Riflessioni e proposte sull'abbattimento dei nitrati

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  1. claudiocosta
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    Posto le tecniche considerate dall regione Lombardia vantaggiose nell'abbattimento dell'azoto, sul link ci sono esempi anche di trattamento per i bovini.


    http://www.agricoltura.regione.lombardia.i...ecreto_9142.pdf

    Allegato 1 al decreto n. del composto di n. 26 pagine 17 LINEA TRATTAMENTO REFLUI SUINI con

    Trattamento Biologico
    addensato
    VAGLIO
    STOCCAGGIO in platea
    ADDENSAMENTO
    - Sedimentatore
    - Flottatore
    - Centrifuga
    DIGESTIONE ANAEROBICA
    TRATTAMANTO BIOLOGICO (SBR)

    impianto di tipo discontinuo (SBR: sequencing batch reactor):

    in questo tipo di impianti (reattori sequenziali) si creano nella stessa vasca in successione le condizioni necessarie per il processo biologico. Il liquame viene immesso nel reattore in maniera discontinua (1-2 volte al giorno) e scaricato in un'unica soluzione. Vi è uno sviluppo di flora microbica. Le fasi del processo(aerobiche,anossiche e anaerobiche) avvengono in sequenza e si concludono con una fase di quiete per permettere al fango attivo di sedimentare. A questo punto è possibile estrarre dalla vasca il liquame chiarificato e dal fondo i sedimenti.

    In sintesi le fasi sono: • alimentazione dei reflui, • degradazione delle sostanze organiche con nitrificazione e denitrificazione • sedimentazione, • scarico delle acque trattate
    Aspetti positivi:- impianto semplificato (minori volumi )rispetto ad una nitro-denitro in continuo - Elevata flessibilità del trattamento in base al liquame inserito - Minori costi di costruzione di una nitro-denitro in continuo
    Criticità: - possibile formazione di odori se non gestita in modo corretto -


    impianto di tipo continuo:

    in questo impianto, nel quale l’alimentazione è in continuo, le varie fasi di nitrificazione,denitrificazione e sedimentazione avvengono in differenti bacini specializzati ed opportunamente attrezzati allo scopo. Si parte dalla presenza di azoto sotto forma ammoniacale e si passa, in condizioni aerobiche, a nitriti e poi nitrati. Questi ultimi in condizioni di anossia vengono trasformati in azoto elementare gassoso. Aspetti positivi:- diminuzione del contenuto di azoto totale - la frazione solida prodotta se stoccata può essere usata a fini agronomici. Criticità: - servono ampi spazi per le vasche - trattamento complesso: necessita di gestione accurata - costi elevati di costruzione e gestione - tecnologia ad oggi impiegata prevalentemente nel settore industriale
    Materiale risultante
    Liquame trattato: in funzione del livello di abbattimento raggiunto può essere utilizzato a fini agronomici (previo stoccaggio) su terreni aziendali o può essere scaricato in fognatura Frazione addensata: viene rinviata al trattamento di addensamento. Azoto: rilasciato in atmosfera sotto forma di N2 riduzioni azoto:sono ottenibili riduzioni di azoto anche superiori al 90% in funzione del dimensionamento del processo.

    STOCCAGGIO
    SEPARAZIONE
    - Centrifuga
    STOCCAGGIO

    utilizzo agronomico Liquame t.q .

    separato solido
    fanghi chiarificato solido utilizzo agronomico su terreni aziendali Utilizzo in aree delocalizzate

    chiarificato utilizzo agronomico o SCARICO IN FOGNATURA

    LINEA TRATTAMENTO REFLUI SUINI con Aerazione discontinua
    addensato
    VAGLIO
    STOCCAGGIO in platea
    ADDENSAMENTO
    - Sedimentatore
    - Flottatore
    - Centrifuga
    DIGESTIONE ANAEROBICA
    AERAZIONE DISCONTINUA in un bacino con tempo di ritenzione idraulica pari a 20 giorni)
    STOCCAGGIO
    SEPARAZIONE
    - Centrifuga
    STOCCAGGIO

    utilizzo agronomico Liquame t.q .

    separato solido
    fanghi chiarificato solido utilizzo agronomico su terreni aziendali Utilizzo in aree delocalizzate

    Utilizzo in aree delocalizzate Allegato 1 al decreto n. del composto di n. 26 pagine

    Lo svantaggio di entrambi è che ci si ritrova con grandi quantità di separato solido che comunque è da smaltire sempre con i limiti di vulnerabilità, e sarà un costo, alto per le provincie ad alto carico zootecnico, finchè non faranno la condizionalità della pac legata ai nitrati.

    Edited by claudiocosta - 5/9/2008, 09:17
     
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  2. claudiocosta
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    Riflessioni notturne

    Siccome l'eutrofizzazione si controlla solo abbattendo sia l'azoto sia il fosforo

    https://alternativenergetiche.forumcommunity.net/?t=18439149

    chi decide di abbattere l'azoto deve pensare che prima o poi chiederanno di abbattere anche il fosforo, quindi nel scegliere un sistema bisogna valutare anche la possibilità di controllare il fosforo, magari predisponendo già l'impianto.

    per ora solo la pirolisi abbatte azoto e fosforo, la depurazione no bisogna aggiungere delle vasche per abbattere il fosforo.

    Prima o poi chiederanno agli allevatori di abbattere le emissioni del 20% secondo la direttiva UE 20-20-20, anche in questo caso nel scegliere un sistema è bene pensare di andare a credito di emissioni piuttosto che a debito ( ad es con la nitro denitro o con l'ossigenzaione) perchè può darsi che si renda necessario comprare quote CO2. Ecco perchè consiglio di abbinare sempre all'abbattimento la produzione di energia rinnovabile ad es biogas o gassificazione o pannelli solari o ristrutturazione catalitica ecc

    Edited by claudiocosta - 5/9/2008, 09:19
     
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  3. claudiocosta
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    http://web.uniud.it/biogas/assets/Chiument...io%20Emilia.pdf
    le solite proposte ma esposte chiaramente anche secondo i limiti della normativa IPPC

    Gli impianti a biogas sono convenienti solo se si superano i 50 kw prodotti cioè per i suini, sopra i 4000 capi, e dopo occorre procedere con una depurazione nitrode,nitro.

    Interessante sempre nell'ottica della normativa nitrati l'evaporazione per ridurre i volumi dei liquami da spandere ( magari a distanze medio lunghe)
     
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  4. claudiocosta
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    Da:http://www.novambiente.it/DocumentiR/Rifiuti/Area-Tecno/Pretrattamento-scarichi---Pre-aerazione.htm_asc1.pdf


    Per chi sceglie pannelli solari abbinati a separazione e aereazione discontinua dei reflui.(attenti all'ammoniaca però) Io mi sto informando per il 3.

    1. Dispositivi di aerazione per insufflazione di aria compressa

    L’aria viene insufflata nel volume di refluo da trattare, attraverso:

     corpi di diffusione: possono essere tubi o piastre (solitamente in
    materiale plastico), matrici ceramiche contenenti materiale poroso (ad
    esempio ossidi di silicio o alluminio). Creano bolle di piccole dimensioni,
    con elevate superfici di interfaccia aria-liquido; hanno quindi buone
    efficienze di trasferimento. Possono richiedere manutenzione per la
    possibilità di intasamento dei corpi di diffusione;

     orifizi o altri dispositivi attraverso i quali l’aria viene forzata creando
    turbolenza nel liquido e causando la formazione di bolle di dimensioni
    medio- grandi. Le efficienze di trasferimento sono inferiori rispetto ai
    sistemi con corpi di riempimento ma non necessitano di filtrazione
    preventiva dell’aria da insufflare.

    2. Dispositivi di aerazione meccanica superficiale

    Movimentano il liquame in superficie, attraverso dispositivi quali:

     spazzole: sono assimilabili nella forma a grandi scovoli, montati con
    l’asse di rotazione posta in posizione orizzontale, poco sopra la
    superficie del liquido, in maniera che gli elementi ruotando “battano” la
    superficie, sollevando gocce nell’atmosfera. In tal maniera si crea
    aerazione e si attua anche avanzamento del liquido.

     turbine ad asse verticale, che possono essere fisse o galleggianti. Sono
    note come “turbine”, ma in realtà sono pompe a girante aperta che
    aspirano il liquido da trattare e lo disperdono in piccole gocce in
    atmosfera, in prossimità della superficie.
    I sistemi di aerazione superficiale hanno buone rese, in termini di trasferimento
    di ossigeno al liquido per unità di potenza installata.
    Sono però più rumorose rispetto ai sistemi per insufflazione, possono causare
    dispersioni di aerosol in atmosfera, e temono la formazione di gelo invernale.

    3. Dispositivi di aerazione a turbina sommersa

    Utilizzano giranti analoghe alle turbine di superficie (anche in questo caso si
    tratta in realtà di pompe); la differenza consiste nel fatto che l’aria viene fornita
    attraverso una tubazione in pressione. Può essere iniettato anche ossigeno
    puro al posto dell’aria, con aggravio dei costi.
    L’aria può essere fornita da un compressore esterno, ad esempio attraverso un
    anello di distribuzione posto immediatamente al di sotto delle pale, oppure
    essere forzata nel liquido “per induzione” (cioè senza una macchina apposita
    per la compressione) dalla pompa stessa. In quest’ultimo caso, l’aspirazione
    avviene per effetto Venturi: la pompa è dotata di una voluta che convoglia il
    liquido pompato in un eiettore. La depressione del fluido è sufficiente per
    aspirare l’aria, attraverso un tubo verticale che termina al di sopra del livello del
    liquido.
    Si tratta di un sistema “misto” rispetto alle due tipologie analizzate, in quanto
    sfrutta l’agitazione meccanica, che crea moto turbolento, e l’insufflazione forzata
    di aria nel liquido da trattare.
    Il sistema è particolarmente adatto per serbatoi di altezza maggiore (alcuni
    metri). L’efficienza di trasferimento di ossigeno è alta perché si realizzano
    elevate pressioni e tutto l’ossigeno attraversa il liquido, dal fondo alla superficie.

    Questi sono invece gli ossigenatori a bolle fini riducono i costi energetici e aumentano l'ossigenzaione

    http://www.flygt.it/1637474.pdf
     
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  5. claudiocosta
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    Il trattamento aerobico

    Il trattamento aerobico ha la funzione di favorire l’azione dei batteri aerobici presenti nei liquami sulla sostanza organica, da loro sfruttata a fini metabolici.
    Il processo avviene con l’introduzione di ossigeno atmosferico in quantità sufficiente all’inibizione dell’attività dei microrganismi anaerobici responsabili di cattivi odori ed a favorire l’attività biologica degli aerobi.
    L’ossigenazione dei liquami può essere effettuata essenzialmente a diversi livelli di intensità, a seconda delle esigenze aziendali:

    - ossigenazione blanda, quando sia richiesta la sola deodorizzazione dei liquami;

    – ossigenazione di media intensità, se finalizzata alla loro stabilizzazione e l’abattimento dell’azoto fino al 20%.

    - ossigenazione intensa, se viene richiesta la depurazione, cioè il completo abbattimento del carico organico dei liquami.

    La deodorizzazione aerobica

    Il ricorso al trattamento aerobico ai fini della deodorizzazione dei liquami – preferibilmente dopo trattamento di separazione liquido/solido come nel caso del nostro allevamento è una soluzione adottata da anni in molti allevamenti, e non
    solo nel nostro Paese. Infatti, con l’introduzione di ossigeno atmosferico nei liquami si favorisce l’azione dei batteri aerobi che indirizzano la degradazione della sostanza organica verso la produzione di composti non maleodoranti, limitando la formazione di quei prodotti tipici della degradazione anaerobica
    che sono all’origine dei cattivi odori (acido solfidrico, mercaptani, indolo, scatolo).
    Per questo tipo di trattamento è sufficiente instaurare nella massa condizioni di ossigeno disciolto minimali (>0,2 mg/litro) ed un potenziale di ossidoriduzione di –300 –350 mV.
    Per una migliore efficienza energetica ed un minore impatto ambientale per emissione di odori, è preferibile il trattamento intensivo iniziale, da attuarsi per due-tre settimane operando:

    – con una potenza di ossigenazione di almeno 10 W/m3 di liquame;

    – in una specifica vasca di trattamento dimensionata per un tempo di ritenzione di circa 15- 20 giorni e posizionata a monte dello stoccaggio;

    – con ciclo discontinuo (15-20 minuti all’ora).

    Con potenze superiori, dell’ordine di 20 W/m3 di vasca, si ottiene un migliore effetto di stabilizzazione dei liquami ed un abbattimento dell’azoto dell’ordine del 25%.
    L’ossigenazione effettuata direttamente nella vasca di stoccaggio comporta una potenza di ossigenazione superiore, dovendosi anche miscelare una maggiore massa di liquami.


    Dispositivi di aerazione discontinua a turbina sommersa

    Si utilizzano come giranti delle pompe e l’aria è insufflata “per induzione” (cioè senza una macchina apposita per la compressione) dalla pompa stessa, da una tubatura comunicante con l’esterno.


    Figura 2 http://www.calderini.it/hycald/calderini_4...ui/reflui_1.pdf

    Aeratore di fondo a pompa con eiettore: è
    generalmente utilizzato per i liquami suinicoli
    caratterizzati da un’elevata sedimentabilità.
    L’aspirazione dell’aria avviene sfruttando la
    depressione che si instaura in uscita dalla pompa in
    corrispondenza della riduzione di sezione della
    tubazione (effetto Venturi) (fonte: ABS).

    L’aspirazione avviene per effetto Venturi: la pompa è dotata di una voluta che convoglia il liquido pompato in un eiettore. La depressione del fluido è sufficiente per aspirare l’aria, attraverso un tubo verticale che termina al di sopra del livello del liquido.
    Si tratta di un sistema “misto” in quanto sfrutta l’agitazione meccanica, che crea moto turbolento, e l’insufflazione di aria nel liquido da trattare.
    Il sistema è particolarmente adatto per serbatoi di altezza di alcuni metri. L’efficienza di trasferimento di ossigeno è alta perché si realizzano elevate pressioni e tutto l’ossigeno attraversa il liquido, dal fondo alla superficie.

    Le finalità specifiche del trattamento sono:

    - Abbattimento dell’azoto come descritto nel codice di buona pratica agricola che cito a pg 52 nei trattamenti aerobici.:
    “consigliamo cicli di trattamento di 10-20 minuti all’ora sull’intero arco giornaliero, per un totale di 4-8 ore al giorno”. Preferibilmente nelle ore notturne.
    Questo tipo di trattamento consente l’abbattimento del 20% dell’azoto totale, come da tabella nell’allegato 3 della PROGRAMMA D’AZIONE PER LA TUTELA DA INQUINAMENTO NITRATI: Regione Lombardia delibera 5868 del 21 11 2007.
    Il trattamento rispetta le norme IPPC

    - l’aumento della quantità di ossigeno disciolto nel liquido da trattare, per
    diminuire la produzione di odori ed esalazioni tossiche (H2S); cosiddetta deodorizzazione.

    - il miglioramento della miscelazione del liquido e la promozione di una
    limitata flocculazione naturale, senza produzioni di aerosol maleodoranti.
    L’insufflazione media con le turbine sommerse tipo Venturi è di è 0,8-1,2 kgO/kwh con una potenza installata di w/m3 di liquame con un processo discontinuo di 15-20 minuti all’ora per 6-8 ore al giorno per un abbattimento del 15-20% dell’azoto totale sottoforma ammoniacale. Da:
    http://web.uniud.it/biogas/assets/Chiument...io%20Emilia.pdf
    prof. Roberto Chiumenti “Le tecnologie ecocompatibili per il trattamento dei liquami suini” 10/04/2007.

    Ossigenazione a piccole bolle con OXYTUBE - Diffusori tubolari da 3" e 4"


    Con un compressore si pompa aria in tubi lunghi qualche metro, immersi nei liquami, dotati di un terminale in EDPT (una gomma molto resistente) dotata di piccoli taglietti. L pressione gonfia il terminale e divarica i taglietti facendo fuoriuscire l’aria a piccole bolle.
    Indicati per l’installazione in impianti a fanghi attivi, digestori aerobici, lagoni e acquacultura in genere, sono stati concepiti con diametro 3" e 4" (anziché 2") per ottimizzarne il rendimento. Il diametro maggiorato garantisce una maggior superficie a contatto con il liquido, diminuisce il fenomeno della coalescenza e, nel contempo, permettere un notevole risparmio nella realizzazione dell’impianto in quanto il numero dei diffusori e delle calate diminuisce rispetto alle installazioni tradizionali.
    Pratici e veloci sistemi di ancoraggio alla tubazione principale garantiscono una semplice ed economica realizzazione dell’impianto

    I vantaggi degli ossigenatori a piccole bolle a tubo sono :

    -Resa maggiore dell’ossigenazione perché la superficie esposta ai batteri delle bolle piccole è maggiore.

    -Posa e manutenzione rapida a vasca piena.

    -Consumi elettrici a parità di ossigenazione, molto ridotti rispetto al principio Venturi.

    Mi ripeto conviene in ogni caso abbinarli a produzione di energia rinnovabile.
     
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  6. claudiocosta
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    Su evaporazione per ridurre i volumi: ancora non mi è chiaro se oltre all'acqua volatilizza anche l'ammoniaca con una riduzione dell'azoto.

    cito da una pubblicità di una ditta

    "È una tecnologia innovativa (anche se è già applicata dal 1990 in moltissime realtà, zootecniche e non) che, sfruttando esclusivamente l’energia dell’aria (Entalpia), riesce a ridurre (fin quasi ad eliminarla) l’acqua contenuta negli effluenti.
    I fattori che determinano il rendimento dell’evaporazione naturale sono:
    il vento, l’umidità relativa dell’aria, la sua temperatura, la superficie di contatto tra l’aria ed il liquido da evaporare, le caratteristiche chimico fisiche del liquido che contiene l’acqua da evaporare.
    La ditta xxx produce con una macchina completamente automatizzata e coperta da brevetto internazionale, pannelli a struttura alveolare che permettono grandissime superfici di contatto aria/liquido.
    Il funzionamento del pannello evaporatore per il suo funzionamento non richiede energia e quindi non aumenta i consumi energetici del sistema.

    Nei casi in cui le condizioni particolari del luogo siano tali che il pannello non venga interessato da un vento sufficiente, è possibile, attraverso particolari ventilatori appositamente studiati, produrre una ventilazione forzata.
    Nel caso in cui siano disponibili fonti di calore, possono essere utilizzate per innalzare la temperatura dell’aria che attraversa il pannello, aumentandone di conseguenza l’effetto evaporativo.

    I vantaggi della tecnologia sono:

    a) costo ZERO PER L'EVAPORAZIONE (nessun consumo di energia);

    b) nessun inquinamento atmosferico perché le leggi fisico-chimiche che regolano questo fenomeno fanno in modo che l'aria assorba l'umidità a temperature anche molto basse.
    In questo modo si riesce ad evitare il cambiamento di stato di qualunque sostanza organica o inorganica presente nei liquami, permettendo l’evaporazione della sola acqua.
    c) Costi di supervisione e manutenzione praticamente nulli."


     
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  7. claudiocosta
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    http://www.ape.ud.it/wp-content/uploads/20...bblicazione.pdf

    In questo documento dell'università di Padova si spiega a grandi linee l'abbattimento dell'azoto abbinato alla digestione anaerobica

    Edited by claudiocosta - 21/10/2008, 14:32
     
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  8. claudiocosta
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    http://www.vsa.unimi.it/prema/Prema%203%20ML.pdf


    Relazione 3
    Tecniche per la riduzione dell’impatto ambientale
    derivante dall’impiego degli effluenti zootecnici

    Riduzione del carico d’azoto dei liquami suinicoli

    questo invece è un documento dell'università di Milano molto approfondito dove si analizzano i tre sistemi di depurazione con abbattimento del'azoto sempre in abbinamento alla digestione

    Edited by claudiocosta - 21/10/2008, 14:20
     
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  9. claudiocosta
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    Sono stato al congresso di Cremona e ci sono un pò di novità:

    Comincio con le cose che interesseranno di più Otto e Francesco.

    - gassificazione: sia per il prof Chiumenti sia per il prof Bazzoli non ci sono problemi nè con le emissioni nè con le ceneri. I comitati che bloccano le autorizzazioni non hanno nessuna ragione. Chiumenti ha detto che ha presentato una ricerca molto approfondita all'università di Brescia e che quella farà testo con qualsiasi disputa.

    - compost secondo i professori sopra producono ammoniaca soprattutto con pollina: ma si può strippare in torre con l'acido solforico e ottenere solfato di ammonio.
    Però c'è una ditta che sostiene di avere ottenuto tutti i permessi necessari anche in Lombardia perchè il sistema ossigena il compost e l'ammoniaca (solo in caso di liquami suini e bovini, mentre con pollina bisogna strippare i gas estratti).
    Si tratta di una platea coperta riempita di stocchi tritati sulla quale passa una fresa che ha degli ugelli che ossigenano il compost e altri che spruzzano il liquame.
    L'abbattimento dell'azoto è del 80-100% il residuo è ammendante secondo la legge 217 si può anche vendere.
    Costo energetico circa 2,5 euro m3
    Costo iniziale...altino: ma da verificare in ditta, a seconda della esigenze e del costo di costruzione della platea coperta
    Un grande vantaggio è che posso compostare quello che mi serve, nel caso di abbattimento del 25% si sceglierà una fresa più piccola (c'è però un limite) con una platea più piccola

    Trovate tutta la descrizione qui: www.g-zero.it


    C'è una sezione anche a Cremona la G-zero con un impianto visitabile.

    Assolutamente conveniente per gli allevatori che sono ancora in deroga con la costruzione dei vasconi. L'impianto costa meno dei vasconi ma vi si abbatte l'azoto.

    Edited by claudiocosta - 27/4/2009, 21:44
     
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  10. claudiocosta
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    - nitrodenitro a medie bolle: si tratta della solita nitrificazione con un ossigenazione ma a bolle medie e di una denitrificazione con sola miscelazione.
    Il sistema consiste in un compressore esterno che insuffla aria in un miscelatore a pompa sommersa durante le 6 ore di nitrificazione cioè di ossigenazione. per le altre 6 ore va solo la pompa per la miscelazione.
    Abbbattimenti del 50% 55% dell'azoto ma si può scegliere anche un ciclo 3 h di ossigenazione e 9h di miscelazione con abbattimenti più ridotti ad es 20%
    costi energetici 1,5 euro m3 un 20- 30% in meno se si usano i digestati (attenzione bisogna sempre mischiarli con il fresco, altrimenti mancherebbe il carbonio per le fermentazioni aerobica.
    Costo iniziale è sinceramente incomprensibilmente alto, la garanzia 1 anno.
    la ditta è questa:

    http://www.liquitech.it/prodottisistemi.htm

    ma non c'è ancora l'impianto di abbattimento azoto che si chiama De-N-Ox.08

    Edited by claudiocosta - 24/10/2008, 22:16
     
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  11. claudiocosta
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    - nitrodenitro a microbioflottazione: questo è il sistema più tecnico e più solido che abbia visto finora.

    Si tratta di una super pompa che lavora a due pressioni diverse che pompano il liquame in una raggiera di acciaio fissata sul fondo della vasca. Sulla raggiera sono fissati degli ugelli equidistanti da dove esce il liquame. Ogni ugello è collegato con l'esterno ad un tubo di pescaggio per l'aria.

    In fase di nitrificazione cioè di ossigenazione la pompa lavora ad altissima pressione e questo richiama l'aria dei tubi (con il solito principio di Venturi)

    In fase di denitrificazione, invece la pompa lavora a bassa pressione e questo miscela il liquame ma l'aria per una questione di pressione, non è richiamata dall'esterno.

    Il sistema lavora solo dopo separazione spinta con compressione elicoidale perchè altrimenti si potrebbero chiudere gli ugelli: questo secondo me è il punto fragile, se si dovessero occludere gli ugelli per cambiarli bisogna svuotare la vasca completamente.
    L'abbattimento dell'azoto è dell'80% non può essere di meno.

    Costo energetico 3 euro m3 ( è più alto nei confronti delle bolle medie ma abbatte di più) come per tutte le nitrodenitro serve un 20- 30% in meno se si usano i digestati (attenzione bisogna sempre mischiarli con il fresco, altrimenti mancherebbe il carbonio per le fermentazioni.

    Costo iniziale molto alto (più delle medie bolle, il vantaggio rispetto al medio bolle è che i motori sono esterni e non immersi nel liquame quindi dovrebbero durare di più).
    C'è un impianto visitabile in Piemonte che funziona già da 4 anni, ci dovrei andare settimana prossima

    Non ho il sito per info: [email protected]
     
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  12. claudiocosta
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    Rifessioni

    Alla fiera c'era il ministro Zaia ha parlato dei problemi (enormi ) che dovrà affrontare la zootecnica italiana da qui al 2015 anno fatidico senza pac e senza quote latte. ( C'è di nuovo la vescicolare in centro italia porc...)
    Il 2015 sarà anno orribilis!
    Il ministro promette impegno (batterò i pugni) per chiedere le deroghe per alzare i limiti di azoto ai fabbisogni del mays ( sembra siano state chieste per i liquami suini e bovini ma non per i polli) ha detto però che non vuole il gps sui carribotte come hanno fatto in Olanda per ottenere le deroghe (FOLLLLLLIA PURA!)
    Zaia ha salutato anche il prof Chiumenti con cui ha fatto la tesi.
    A me Zaia fa sempre un bell'effetto perchè non posso fare a me di notare una differenza enorme da tutti i ministri che lo hanno preceduto. ( è una valutazione apolitica non sono leghista)

    Il prof Chiumenti alla mia domanda sulla aereazione discontinua ha risposto che non rispetta la normativa IPPC perchè c'è emissione di troppa ammoniaca.
    Nei capannelli dopo il congresso gli ho fatto notare che l'aereazione discontinua è considerata come metodo consigliato e finanziabile dalla regione Lombardia.
    Vi risparmio il suo commento ( non vorrei creargli problemi), ma il ragionamento è che se non si dimostra una vera e propria nitrodenitro (forse alla regione intendono quello) l'aereazione discontinua non si può fare perchè si sfora la quota di ammoniaca emessa, ammessa dalla normativa IPPC.

    Aggiungo Chiumenti ha affermato senza mezzi termini che in ogni tipo di essicazione, evaporazione, condensazione, e compostaggio del liquame bisogna strippare l'ammoniaca dalle emissioni emesse seondo la normativa IPPC.

    Una riflessione va fatta sui costi di abbattimento, c'è una ramificazione enorme di possibilità come dice il prof Chiumenti: va scelta la più opportuna, azienda per azienda, e la convenienza va valutata sottraendo ai costi di abbattimento ( gestione, manutenzione e ammortamento) i costi di concessioni e smaltimento liquami che vengono meno.

    Finalino: pensare sempre ad una fonte di energia rinnovabile da utilizzare per l'abbattimento dell'azoto, sia per abbattere i costi sia per abbattere CO2 che potrebbe diventare un problema già domani.

    Ho sentito racconti di allevatori disperati per aver speso milioni di euro per il biogas: i certificati sono crollati, tutti i piani economici di rientro falliti, cause per avere i soldi promessi 0,30 euro kwh che poi diventano 0,20 Kwh, il conto energia che non si può ancora applicare, problemi enormi con l'azoto perchè ogni integrazione aumenta l'azoto da smaltire e i nuovi impianti sono stati fatti tutti ad integrazione, rese basse, manutenzione difficile: insomma un disasrto totale.

    In fiera ho visto pannelli solari fotovoltaici raffreddati con recupero termico : interessanti proprio per gli allevatori che scaldando ad es broda o l'abbeverata bovine, avrebbero rese più alte. Un altro utilizzo potrebbe essere nello strippaggio che necessita di T°sopra i 70°C
    I costi sono alti ma bisogna far bene i conti, ne parlerò nella teca del fotovoltaico.
     
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  13. celerone
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    Il metodo naturale per l'abbattimento dei nitrati è stato proposto dal prof.Passaglia,metodo a costo 0 di manutenzione,tramite lo scambio cationico e l'uso degli zeoliti naturali,su questo processo approfondiro' le metodiche di processo e relativi costi ton.
     
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  14. claudiocosta
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    Ciao Celelrone

    Si lo sto studiando, potrebbe funzionare, ma non è previsto in nessun protocollo come abbattimento e questo è strano da una parte, e dall'altra porta a difficoltà burocratiche , in pratica bisogna dimostrare a tutti, non solo alla regione, che si abbatte l'azoto e che tutto il processo rispetta le norme ambientali.

    ho dei dubbi sui fanghi con le zeoliti:

    - non si sa come estrarli

    - non ci sono impianti pilota

    - non si sa che tecnica useranno per fare le analisi dell'azoto nel protocollo di monitoraggio per le aziende che scelgono di abbattere l'azoto, il prof Passaglia dice che se usassero il khindall troverebbero l'azoto. Questo è un rischio enorme perchè diventa poi molto difficile andare a dimostrare che l'azoto è captato dalle zeoliti ed è ceduto in tempi geologici.
    Il prof Chiumenti che è uno dei maggiori esperti del settore, dice invece che le zeoliti non servono ad abbattere l'azoto.

    Bisognerebbe testarle

    Del resto la confusione regna sovrana, l'aereazione disontinua consigliata e finanziata dalla regione Lombardia potrebbe essere bocciata in qualunque momento dall'arpa o dall'asl perchè non rispetta le normativa sulle emissini IPPC.

    Siamo ai paradossi burocratici e............ mi prudono le mani!
     
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  15. francesco1966
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    guardate cosa ho scovato in rete......

    Forlì-Cesena: pollina, scende in campo la Provincia


    FORLI' - La Provincia di Forlì-Cesena scende in campo per sollecitare la Regione Emilia Romagna ad adottare criteri di armonizzazione, che siano uguali nell'ambito del bacino del Po, negli adempimenti previsti dal PUA, il Piano di Utilizzazione Agronomica della pollina.

    A tal fine l'assessore alle Politiche Agroalimentari della Provincia di Forlì-Cesena, Gian Luca Bagnara ha inviato una lettera circostanziata all'assessore regionale Luigi Zanichelli.



    Dopo aver rilevato che il distretto avicolo presente nelle province romagnole sta affrontando per la prima volta la procedura AIA con la conseguente implementazione del piano di utilizzo agronomico della pollina, Bagnara sottolinea come "nell'ambito della nostra provincia, la superficie agricola disponibile sarebbe sufficiente per accogliere tutta la pollina prodotta se i terreni fossero disponibili 12 mesi all'anno e su tutte le colture. Questo è però impossibile per cui è necessario impostare i PUA anche sul territorio ravennate, ferrarese e di altre province, creando non poche difficoltà nel reperimento dei terreni entro il termine imposto del 31 agosto ed aumentando la movimentazione su strada".



    Occorre poi tenere conto di un altro aspetto: molte aziende della provincia di FC hanno siti produttivi anche in altre regioni, quali Lombardia, Veneto e Piemonte, dove sono state adottate altre tempistiche (scadenza negli anni 2009 e 2010) e modalità di calcolo. Ciò crea non poche difficoltà e soprattutto sperequazioni. I termini imposti sul nostro territorio regionale inducono maggiori costi e
    stanno facendo lievitare i prezzi dei contratti sia con i trasportatori sia con gli agricoltori per la messa a disposizione dei terreni, procurando così un danno economico per gli allevatori ed una alterazione del mercato rispetto gli allevatori lombardi e veneti.



    "A tal fine - si legge nella nota di Gian Luca Bagnara - il decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali relativo a "Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento" (decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 pubblicato sulla GU 109 del 12 maggio) che all'art.20 bis prevede "che le aziende agricole e le piccole aziende di trasformazione possano beneficiare di una proroga per conformarsi alle prescrizioni previste dalla normativa regionale, a condizione che tale periodo sia necessario per risolvere i problemi specifici inerenti alla osservanza delle stesse. Tale proroga non può essere superiore ai trentasei mesi a partire dalla data dalla quale le prescrizioni previste diventano obbligatorie per le aziende agricole e per le piccole aziende di trasformazione."



    "Ma c'è dell'altro", aggiunge Bagnara. "A livello nazionale è stato predisposto un nuovo quadro normativo per lo sviluppo delle agro-energie e questo sta di fatto delineando nuove opportunità nell'utilizzo delle biomasse da allevamento. In tal senso, sono già state avviate sperimentazioni (pirolisi, gassificazione, ecc..), con il supporto scientifico del Crpa, al fine di individuare le tecnologie più adatte per la produzione di energia e per razionalizzare l'uso agronomico della biomassa da allevamento avicolo". Di qui l'invito alla Regione Emilia-Romagna ad uniformare, entro il 30 agosto, i termini di implementazione del PUA con le altre Amministrazione della pianura padana.


    questo è il link: http://www.romagnaoggi.it/cesena/2008/8/26/100784/

    Invito tutti a leggere anche il commento a questo articolo.
     
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79 replies since 5/6/2008, 08:53   8777 views
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