Riconsiderare "l'incidente" di Chernobyl

Un altro punto di vista

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  1. francescomat
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    Ciao.
    Ho letto un brano che mi sembra interessante in quanto non indivdua la faccenda di Chernobyl come dimostrazione della pericolosità in sé del nucleare, ma sotto un diverso punto di vista.
    Ditemi che ne pensate:

    Il rischio di un incidente nucleare si è mutato in realtà a Chernobyl, fornendo la prima occasione di scoprire l’inadeguatezza delle conoscenze in fatto di sicurezza, Quando i funzionari sovietici interpellarono l’Atom Forum (l’autorevole associazione degli esperti di energia nucleare dell’allora Germania Ovest) per chiedere come spegnere un incendio a un blocco di grafite, come quello che stava bruciando nel reattore di Chernobyl, la risposta fu che nessuno lo sapeva perché, fino a quel momento, «nessuno riteneva che un nocciolo di grafite potesse incendiarsi». Negli Stati Uniti si scoprì invece con disappunto che i piani di emergenza prevedevano di evacuare la popolazione entro un raggio di soli 16 chilometri dalle centrali, mentre a Chernobyl era stato necessario evacuare un’area di 30 chilometri di raggio. Il geografo britannico Stanley Openshaw sintetizzò così la situazione del suo Paese: «I piani governativi sono basati su una scommessa: la scommessa che non ci sarà un incidente di grandi proporzioni». Openshaw osservò infatti che in Gran Bretagna l’evacuazione per un’area di 30 chilometri di raggio sarebbe stata «semplicemente impossibile»: intorno ai reattori di Berkeley, Hartlepool e Oldbury vivevano quasi un milione di persone e le vie di fuga si sarebbero intasate in pochi minuti.
    La verità è semplice: si è investito assai poco negli studi di valutazione sulla sicurezza della tecnologia nucleare. Così dichiara il fisico nucleare Stefano Fantoni, direttore della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e, nel 1997-98, delegato per l’Italia alla commissione OCSE “Megaforum Science: Nuclear Physics” per delineare le linee di ricerca internazionali sul nucleare: In quegli anni l’Unione Sovietica non aveva ancora sviluppato alcuna concezione del rischio, ma la situazione nei Paesi occidentali non era molto diversa. Per esempio, non credo che in Italia si sia mai prodotto un report esaustivo sul rischio del nucleare per uso civile. Se mi dovessero chiedere se le centrali sono sicure, non saprei cosa rispondere. È vero, non sono un ingegnere, ma il fatto è che non saprei nemmeno a chi rivolgermi per ottenere una risposta attendibile. Eppure ho rappresentato l’Italia nelle commissioni internazionali sul nucleare... La verità è che mancano gli studi. C’è la tecnologia, ma non la scienza di base. Così ci sono tutti i presupposti perché la scienza possa essere sopraffatta dalla tecnologia e, confondendosi con essa, possa persino morire. Proprio come è successo alla ricerca nucleare italiana alla fine degli anni Ottanta."
     
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  2. marco_dp
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    Carissimo Francesco,
    se vuoi documentarti tecnicamente sul disastro nucleare di Cernobyl, ad esempio puoi leggere l'articolo redatto dal prof. Renzetti nel suo sito www.fisicamente.net.
    Comunque dalla lettura di questo o altri articoli potrai capire che la centrale era in realta' un rottame, per nulla comparabile alle centrali occidentali gia' a quel tempo.
    Le leggerezze compiute dagli operatori del turno di notte di quel 26 Aprile sono fin quasi ridicole.

    Le centrali occidentali di quel tempo, come ad esempio Caorso, erano tecnicamente molto superiori.
    Vedi la centrale di Three Miles Island, ad esempio, che e' riuscita a contenere al suo interno la fusione del reattore con conseguenze 1000 volte inferiori rispetto a Chernobyl.

    Tirare fuori questi incidenti mi sembra comunque ormai fuori luogo.
    Le centrali odierne sono piu' che sicure, e non mi risulta siano stati registrati incidenti.
    Semmai ci saranno problemi dovuti alla cattiva gestione.

    Personalmente ritengo assurda l'idea del nucleare di 4a. generazione che e' stata finora proposta.
    Sono centrali di una complessita' tale da comportare piu' rischi di quelle precedenti.
    Un buon tecnico sa bene che per fare le cose che funzionano bene ci vogliono pochi pezzi e molto semplici sia da usare che da manutenere.

    Ciao
    Marco
     
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    QUOTE (marco_dp @ 10/11/2007, 12:35)
    Le leggerezze compiute dagli operatori del turno di notte di quel 26 Aprile sono fin quasi ridicole.
    Le centrali occidentali di quel tempo, come ad esempio Caorso, erano tecnicamente molto superiori.
    Tirare fuori questi incidenti mi sembra comunque ormai fuori luogo.
    Le centrali odierne sono piu' che sicure, e non mi risulta siano stati registrati incidenti.
    Personalmente ritengo assurda l'idea del nucleare di 4a. generazione che e' stata finora proposta.
    Sono centrali di una complessita' tale da comportare piu' rischi di quelle precedenti.
    Un buon tecnico sa bene che per fare le cose che funzionano bene ci vogliono pochi pezzi e molto semplici sia da usare che da manutenere.
    Ciao
    Marco

    Quoto tutto, sono perplesso sulla cattiva gestione. i tecnici italiani stanno dimostrando grandi capacità all'estero e saranno pronti per gestire il nucleare anche in Italia quando inizierà la costruzione della prima centrale.
    In quanto alle centrali di quarta generazione sono d'accordo, infatti la centrale di flamanville in Francia la costruiscono di terza+ con sistemi di sicurezza che non hanno pari in nessuna di quelle finora costruite.
    Mi sembra tu sia esperto, cosa mi dici del nuovo reattore in South Africa?

    MetS
     
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  4. francescomat
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    CITAZIONE
    Le leggerezze compiute dagli operatori del turno di notte di quel 26 Aprile sono fin quasi ridicole.

    Questo è stato detto molte volte. Infatti ho virgolettato la parola "incidente".
    Quello che mi sembrava interessante del brano riportato è che, a sentire quel fisico, certe domande non se le era mai poste nessuno prima di quell'avvenimento. Magari ora la situazione è cambiata, ovviamente...
     
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  5. RedEnergy
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    CITAZIONE (francescomat @ 10/11/2007, 13:59)
    [...]Infatti ho virgolettato la parola "incidente".

    che sia stato un errore degli operatori o una rottura meccanica dell'impianto quello di chernobyl resta un incidente a tutti gli effetti e non cambia il suo livello di pericolosità.

    Il pericolo dell'impianto è anche legato alla necessità di disporre di operazioni umane. Il pericolo è la potenzialità che in un impianto avvenga un incidente arrecante danno a persone-cose

    Il rischio di un impianto è invece la probabilità che a guasto avvenuto vi sia danno a persone-cose, valutandone l'entità

    per inenderci: il reattore meno pericoloso del mondo può essere il più rischioso se ubicato in centro città. E peggiora il livello di rischio se la città non è predisposta con vie di fuga adeguate.


    la insufficiente attenzione e manutenzione nella gestione di chernobyl ne aumentava il pericolo, non il rischio. Il brano che francescomat riporta pone invece l'accento sul rischio. Sarei curioso di conoscerne la data di pubblicazione. Perchè effettivamente (per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro) il concetto di rischio è trato introdotto abbastanza recentemente dal legislatore.



     
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  6. francescomat
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    Non so dirti la data. credo sia tratto da un libro che si chiama "la comunicazione del rischio scientifico" o qualcosa di simile.
     
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  7. viky69
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    Ritengo utile fare osservare che il concetto di rischio nell'industria di processo in generale è studiato razionalmente da diversi decenni.

    Il rischio viene definito in termini probabilistici in riferimento al verificarsi di un evento (l'incidente).
    In questo tipo di studi è incluso anche il fattore errore umano.
    Fine ultimo è l'analisi delle origini di un incidente per limitare quanto possibile il suo verificarsi, lo studio delle conseguenze, i piani operativi per limitare al minimo i danni nel caso del verificarsi di un incidente.
    I grandi incidenti del passato (da Seveso a Chernobyl ecc...) hanno contribuito a migliorare i modelli previsionali e in definitiva il livello di sicurezza ma non mettono al riparo dal verificarsi del top event incidente.
    Lo stesso dicasi per le norme di legge che si sono via via aggiornate.
    In realtà di incidenti in uno stabilimento se ne verificano ben più di quanto si possa immaginare.
    (All'ingresso di una grande raffineria c'è un cronometro che conta le ore trascorse dall'ultimo incidente!)
    Spesso si tratta effetivamente di errori umani...(di manovra, di coordinamento, ecc..) ma nonostante la frequenza elevata il verificarsi di un evento di grandi proporzioni (di quelli che vanno in TV per intenderci) è davvero raro e molto dipende proprio dai progressi fatti nel campo dello studio dell'affidabilità e della sicurezza nonchè nella sempre minore incidenza del fattore umano nel controllo di un processo (dinamica e controllo dei processi).

    Tutto ciò per dire che personalmente (non sono ne un esperto ne un appassionato del nucleare) penso che occorra approciarsi al fattore rischio di un impianto nucleare col massimo dell'obiettività e del rigore tecnico-scientifico possibile senza farsi prendere la mano da paure ingiustificate dettate spesso dall'ignoranza (nel senso letterale del termine).
    saluti
     
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  8. buran001
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    Ciao,non é stato un incidente ma un esperimento finito male!
    Era in atto quella notte un test di verifica,in poche parole serviva a verificare come chiesto quanto tempo la centrale poteva funzionare senza alimentazioni esterne, (gruppi elettrogeni di emergenza o rete nazionale) questo sarebbe servito in caso di attacco terroristico guerra o incidente sulle grosse stazioni di smistamento vicino alla centrali,dovevano capire quanto tempo il reattore con tutta la sua inerzia termica poteva far funzionare le turbine al minimo,tanto quanto bastava per generare energia per alimentare solo le pompe e i servizzi ausigliari,per fare questo test sono stati disattivati manualmente tutti i sistemi di sicurezza,che sarebbero intervenuti!,é stata abbassata la potenza sotto il 20% e mantenuta per ore che era vietato dai protocolli di gestione ,per raggiungere la potenza per fare il test si é passati dal funzionamento normale a regime di 3200 MW termici ai 1000-700 mw termici che erano il range di potenza termica per iniziare il test, poi tale reattore RBMK1000 particolare soffre di alcuni problemi conosciuti dal progettista, ricordo che ce ne sono ancora 7 o 8 attivi e l'ultimo dei 4 di chernobyl é stato spento nel dicembre del 2000!,se non ricordo male era il reattore 3 proprio difianco al 4 esploso nell 86!
    le cause e i motivi sono state molteplici e molti fatti accadere dalla incosapevolezza del direttore di centrale e degli operatori,le cause sono:
    1-inesperienza del direttore di centrale sui reattori in generale
    2-inesperienza specilalmente di quel tipo di reattore, ma con una lunga carriera in centrali termiche a combustibile !
    3-il reattore rbmk1000 soffre di instabilità e sbalzi di potenza se fatto funzionare sotto il 20% della potenza nominale
    4-sono stati disattivati tutti i sistemi di sicurezza e spegnimento automatico per eseguire il test,dimenticandosene !
    5-si é scesi al 50% della potenza nominale per piu' di un ora a causa dei permessi negati per disconnetere la centrale dalla rete (serviva potenza per la rete nazionale)e il reattore fu reso instabile con i sistemi di sicurezza disattivati (per il test serviva solo il 30% in meno e per non piu' di 30minuti)
    6- ricevuto l'OK sicuramente i "tecnici" anno fatto un errore(non segnalato dai computer spenti) che ha causato un calo dell1% della potenza sendendo precipitosamente a 30MW termici (praticamente spento)
    7- a causa di questo errore e spegnimento non previsto, l'operatore tenta pricipitosamente di alzare la potenza estraendo quasi TUTTE le barre di contollo e riesce ad alzare la potenza di un 7-10% ( era rigorosamente vietato da protocollo estrarre tutte le barre di controllo anche con reattore a regime, diverse barre piu di 20 delle 211 devono rimanere sempere inserite!)
    8-rimangono solo 6 delle 211 barre inserite nel reattore .
    9-contro tutte le norme di procedura a causa del funzionamento a bassissima potenza prolungata l'operatore con l'azzione tempestiva di estrarre quasi tutte le barre crea un instabilita' ulteriore ed ecessiva
    10- la turbina viene invasa dall'acqua e ralentando non genera piu' la dovuta potenza per le pompe di raffreddamento
    11- l'operatore tenta di ripristinare manualmente tale problema, cercando di rimandare l'acqua nello scambiatore (la seconda turbina era gia' stata spenta e chiusa) tale operazione é stata difficile e vana causando ulteriore instabilità al reattore, causa sbalzi e variazioni di temperatura dall'acqua rafreddata.
    12-a causa di queste maldestre operazioni e vietate dai protocolli nel vano tentativo di riportare il reattore alla potenza per iniziare il test il reattore sfugge e sale in soli 4,5 secondi a 120volte le potenza di regime
    la prima esplosione interna spezza alcini tubi dell'acqua e deforma i canali delle barre di controllo impedendo il totale SCRAM,a causa della rottura dei condotti si genera all'interno un imensità di vapore,il livello dell'acqua di conseguenza scende, le barre moderatrici fatte di carburo e boro con punta in carbonio! al momento dello SCRAM precedente di emergenza appena toccano l'acqua creano centinaia di hot-spot causato dalla punta in carbonio che al posto di assorbire neutroni aumenta temporaneamente la reazzione, il vapore generato a diretto contatto con il combustibile e la graffite genera vari gas tra cui l'idrogeno,tale pressione sale esponenzialmente e il "coperchio" da 2700 tonellate salta in aria per almeno 10metri e rivade nel reattore in vertivale sfonfandolo completamente,la reazione con l'ossigeno (comburente) fà esplodere l'idrogeno la graffite prende fuoco a contatto con l'aria e il resto lo sapete....

    Parlare di incidente é come smontare i freni di una Ferrari da formula 1 e lanciarla a tutta velocita' su un trettilineo,arrivati in fondo non si puo' parlare di incidente ! ma un operazione da criminali incoscenti, i "tecnici non conoscevano affondo i difetti e le carenze progettuali di tale reattore particolare in cemento armato e blocchi di graffite, addirittura il direttore era un esperto di centrali termoelettriche classiche e altri operatori erano stati trasferiti da altre centrali nuclearie ma non di tale tipo ma PWR con reattoti di tipo VVER che non discostano di molto dai PWR europei o americani,questo perché il complesso era in rapida crescita erano in procinto di costruire altre 4 unità, mai costruite dopo il disastro (l'incidente di Chernobyl era quello del 91 quando un incendio mette fuori uso l'unità 2!) "ne avevate sentito parlare nel 92?" e non l'esplosione dell 86 al numero 4, l'RBMK1000 a anche alri difetti trà i quali,le barre di controllo ci mettono 20 secondi per il completo inserimento (ci mettono 2 secondi qualsiasi altro reattore nel mondo )soffre di gravi instabilita a potenza ridotta, la gestione del reaatore é di tipo MANUALE con supervisione compiuterizzata (esempio i compiuter rilevano calcolano e danno informazioni all'operatore per agire di conseguenza)nelle centrali di qualsiasi altro tipo é l'opposto i computer rilevano calcolano e controllano agendo e l'operatore supervisiona e regola parzialmente,se qualsiasi azzione da parte dell'operatore va fuori parametri i compiuter mette tutto in sicurezza,é non é possibile in alcun modo agire o attivare la centrale manualmente con i computer scollegati,per tali carenze e difetti di progettazione (molti altri non gli ho elencati troppo tecnici) e stato scartato l'errore umano ! ma mi chiedo io ... i marziani l'hanno costruito?e mandato a 120volte la sua potenza massima?

    Non facciamo di tutta un erba un fascio esistono decine di tipi diversi di reattori ,dli rbmk1000 sono i piu' pericolosi e vietati nel resto del mondo, ma i piu' utilizzati maggiormente sono i CGR BWR e PVR,guarda caso in Italia c'erano tutti e 3 i tipi all'epoca,negli anni 60 eravamo i terzi al mondo dopo USA e Russia! invidiati da molti per la tecnologia dell'epoca e specialmente per la centrale di Caorso, ora siamo nella cacca aspettando forse la fusione...!?
    Lo sapevate che L'ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) doveva essere costruito in Italia ! per la fase di test?
    Gli EPR "Francesi" (4 in fase avanzata di costruzione) non sono altro che i PWR avanzati di 4 generazione,semplificati economici e sicuri,come tutte le altre oltre 400 centrali nel mondo! (54 solo vicino a noi)
    Ciao
    ps.io non sono contro il nucleare!
     
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    C'e' un interessante pubblicazione edita dall'Associazione Galileo 2001 e scritto da Ugo Spezia, che analizza nel dettaglio "l'incidente" di Chernobyl.
    A pagina 41 inizia un paragrafo che descrive in dettaglio e cronologicamente le azioni eseguite dal personale della centrale in quel momento in servizio che furono causa del piu' grave 8e per ora unico) incidente della storia dell'energia nucleare.
    Riporto qui alcuni passi, in particolare la cronologia dell'incidente affinche' si possa capire cosa successe senza ombra di dubbio.
    Ugo Spezia e' un ingegnere nucleare e giornalista scientifico, attualmente responsabile della comunicazione della SOGIN (Societa' Gestioni Impianti Nucleari). Ha lavorato in passato dello sviluppo del Progetto unificato nucleare dell'ENEL. Ha ricoperto la carica di Segretario generale del Forum Atomico Europeo (Foratom). Ha operato come consulente per la comunicazione in ambito nucleare per l'ENEA, l'ENEL ed il Gruppo di lavoro Stato-Regioni per la gestione dei materiali radioattivi. Tiene lezioni di comunicazione sui fattori di rischio presso l'Universita' di Roma La Sapienza, la Pontificia Universita' Regina Apostolorum di Roma e lo IULM di Milano.

    "L'incidente al reattore n° 4 si verificò durante una fase di spegnimento programmata il 25 Aprile 1986 per le normali esigenze di manutenzione dell'impianto. In concomitanza con lo spegnimento del reattore si era deciso di condurre un esperimento sul gruppo
    turboalternatore n° 8, uno dei due alimentati dal reattore n° 4. Lo scopo era quello di verificare se, in caso di caduta dell'alimentazione elettrica dell'impianto, il gruppo turboalternatore fosse in grado, durante il moto inerziale di arresto, di produrre una potenza elettrica sufficiente a garantire il funzionamento dei sistemi di emergenza ed ad azionare delle pompe di circolazione del refrigerante nel nocciolo fino all'intervento dei motori diesel di emergenza. In altri termini, si trattava di verificare la possibilita' di garantire la refrigerazione temporanea del reattore con un flusso d'acqua lentamente decrescente nel tempo alimentando alcune pompe di circolazione con l'energia elettrica prodotta dal generatore trascinato dal moto inerziale della turbina.

    Un test analogo era stato già condotto in precedenza senza esiti conclusivi e si deciso pertanto di ripeterlo. Il modo irresponsabile in cui fu condotto l'esperimento è oggi unanimemente considerato la causa principale dell'incidente, al quale peraltro il reattore RBMK era predisposto per le sue caratteristiche progettuali.

    La prassi di sicurezza fu violata fin dall'inizio: il programma di lavoro secondo il quale doveva svolgersi l'esperimento non aveva infatti ricevuto le approvazioni richieste, e la stessa titolarità dell'esperimento, anziché al responsabile della sicurezza della centrale, fu affidata ad un tecnico non specializzato nella conduzione di impianti nucleari. La cronaca di quanto avvenne, ricostruita dai tecnici dell'IAEA sulla base delle indagini che seguirono l'incidente, fu resa nota per la prima volta nel corso del Post Accident review Meeting tenutosi dal 25 al 29 Agosto 1986 a Vienna presso la sede dell'Agenzia Nucleare dell'ONU.

    Ore 01:00 del 25 Aprile 1986. Lo staff incaricato di condurre l'esperimento inizia a ridurre la potenza del reattore n° 4, inizialmente pari a 3200MWt, con l'obiettivo di raggiungere il livello di 700-1000MWt al quale il test deve essere condotto.

    Ore 13:05 del 25 Aprile. Sono trascorse 12 ore dall'inizio dell'esperimento. La potenza del reattore è stata ridotta a 1600MWt. Uno dei due turboalternatori collegati al reattore viene pertanto isolato, mentre l'altro continua a funzionare utilizzando il vapore residuo prodotto dal reattore. Il controllore della rete elettrica impedisce l'ulteriore discesa della potenza, essendo l'impianto connesso con la rete.

    Ore 14:oo del 25 Aprile. In accordo con il programma sperimentale, il sistema di refrigerazione di emergenza del nocciolo è intenzionalmente isolato, per evitare che entri in funzione automaticamente nel prosieguo dell'esperimento. Da questo momento il reattore n° 4 continua ad operare a metà della potenza nominale senza questo fondamentale sistema di sicurezza, in violazione delle norme di sicurezza.

    Ore 23:00 del 25 Aprile. Il controllore della rete autorizza l'ulteriore discesa della potenza.

    ore 23:10 del 25 Aprile. Il reattore raggiunge il livello di potenza previsto per condurre l'esperimento. Gli operatori escludono quindi il sistema di regolazione automatica che ha controllato finora la discesa della potenza. Questa azione, prevista progettualmente solo con il reattore a bassa potenza, determina uno sbilanciamento nel sistema di controllo globale dell'impainto cui gli operatori non sanno reagire. L'intervento automatico del sistema di controllo determina la riduzione della potenza del reattore a meno di 30MWt, livello molto inferiore a quello previsto per l'effettuazione dell'esperimento. In queste condizioni di funzionamento gli effetti del coefficiente di vuoti positivo divengono molto sensibili.

    Ore 01:00 del 26 Aprile. La potenza del reattore si stabilizza al livello di 200MWt. Nel tentativo di riportarla nuovamente al livello prefissato per l'esperimento gli operatori hanno disattivato il sistema di regolazione automatica ed hanno comandato manualmente l'estrazione dal nocciolo di un elevato numero di barre di controllo. Non si riesce comunque a elevare la potenza al di sopra dei 200MWt a causa della scarsa reattività disponibile nel nocciolo, nel quale si vanno accumulando sostanze assorbitrici di neutroni (picco di xenon). Nonostante non sia possibile rispettare i requisiti di potenza previsti nel programma si decide di proseguire ugualmente l'esperimento.
    Il reattore n° 4 continua ad operare con sole 6-8 barre di controllo inserite, nonostante le prescrizioni di esercizio dell'impianto stabiliscano che per assicurare in ogni condizione il controllo del reattore è necessario che sia sempre inserito nel nocciolo un numero minimo di 30 barre di controllo. Nelle condizioni in atto il tempo minimo richiesto per spegnere il reattore in caso di emergenza (inserimento contemporaneo di tutte le barre) è di circa 20 secondi: un periodo di gran lunga superiore a quello di una possibile escursione di potenza dovuta al coefficiente di vuoti positivo.

    ore 01:03 e 01:07 del 26 Aprile. vengono azionate altre due pompe di circolazione, in aggiunta alle sei già operanti. Si vuole fare in modo che durante l'esperimento - che deve interessare quattro pompe - ci siano altre quattro pompe a disposizione per il raffreddamento di sicurezza del nocciolo. Nelle condizioni di funzionamento così imposte il nocciolo e le pompe sono attraversati da portate d'acqua difformi rispetto ai limiti previsti dalle norme di esercizio.

    Ore 01:10 del 26 Aprile. L'azionamento delle pompe aggiuntive produce un forte squilibrio nella termoidraulica del reattore. L'aumento della portata del refrigerante determina una riduzione della pressione del vapore generatore, e in tali condizioni entro breve tempo entrerebbe in funzione il sistema di spegnimento di emergenza del reattore. Per evitare questa eventualità, che renderebbe impossibile l'effettuazione del test, gli operatori intervengono manualmente e isolano intenzionalmente alcuni canali del sistema di spegnimento di emergenza. viene ridotta la portata d'acqua di alimento, presumibilmente nel tentativo di aumentare la pressione del vapore prodotto.
    Per tentare di antenere il livello dipotenza raggiunto, gli operatori comandano l'estrazione delle barre di controllo ancora inserite nel nocciolo. Il reattore diviene fortemente instabile, e per mantenere costante la potenza si deve intervenire ripetutamente a distanza di pochi secondi sulle barre di controllo.

    Ore 01:22:30" del 26 Aprile. Il computer di controllo segnala la necessita' di procedere all'immediato spegnimento del reattore. Ignorando deliberatamente la segnalazione gli operatori danno inzio all'esperimento.

    Ore 01:23:04" del 26 Aprile. Viene chiusa la valvola di ammissione del vapore alla turbina, che inizia la corsa di azione inerziale. In condizioni di funzionamento normale l'isolamento contemporaneo del reattore dai due turbogeneratori (da ricordare che il primo era già stato escluso) avrebbe causato llo spegnimento automatico di emergenza del reattore.
    Anche questo sistema viene perciò escluso, onde rendere possibile la ripetitizione dell'esperimento in caso di insuccesso della prima prova. Il reattore continua ad operare alla potenza di 200MWt senza che il calore prodotto nel nocciolo venga sportato efficacemente. Si ha una netta riduzione della portata del refrigerante attraverso il nocciolo, dovuta all'effetto concomitante del rallentamento delle pompe di circolazione (alimentate dalla corda inerziale del turboalternatore) e della riduzione della portata di alimento. Si verifica conseguentemente un forte incremento della produzione di vapore del nocciolo, e la potenza del reattore inizia a crescere rapidamente per effetto della rarefazione dell'acqua.

    ore 01:23:40" del 26 Aprile. Sulla base delle indicazioni strumentali, gli operatori si rendono conto della pericolosità della situazione. Il caposquadra di turno da l'ordine di azionare il pulsante AZ-5, che comanda l'arresto rapido del reattore attraverso l'inserimento completo di tutte le barre di regolazione e di controllo. Il pulsante viene azionato, ma dopo alcuni secondi gli operatori in sala manovra avvertono una serie di urti e si rendono conto che le barre di controllo si sono arrestate prima del fine corsa.

    Ore 01:24 del 26 Aprile. La potenza termica sviluppata dal reattore diverge, raggiungendo livelli che secondo le stime superano di 100 volte il valore nominale. Si verificano in rapida successione due forti esplosioni (di vapore la prima, probailmente di idrogeno la seconda) che scoperchiano il nocciolo e demoliscono l'edificio reattore.

    Il disastro è compiuto.
     
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  10. viky69
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    Molto interessante.
    Leggendo nei precedenti post la sintesi della cronistoria degli avvenimenti di quella tremenda giornata del 1985 a Chernobyl è chiaro che la tecnologia (qualunque essa sia) è di per se sicura se condotta seguendo prassi e procedure stabilite da anni di esperienza.

    E' del tutto criminoso il modo in cui si verificarono gli eventi in quella giornata.

    Generalmente quando si vuole condurre un esperimento che fa marciare l'impianto (parlo in generale di qualsiasi tecnologia, nucleare e non) al di fuori dalle condizioni standard di processo un maggiore livello di attenzione, la presenza di un team di ingegneria specializzato, la predisposizione di misure alternative di emergenza sono misure minime che qualsiasi direzione di stabilimento con un minimo di sale in zucca pretendono!

    Il paradosso è che nel tentativo di studiare il comportamento del sistema in una condizione estrema (che probabilmente non si sarebbe mai verificata) si è creato l'incidente.

    Non scendendo nei particolari dell'incidente (anche perchè non li conosco e non ho competenza su centrali nucleari) come osservazione generale non posso fare altro che confermare che in ogni caso di errore umano si è trattato (anzi di più errori ad effetto sinergico).

    Una sequenza così assurda di eventi è veramente difficile ipotizzarla ma in ogni caso si è verificata...per cui il rischio non ha valore nullo.

    Di solito, purtroppo, sono proprio le sequenze di decisioni e/o azioni quasi assurde che provocano gli incidenti più catastrofici (proprio perchè la sequenza di eventi è difficile da prevedere e quindi altrettanto il setup dei sistemi di protezione e di reazione).

    Personalmente sono stato aimè protagonista di un evento incidente (per fortuna in un impianto con pericolosità intrinseca irrisoria rispetto ad una centrale nucleare).
    Una squadra di manutenzione effettuò un'azione su una parte di un impianto per la quale non era stata autorizzata dalla direzione di stabilimento (contravvendendo a tutte le regole e procedure). Senza dilugarmi troppo il risultato fu l'innesco di una serie di detonazioni assolutamente incontrollabili...e francamente il senso di impotenza e di mancanza di controllo sono un qualcosa di terribilmente frustrante. (ma alla fine quella volta li ce la cavammo con pochi danni e un lieve infortunio di un eroico operatore fiuuuu!!).

    Immagino quella giornata a Chernobyl :( :( :woot:
     
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    Tutte le centrali nucleari, dopo l'incidente di Chernobyl, furono dotate di particolari sistemi di sicurezza su suggerimento dell'IAEA.
    Questi sistemi avevano il solo scopo di non permettere l'esclusione dei sistemi di sicurezza principali manualmente.

    Come dire che, visto che l'eventualita' poteva anche ripresentarsi visto che nel sistema l'anello debole e' l'uomo, escluderla a priori con adeguati sistemi automatici e non escludibili manualmente dal personale operativo era la soluzione migliore.

    Buona giornata
    MetS
     
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  12. buran001
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    Ciao Met,
    Si la tua spiegazione é piu' tecnica, ma alla fine sono simili,sono andato a mente con parole semplici,le modifiche apportate alle altre centrali dopo "l'incidente" sono principalmente sullo stesso tipo di centrale con reattore a graffite RBMK1000, nelle restanti nel resto del mondo che sono di diverso tipo da quelle Russe o meglio dell'ex Unione Sovietica sono stati apportati miglioramenti ma i quali non derivanti da Chernobyl, da li si é solo imparato e capito gli errori di approccio in caso di una catastrofe simile,e per ridurre i danni dopo un ipotetico incidente per il resto non centra niente con le altre centrali dato che sono completamente diverse in tutto. Escludere la possibilita' di disattivare dispositivi di sicurezza mi sembra un po' una presa in giro! comunque é proprio cosi'.Le centrali "nostrane" erano e sono di concezione diversa e é difficile comunque che un errore umano causi una cosa del genere,forse una negligenza nella manutenzione...
    3 Francesi le ho visitate anni fà,tranne una un po' troppo sperimentale e ormai chiusa dove ho potuto solo vedere la sala di controllo,le restanti due é affascinante,vedere con quanta semplicità "apparente" le fanno funzionare, é strano stare a poche decine di metri da un reattore in funzione é per uno non é addetto,incute timore e rispetto ma allo stesso tempo affascina!
    Pensa che anni fà volevo andare a visitare Chernobyl avevo rinunciato,gli amici mi hanno detto che ero matto e nessuno mi avrebbe accompagnato fino li, e pensare che conoscevo qualcuno che poteva farmi avere i permessi per fare una visita veloche all'interno,ora sembra che basti pagare un biglietto firmare un foglio e alla fine ti danno anche un certificato tipo papiro dove é indicato la dose che ti sei portato via con tanto di ringraziamenti! Qualcuno si é anche sposato li davanti,ci sono foto di nozze con tanto di sposini vestiti, ora é diventato un'attrazione turistica con tanto di guida e centro di accoglenza con museo e foto all'ingresso,(i soldi raccolti "dovrebbero" andare ad aiuti umanitari ai colpiti)per entrare nel sarcofago serve comunque un autorizzazione particolare che a quanto so' é solo lunga da avere per la burocrazzia e alla fine é costosa per documenti fax e telefonate,implica dei vincoli tipo fare foto o filamti non autorizzati, i costi sono anche per l'attrezzatura,tuta di stoffa plastificata bianca un dosimetro mascherina con filtro occhiali stivali e guanti di gomma! ( tempo di visita 15 minuti massimi o il meno possibile) e per pagare il tecnico che ovviamente spiega e accompagna,per la visista quidata esterna non é richiesto niente ! tranne che é sconsigliato scavare fare polvere raccogliere ecc, fino all'ingresso si arriva tranquillamente senza alcuna autorizzazione ,basta presentare un documento di identità al checkpoint militare prima di entrare nella zona rossa,da li impoi ovviamente comprese le città di Chernobyl e di Pripiat fino alla centrale sono cavoli "tuoi", si puo' incontrare anche alcuni anziani che sono ritornati e abitano nelle loro vecchie baracche in periferia ma comunque in zona rossa, la piu' famosa é una nonna anziana che non se ne é mai andata,vive senza luce e telefono cucina e beve con acqua contaminata di pozzo e mangia solo verdure del suo orto! ( é stata esaminata da vari medici e intervistata da molti andati li da tutto il mondo) é molto ospitale ma serve un traduttore o qualcuno che la conosce, se mai capitasse di passare di li, é una zona molto fuori mano ed isolata, se c'é ancora dato che é molto anziana,un thé caldo o un caffè é assicurato, lo offre sempre ma occhio che é molto energizzante (fatti con acqua di pozzo)!
    Un altra persona conosciuta é una ragazza Ucraina che sfreccia per le strade deserte con la sua moto Kawasaki ZZR-1100 (ZX-11) conosciuta per le sue foto e racconti in tutto il mondo, un suo sito http://www.angelfire.com/extreme4/kiddofspeed/index_it.html
    Ciao
     
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11 replies since 8/11/2007, 14:06   832 views
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