rivestimento. Una candela di stearite mezza sciolta. Un rotolo di carta igienica. Due set di chiavi aperte incomplete che di due non se ne fa uno. Una raspa, un coltello da legno. Tutto questo sotto due set di chiavi a bussola da 1/2 pollice (quelle più grandi e più pese) sotto ad un martello di gomma da piastrellista e ad un barattolino di vernice appiccicosissima che ha impiastrato tutto. In cima a questo sfacelo due tester da tre soldi mezzi smontati e con dentro le batterie che sono scoppiate allagando lo strumento di sostanze corrosive.
    Invece, gli strumenti più usati per la lavorazione di alta tecnologia e precisione sono: la mola da 115, quella da 130, la mazzetta da 1kg, la mazza da 5kg, il piccone, il piede di porco. Ovviamente, le mole sono senza dischi, le mazzette hanno il manico scheggiato, la mazza da 5kg ha i bordi affungati, il piede di porco... chi si è preso il piede di porco? Ed il piccone?
    La saldatrice è il modello più recente ad arco pulsato, però ha i morsetti fusi, i potenziometri di regolazione sbarbati, il regolatore del gas rotto, la bombola dell'argon vuota. Il taglioplasma, non funziona e non si sa perchè. In realtà si è rotto il regolatore di pressione dell'aria ed è stato collegato alla linea principale a 10 bar e l'aria al getto è troppa...
    Quindi, dicevamo... perchè non si riesce a fare i gassificatori? Forse sarà per l'energia orgonica che interferisce con il generatore interno di energia dal punto zero o ZPE? O forse saranno le onde scalari che disturbano i sensori di temperatura? Chissà.... :o:
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    ... che i problemi di un impianto possano essere di vari tipo, di varia entità. Economici, logistici, tecnici, tecnologici... Quindi, quando qualcuno dice "I gassificatori non funzionano' è un idiota in partenza. Qualcuno è fallito perchè aveva acquistato ben quattro gassificatori e non si è mai curato di metterli in funzione perchè produceva bruciando olio di palma nei motori. Quando l'olio di palma ha smesso di essere conveniente, i gassificatori non avevano mai funzionato, ora la società è all'asta.
    Che colpa ha la teoria di gassificazione se la parte commerciale non capisce nulla? In effetti, mi son fatto l'idea che il problema più grosso sia proprio chi gestisce la parte economica degli impianti. Tecnicamente sono degli ignoranti letali e prendono decisioni incredibili perchè gli sembrano quelle più convenienti e poi danno la colpa ai gassificatori, al mercato, al mago DoNascimiento... In genere il punto che "ammazza" l'economia Italiana è che gli "econimisti" gli amministratori godono della proprietà dell'ignoranza più profonda in materia scientifica ed un cervello così imbastito da non riuscire a prestare attenzione per più di 10 minuti. Come fanno a seguire, a capire e a imparare concetti complessi come legarsi le stringhe delle scarpe, agitare il cucchiano del caffè, pulirsi le orecchie con i cottonfioc, tirare lo sciacquone... vi siete mai chiesti perchè nei bagni in Italia c'è sempre un porcume schifoso? Perchè in tanti non tirano lo sciacquano, in molti non alzano la tavoletta, i più non riescono a capire che il tappo deve essere sollevato e quasi tutti non prendono neppure la mira.
    Detto questo, come si fa a spiegare ad un commerciale come si sceglie o da cosa si capisce se un impianto ha delle possibilità di funzionare oppure no quando questa operazione richiede un impegno cerebrale, anche se misero, di più di 10 minuti?
    Poi dovremmo parlare di chi dovrebbe gestire l'impianto a livello tecnico. Ma anche di chi fa l'assistenza e la manutenzione,
    Come diceva il direttore di una nota grande azienda petrolchimica:"Non si può iniziare un lavoro che già promette di diventare una schifezza". L'italiano è un genio, sa tutto lui, gli altri sono tutti cretini, incapaci e inetti. Ovviamente, su questo ha ragione, ma, purtroppo anche lui è incluso. Con questo non si dimostra, però, che questo concetto si applichi a "proprio" tutti. Quindi, quando qualcuno si fa un mazzo tanto per imparare il proprio lavoro sul serio, diventa un maestro Jedi della Forza, questo viene trattato alla stregua degli altri. "Ma chi ti credi di essere? Sei un idiota incapace come tutti". Tanto, anche se sei un maestro Jedi gli altri non se ne accorgono nemmeno. Riesci a riparargli l'auto che nessun meccanico c'era riuscito prima... "È perchè si vede che è guarita da sola". Se un impianto non funziona perchè qualcuno ha fatto una cappellata enorme... Non può essere quella che tiene fermo un impianto grande in quel modo. (Per chi lo sa) Un trasformato 380/24V~ non può alimentare contemporaneamente un sistema a 24V~ con secondario a massa ed un alimentatore con ponte raddrizzatore con negativo a massa. Questa è una cazzata bestiale, tutti fin dall'asilo dovrebbero saperlo, ma un inceneritore è rimasto fermo per tre giorni perchè io non riuscivo a convincerli che quello fosse il problema del controllo di una centralina idraulica.
    Ora, come ci possiamo illudere di convincere qualcuno in giro che il problema degli impianti di gassificazione, ma anche di altro tipo, non sia la saturazione di imbecillità che accompagna ormai questo "bel paese"?

    [continuerà]
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    ... ho una referenza, c'è scritto sopra un pizzino qualcosa tipo ... mi pare, mi manda Don Carmine Falcone... :rolleyes:
    Quindi, il mercato è sputtanato. Grazie anche a tanti paranoici che frequentano la rete e diffondono notizie demenziali di ogni tipo. Tanti "commerciali" che denigrano ad ogni occasione tutto ciò che circola diffondendo l'idea che il tal prodotto, non necessariamente un gassificatore, sia una ciofeca e non sia possibile costruirne uno di buona qualità, mentre quello da lui sponsorizzato sia il non plus ultra della qualità e della performance. Alla fine qualcuno ci casca, ci crede e scopre che è l'ennesima fregatura. Quindi da essere umano ad alto Q.I. deduce che se quello così decantato è una ciofeca gli altri non possono essere che peggio.
    Ovviamente, ci sono altri motivi che inducono alla distruzione del mercato. Ripeto, non necessariamente dei gassificatori oggetto della discussione. Uno di questi è l'effetto "pidocchio" ovvero, i grandi capitali non si muovono. Se ne vanno verso i bond Argentini che producono un rendito sicuramente molto più che verso qualcosa di più locale ma troppo rischioso. Anche i bond dei paesi emergenti sono una sicurezza di investimento troppo più certa, o anche Parmalat o Scaccabarozzi & Paradontazzi... Quindi, ai poveri disgraziati non resta che dire: "Facciamo un prototipo in modo da dimostrare che la cosa funziona". Viene fatta una raccolta di fondi tra pezzenti e si avvia la scelta dei componenti di altissima bassa qualità. Valvole "se non chiudo non goco", elettronica di controllo " Fracazzo Da Velletri", sensori "Misfuggito" ecc... Alla fine passa uno degli imbecilli di cui sopra vede quel bel prototipo di ciofeca e dice candidamente: "Tel'avevo detto che i gassificatori non vanno".
    Ci sarebbero, poi, costoro che se gli dici che per fare un certo impianto occorrono 2 milioni di euro, ti dicono che con quei prezzi in Madagascar non li venderai mai. Altri diranno che c'è l'instabilità delle fonti di incentivazione, ovvero che il governo potrà dire: "Hai fatto l'impianto? Ti aspetti che il GSE ti mandi i bonifici per l'energia introdotta in rete? CICCIA!" Come se uno stato anche se scassato come quello italiano potesse fare qualcosa del genere... L'hanno fatto? Non ancora ma si prevede? E come si prevede? Perchè una sfera di cristallo mi farebbe comodo.
    O mettiamo che uno spende un bello 6 milioni per fare un bell'impianto di gassificazione e guardacaso si mette in moto e funziona bene e produce, e guardacaso il secondo giorno che è in funzione cade un meteorite e lo spiaccica? No. Non si può rischiare prima che qualcuno abbia fatto uno scudo spaziale e ci possa garantire che i meteoriti non cadano.
    Poi, ci sono quelli che non capiscono che .... [Continua]
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    Io ho un'altra idea del "perchè i gassificatori in giro non funzionano".
    Primo, si inizia cercando i finanziamenti per fare qualcosa di serio, 500 mila / 1 milione di euro e dai 6 ai 12 mesi di tempo prima di vedere un campione funzionante.
    Tutti cominciano con la solita domanda idiota del tizio che non ci capisce nulla:"E a me chi me lo garantisce che poi funziona?"
    La risposta ovvia è "Sei scemo o mangi i sassi?" Però per cortesia si risponde, se vuoi ti spiego perchè. Ma siccome il tizio mangia i sassi ovvero è scemo, ti risponde candidamente "Io non ci capisco niente di tecnica". In effetti, chi ha i soldi di solito li ha fatti in modo diverso ma non certo perchè ha studiato ed essenzialmente ha capito... Può averli fatti imbrogliando, rubando, sfruttando il prossimo, ereditandoli dai genitori che si sono fatti il mazzo per allevare una serpe in seno... Ma anche lavorando sodo in altri settori diversi dal "tecnologico" e quindi estraneo a concetti anche semplici per la media dei "tecnologhi" ma complicati per lui. D'altro canto non si riesce nemmeno a fare una pizza se non la si è mai imparata a fare.
    A questo punto si delega ad altri la responsabilità di capire se il progetto può o non può valere la pena di investirci sopra. Questa terza persona può essere uno di quelli che si vanta di sapere tutto o anche no. Può essere un ingegnere chimico che non conosce la chimica, un ingegnere meccanico non sa cos'è la meccanica, insomma, uno di quelli che c'è capitato senza avere nè arte nè parte. A questo punto, il tizio comincia a fare domande strane sperando di venire a capo con le risposte, ovviamente altrettanto strane, alla domanda se conviene o no investire un certo capitale su un certo investimento.
    Alla resa dei conti, la risposta non "sorge", perchè il tizio non vuole prendersi la responsabilità di un si o di un no. Non per calcoli, statistiche, ricerche di mercato ecc... ma perchè se dice di si e si sbaglia l'investitore lo fucila. Se dice di no e non riesce a dimostrare il perchè i tecnici, sicuramente più bravi del nostro rag. Fantozzi lo spellano vivo e dimostrano quanto incostistenti siano le fondamenta del suo discorso. Fine del finanziamento ovunque uno sia potuto andare a cadere. Banche, finanziarie, privati investitori ecc...
    Resta il fatto che chi ha i soldi non capisce minimamente un tubo di cosa si sta parlando e non c'è modo di farglielo capire.
    Quindi, abbiamo già cancellato dall'elenco una buona fetta di possibilità.
    A questo punto, ci si guarda negli occhi e si decide di fare un prototipo con i propri soldi, i soldi di chi è convinto che poi, fare un gassificatore non è così difficile e si cerca di fare un prototipo da qualche chilowat per dimostrare che un impianto del genere può funzionare ai clienti, i quali a sua volta non ci credono perchè Internet ha contribuito a diffondere l'idea che qualunque cosa sia non si può fare perchè qualche cretino si è spacciato per la NREL e dice che se non è riuscito a lui vuol dire che non si può fare. Oppure perchè altri hanno provato ed hanno fatto una ciofeca bufalereccia. Altri commerciali che hanno comprato impianti in Germania e li hanno adattati allo scopo secondo il loro punto di vista da ignoranti, altri li hanno comprati in India, altri in Madagascar...
    Questo effetto è molto noto perchè si manifesta tra gli appassionati (paranoici) dell'HiFi, della fotografia, dei computer (in altri tempi) delle automobili e di quant'altro e si chiama: "Fenomeno dell'Adorazione della Sacra Bufala o FASB".
    Nelle industrie serie, le multinazionali, quelle che producono sul serio, che hanno in proprietà il knowhow e la tecnologia per produrre prodotti seriamente commerciali, non sono immuni a questo fenomeno ed in Italy sono sempre in battaglia con i fornitori, i manutentori ed in genere chi mette mano alle loro apparecchiature per la scarsa capacità professione disponibile ma ne vengono a capo perchè knowhow e tecnologia è di loro proprietà e sanno, o comunque qualcuno trovano, che sa come risolvere il problema di volta in volta creato dal fornitore.
    Con i gassificatori non è così.
    Il comittente non ha minimamente idea di cosa sta comprando e quindi non sa come fare per avere la certezza che i suoi soldi non siano buttati al vento irrimediabilmente.
    Ora devo lavorare... ma proseguirò...
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    OK, ora una domanda seria, la faccio io.
    Per quale straordinario motivo non si riesce a fare dei gassificatori decentemente funzionanti in Italia?
    E perchè non li si riesce a fare nemmeno all'estero in generale ed in particolare per ogni stato?

    Forza su, su... :)
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    :woot: :eufacc: :eufacc: :eufacc: :parla:
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    Boh! :unsure:
576 replies since 21/2/2005
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