Le scorie

sono un vero problema per l'Italia?

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    Con il termine di scorie radioattive si intende indicare il combustibile esausto originatosi all’ interno dei reattori nucleari nel corso dell’esercizio.
    Esse rappresentano un sottoinsieme dei rifiuti radioattivi, a loro volta suddivisibili in base al livello di attività in tre categorie: basso, intermedio ed alto. Le scorie radioattive sono prodotte durante il funzionamento di un reattore e in misura minore durante la preparazione del combustibile nucleare o dai materiali utilizzati all' interno del reattore come moderatori, refrigeranti, ecc. Poichè le scorie radioattive decadono nel tempo, si osserva che i prodotti di fissione sono pericolosi per circa 300 anni, gli attinidi minori per circa 10.000, il plutonio per circa 250.000.
    Per alleggerire il problema dello stoccaggio permanente delle scorie dei reattori nucleari è necessario quindi: ridurre la formazione del plutonio e bruciare quello già prodotto.

    L' Italia non ha una grande quantità di scorie radioattive: le scorie ad alta pericolosità sono circa 8.000 mc. Una quantità scarsa e che lascia aperta la porta alla soluzione per lo smaltimento in un deposito definitivo europeo (soluzione consigliata dalla stessa Unione Europea).



     
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  2. nerudapablo
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    Ho letto un aricolo su PopSci che potrebbe indicare la via migliore per arrivare a reattori nucleari producenti energiua partendo proprio da un accorto uso delle scorie.
    Incollo qui l'articolo corredandolo dal link, speriamo che parlate inglese:

    Nuking Nuclear Waste

    Seth Fletcher

    Later this year, scientists at Oak Ridge National Laboratory in Tennessee hope to take a big step toward solving America's nuclear-waste woes. Pending clearance from the Department of Energy, they will demonstrate a new toxic-waste recycling process.
    The aim of the demo—part of a controversial $405-million government project called the Global Nuclear Energy Partnership (GNEP)—is to transform nuclear leftovers into fuel for a new breed of reactors. The new reactor/fuel combo, GNEP officials say, could produce up to 100 times as much energy as conventional reactors and could generate 40 percent less waste. The initiative is a key part of the Bush administration's long-term strategy to meet America's rising demand for electricity—according to the DOE, it's expected to jump by 45 percent from 4,000 billion kilowatt-hours in 2005 to 5,800 billion kilowatt-hours in 2030—without creating more greenhouse gases. "Nuclear energy is the biggest source we have for meeting our energy needs without contributing to global warming," says Sherrell Greene, director of the nuclear-technology program at Oak Ridge, one of the 13 potential recycling sites selected earlier this year by the DOE.

    Another central GNEP objective is to deal with the nation's growing nuclear-waste problem: The country's 103 nuclear reactors produce 2,200 tons of radioactive waste annually, and there's no good place to put it. Even if no new reactors are built, at current rates, the U.S. will have produced more than 94,600 tons of spent nuclear fuel by 2050, and the repository at Yucca Mountain in Nevada, America's lone long-term solution to radioactive-waste storage, will stow just 77,000 tons when it's slated to open in 2020.

    Yet not everyone thinks GNEP's strategy for recycling waste is the solution. Ivan Oelrich of the Federation of American Scientists, for example, says that the new type of recycled fuel would contain as much as 90 percent plutonium, making it a much more attractive target to a bomb-building terrorist. Spent fuel from traditional reactors, by comparison, contains only 1 percent plutonium.

    GNEP officials reject this criticism. The new recycling process, they argue, will not isolate pure plutonium, making it more difficult to convert the leftovers into a bomb. Specifically, the process calls for dissolving spent fuel in nitric acid to chemically extract the nastiest 1 percent—the highly radioactive elements plutonium, neptunium, americium and curium, also known as actinides—as well as depleted uranium. (The remaining waste is stored in traditional casks.) The uranium is then re-enriched, recombined with the actinides, and compressed into fuel pellets for state-of-the-art reactors. In this scheme, waste is used repeatedly, transforming it into less harmful elements with each cycle.

    The Oak Ridge demonstration is intended to be a miniature model (minus the reactors) of how this recycling process could work at the industrial scale. "It's a synthesis of the whole process," says Greene, who is working on the project. In addition to pursuing scaled-down tests of the new recycling technology, GNEP officials will release a draft report this summer on the environmental impact of the potential sites. But the program's defining moment will happen next year when the U.S. secretary of energy decides whether to step up the initiative and build America's first full-scale demonstration plant.

    ho dimenticato il link, eccolo: link

    Edited by MetS - 18/1/2008, 14:17
     
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    La dimensione di tutte le scorie a lungo termine adeguatamente riprocessate coi moderni sistemi prodotte da tutte le centrali nucleari del mondo da quando sono attive è, in metri cubi, un paio di campi da tennis.
    Per ulteriore sicurezza, si tende a diluirle enormemente nei fusti, e quindi la dimensione incrementa (riducendo ulteriormente l’attività per kg). L’esaurimento dei siti di stoccaggio direi che non è un problema concreto, piuttosto è utile, data la modestia della dimensione delle scorie considerate, riunire tutte le scorie in un unico, controllabile e sicuro punto.
    In Europa il luogo che era in cima alla lista dei siti per un futuro stoccaggio europeo era, pensate, in Basilicata. Al momento scartato per ragioni di ordine sociali.
    Se non piace esistono altre soluzioni come quelle fornite dall’Australia: all in one. Tu compri da loro il combustibile (tanto hanno il 30% dell’Uranio del pianeta, e know-how per raffinarlo a piacere) e loro ti fanno il servizio tutto compreso: ti mandano il combustibile, te lo montano nel reattore, se lo vengono a prendere quando è esausto e se lo riprocessano e se lo stoccano loro (tanto hanno anche un botto di spazio geologicamente stabile). Sembra uno di quei contratti business di telefonia mobile in cui schiacciano anche i tasti al posto tuo…

    E sfatiamo un mito, siamo circondati da uranio, il Radon e' un gas radioattivo e lo respiriamo piu' o meno tutti ed e' per quello che molte popolazioni hanno piu' alte incidenze tumori rispetto ad altre, altro che il fumo uccide!
    L'uranio esiste gia' in natura, quell’Uranio sarebbe comunque radioattivo al di sotto della superficie e comunque rilascerebbe il suddetto e pericoloso gas Radon nelle nostre case. La natura, da sola, produce scorie nucleari perchè, tanti miliardi di anni fa, qualche tipo di processo nelle supernove ha prodotto una pletora di nuclei pesanti instabili. Ad esempio nella valle del Cervo (alle parti di Arona) praticamente ogni roccia è molto radioattiva, probabilmente a causa di qualche grosso giacimento di Uranio nei pressi, anche le rocce più comuni sono intrise di Bq anche centinaia di volte superiori alla norma, e le cantine degli abitanti hanno radon in concentrazione decine di volte superiori a quello di altre zone del Piemonte.
    Quello che fa una centrale nucleare è sfruttare questo potenziale inespresso, controllarlo dall’inizio alla fine e prendere una serie di precauzioni perchè non si vuole che agli abitanti delle zone dei depositi siano esposti a una dose eccessiva ma che comunque, in altre zone perfettamente abitate, è naturale.
    Se vicino a una centrale nucleare ci fosse la radioattività che c’è in una comune cantina di Arona si superebbe la soglia di allarme e si direbbe che qualcosa è andato storto.
    Per inciso, un campo da tennis alla volta ci si metterebbero miliardi di miliardi di anni a riempire il mondo, e se teniamo buoni i campi da tennis: se in 50 anni ne riempiamo 2 di campi da tennis. Ancora 200 anni e ne riempiamo 10. Sai che sforzo.
    La scelta molto miope mi sembra invece quella che, per compensare a difetti del tutto irrisori per la salute e il benessere delle persone ne crea altri di ENORMI, come la mancanza o il costo enorme dell’energia, l’inquinamento atmosferico nelle sue più svariate forme e il rischio di modifica del macroclima mondiale.
    Mettendo sul piatto della bilancia 2 campi da tennis, con
    1- Centinaia di milioni (forse miliardi) di morti a causa del minor benessere ed energia che si riflette in una minor sostenibilità della vita e progresso scientifico, nel caso in cui, anzichè adottare l’energia nucleare, “andiamoci con i piedi di piombo e viviamo a mulini a vento e sole in fronte :mook:”. Oltre a una serie di problemi collaterali e diversi inquinanti nell’aria (l’acciaio, il cemento e i semiconduttori necessari per l’eolico, l’idroelettrico e il solare non sono gratis in termini di impatto ambientale).
    2- Livelli di CO2 ulteriormente più elevati (e di molto) nel caso in cui, “il nucleare fa le scorie, bruciamo composti chimici che è molto più salubre :mook:”
    Guardate che, sinceramente ringrazio che siano stati costruiti centinaia di reattori nucleari dato che sono fermamente convinto che la stessa energia non sarebbe potuta essere generata, e non sarà generata, in altro modo con una ricaduta ambientale minore.
     
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  4. espositore
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    QUello della radioattività presente in natura l'avevo pensata pure io, ma non sapevo quanto fosse paragonabile a quella emessa da una centrale nucleare debitamente utilizzata.
    Mi veniva poi in mente una riflessione sull'uranio in natura e le paure umane...detto terra terra, se sottoterra è presente l'uranio che è radiattivo e a nessuno la cosa preoccupa, perchè deve preoccupare se alla fine del processo di utilizzo questo viene ristoccato.....sempre sotto terra?
    A questo punto rimettiamolo lì da dove è stato tolto e vediamo se qualcuno ha ancora da lamentarsi!
     
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    Ti sei mai chiesto perchè in alcune zone d'italia c'è una mortalità infantile elevata ed in particolare a causa di tumori ed in altre è praticamente assente?
    Ho dato un'occhiata a questa mappa virtuale (non è disegnata ma spero qualcuno lo faccia a breve) confrontandola con quella del radon.
    Sorpresa, quanto maggiori sono le emissioni di radon tanto maggiori sono i casi di tumore infantile e generalizzato.
     
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4 replies since 10/11/2007, 01:05   3717 views
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