Articoli e news sul tema clima-energia

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  1. francesco1966
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    DALL'EUROPA


    Ue: urgente intervenire sulle politiche energetiche
    La Commissione europea chiede l'adozione di politiche sull'energia e sul clima per rispondere all'aumento dei prezzi petroliferi

    Josè Manuel Barroso

    La Commissione europea ha discusso le risposte politiche necessarie per attenuare gli effetti dell'aumento mondiale dei prezzi dei combustibili. In base alle conclusioni odierne, il presidente Barroso presenterà una comunicazione che dovrà essere adottata in tempo utile per poter essere discussa al Consiglio europeo del 19-20 giugno insieme alla recente comunicazione della Commissione sul rincaro dei prodotti alimentari (vedi IP/08/763). Il collegio dei commissari ha analizzato fattori strutturali e ciclici e propone una risposta politica coordinata, che comprende opzioni strategiche immediate, a medio termine e a lungo termine.
    In linea con le proposte presentate dalla Commissione negli ultimi due anni, queste opzioni comprendono un'ulteriore promozione dell'efficienza energetica a livello aziendale e familiare, un impegno a presentare proposte sulla trasparenza delle scorte petrolifere commerciali entro la fine dell'anno e un sostegno all'organizzazione di un vertice mondiale sui mercati petroliferi, che riunisca i principali paesi produttori e consumatori di petrolio, onde discutere su tutta una serie di aspetti connessi al funzionamento equilibrato dei mercati petroliferi. La Commissione ha accettato che gli Stati membri prendano iniziative a breve termine per sostenere le fasce più povere della popolazione. Queste misure dovrebbero inserirsi in una strategia coordinata ed evitare effetti distorsivi sul mercato interno o sulla politica di bilancio e monetaria.
    Il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha dichiarato: 'L'aumento dei prezzi dei combustibili sta riducendo drasticamente il potere d'acquisto di tutti i cittadini dell'Ue, con effetti particolarmente devastanti sulle famiglie europee a più basso reddito. Sono convinto che una risposta strutturata a livello di Ue, eventualmente associata a misure mirate di politica sociale nei singoli Stati membri, ci permetterà di affrontare con successo questa sfida. La nostra strategia presuppone la piena attuazione delle proposte della Commissione in materia di energia e cambiamento climatico, che comprendono una maggiore diversificazione delle fonti di energia, la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e l'efficienza energetica. Dobbiamo risparmiare energia e diversificare le fonti di energia. Intervenendo in modo rapido e incisivo, possiamo ridurre la vulnerabilità dei nostri cittadini e delle nostre imprese migliorando, al tempo stesso, qualità di vita e competitività economica nell'Unione europea. Mi rallegro di poter discutere di tutto ciò con gli Stati membri al Consiglio europeo che si terrà la prossima settimana'.





    Siglato accordo Fiper e E-Commette Project del Parlamento Eu
    Fiper designata Moderatore nazionale per l'Italia sui cambiamenti climatici

    Sede Parlamento europeo

    Nell’ambito del progetto E-Committe Climate Change, progetto pilota finanziato dalla Commissione europea, l’obiettivo principale è coinvolgere gli istituti di ricerca, le associazioni di categoria, le imprese a discutere, scambiare esperienze e conoscenze tecnologiche sul tema del ‘cambiamento climatico’, presentando proposte operative in Parlamento europeo.
    Il progetto-portale www.ourclimate.eu fornisce rapporti scientifici, aggiornamenti legislativi a livello europeo sui cambiamenti climatici; ha la durata di 24 mesi in 10 paesi pilota: Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Slovenia, Svezia e Gran Bretagna.
    I capofila del progetto sono: Can (Climate Action Network), Novitech (Slovenia) per la parte informatica, Aalep (Associazione accreditata dei lobbisti del Parlamento europeo) per la parte di divulgazione. Aalep ha contattato la Fiper affinché divenga il Moderatore nazionale per l’Italia del progetto.
    Il progetto e-Committe prevede di organizzare sei sessioni interattive con le istituzioni dei Paesi membri che operano nell’ambiente e nell’ambito dei cambiamenti climatici. In ognuna di queste sessioni, le istituzioni selezionate in 10 Paesi europei hanno la possibilità di porre domande ai membri del Comitato europeo sui cambiamenti climatici, attraverso l’utilizzo della tecnologia della web–conferenza.


    Il ruolo della Fiper
    Il ruolo di Moderatore nazionale è d’interfaccia tra le istituzioni dei paesi coinvolti (nel caso della Fiper le istituzioni italiane del settore) e il Master moderatore nel Parlamento europeo.
    Il Master Moderatore raccoglierà i contributi, le domande che porrà direttamente al comitato che si occupa della legislazione sui cambiamenti climatici. Sono previste 6 sessioni interattive. Fiper diviene quindi il referente italiano del progetto; è il collettore delle informazioni dall’Italia verso Bruxelles e da Bruxelles verso l’Italia.
    Secondo i temi trattati, Fiper è incaricata nel coinvolgere i diversi attori; per l’Italia il n. massimo d’istituzioni è di 25.
    elegata alla gestione operativa del progetto Vanessa Gallo, referente della segreteria Fiper, che terrà il collegamento diretto con Bruxelles e coinvolgerà i diversi stakeholder nella preparazione delle sessioni.
    Il primo incontro è previsto per il 12-13 Giugno in cui vi sarà la presentazione dei diversi partner durante una sessione sul cambiamento climatico presso il Parlamento europeo.








    DALL'ITALIA

    Pacchetto clima-energia: Italia parte attiva
    Prestigiacomo: 'L'Ue non penalizzi chi ha meno emissioni di industrie e automobili'

    Il ministro Prestigiacomo

    'L'Italia collaborerà attivamente e in maniera costruttiva alla definizione del pacchetto 'clima-energia', lo ha affermato il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo al consiglio dei ministri dell'Ambiente Ue a Lussemburgo, 'anche se c'è la necessità di chiarire alcuni aspetti critici per il nostro Paese'.
    In particolare il ministro ha messo in evidenza che 'la revisione dell'attuale sistema per lo scambio delle quote di emissioni di CO2 deve porre fine alle distorsioni della concorrenza in atto tra le imprese europee. I diritti di emissione devono essere assegnati ai settori industriali europei e alle imprese con regole trasparenti finalizzate a promuovere le tecnologie più efficienti. Come quelle italiane che hanno un'efficienza media superiore a quella europea'.
    Il ministro Prestigiacomo ha inoltre sottolineato che 'i Paesi che hanno maggiori emissioni devono assumere maggiori responsabilità' e ha messo in evidenza che 'per calcolare la dimensione dell'impegno di riduzione deve essere utilizzato il criterio delle emissioni pro capite e non esclusivamente il Pil pro capite: a questo proposito voglio sottolineare che le emissioni pro capite dell'Italia sono inferiori alla media europea'. Infine, per quanto riguarda la riduzione delle emissioni dagli autoveicoli, il ministro ha rilevato che il mercato europeo dell'auto deve essere orientato verso veicoli più efficienti e a minori emissioni: 'Non è accettabile per l'Italia la proposta di direttiva europea che, al contrario, premia le auto di maggiore cilindrata e consumo', ha detto, 'In questo modo non si tutela l'ambiente e si penalizzano le industrie europee, tra cui l'industria italiana, che produce autoveicoli efficienti e a basse emissioni'.





    Il clima urbano: diagnosi e previsione
    Convegno Cnr. Roma, giovedì 12 giugno 2008.

    Il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) organizza il convegno 'Il clima urbano: diagnosi e previsione', in collaborazione con l'Istituto sull'inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr, che si terrà a Roma, giovedì 12 giugno, alle ore 9.30, presso l'aula Marconi del Cnr, piazzale Aldo Moro, 7.
    Attraverso importanti contributi di esperti, l'Istituto intende favorire la discussione sul cambiamento climatico d'origine antropica nei grandi centri urbani, fenomeno che ha impatti rilevanti anche sulla salute umana.
    Durante l'incontro verrà presentato il volume 'Dalla cartografia storica al telerilevamento: la città di Roma' che raccoglie le ricerche svolte da Lorenza Fiumi e Sara Rossi del Cnr sul clima e l'ambiente della città.


     
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  2. francesco1966
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    Da Leclerc conti i chili di CO2 della spesa


    Leclerc introduce l'impatto ambientale dei prodotti. Il gruppo francese Leclerc, il primo ad introdurre la vendita di carburanti nei centri commerciali in Francia, ha deciso di sperimentare uno scontrino “verde”: oltre al totale in euro della spesa, il cliente vede associati i kg di gas ad effetto serra generati da ciascun prodotto, calcolati dalla produzione allo scaffale.

    Il progetto, di 300.000€, è partito presso la filiale di Roubaix, dov’è stata applicata una base dati con l’impatto di CO2 di oltre 20.000 prodotti nella battitura degli scontrini alle casse. Così, uscendo sul piazzale si sente dire: “Ho 9,8 equivalenti carbonio, devono essere gli imballaggi degli yogurt…”. Se per la frutta il calcolo è immediato, dipendendo in buona parte dal luogo di produzione, nel caso dei prodotti imballati la CO2 è espressa per confezione, rendendo più difficile la stima dei kgCO2/kg di prodotto.

    E’ un sistema di calcolo che tiene conto di tutto il percorso del prodotto dall’estrazione delle materie prime fino allo smaltimento/valorizzazione quando diventa rifiuto. Il modello di calcolo del bilancio di CO2 distingue ogni tappa del ciclo di vita: produzione dei prodotti (allevamento, raccolto, trasformazione…), distribuzione (trasporto all’uscita della fabbrica, l’energia ed il funzionamento del negozio, banco del fresco, congelati…) ed uso (trasporto della spesa a casa, differenziazione dei rifiuti …). La modellizzazione del flusso di materiali e di energia generata da un prodotto sul suo ciclo di vita passa per decine di punti di emissione; degli algoritmi associati a ciascuno permettono di calcolare il bilancio della CO2 di un prodotto, sia per kg di prodotto che per unità venduta.
     
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  3. francesco1966
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    La desertificazione nei Paesi del Mediterraneo
    Workshop Enea: presentati i risultati del progetto europeo Desernet II

    Oggi, 16 giugno presso la sede Enea (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente) di Roma sono stati presentati i risultati finali del progetto europeo Desernet II, progetto finanziato dall’Unione europea, che ha visto la partecipazione di tutti Paesi che si affacciano sul Bacino del Mediterraneo interessati dal fenomeno della desertificazione.
    Ha aperto i lavori Luigi Rossi, Direttore del Dipartimento 'Biotecnologie, Agroindustria e protezione della Salute' di Enea, che ha sottolineato l’impegno dell’ente nelle attività di ricerca sui temi della desertificazione e della gestione sostenibile degli agro-ecosistemi. Il progetto ha visto la realizzazione di una Piattaforma per un sistema comune di servizi nel quadro della messa a punto delle politiche nazionali e comunitarie di lotta contro la desertificazione, come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla Siccità ed alla Desertificazione (Unccd), e di gestione sostenibile delle risorse territoriali, in particolare il suolo e le acque.
    Nella Piattaforma di servizi trovano posto un sistema di azioni pilota di lotta alla desertificazione, un sistema informativo geografico comune e una rete di supporto tecnico-scientifico destinata allo scambio e alla condivisione delle conoscenze.
    Tutti i partner di progetto parteciperanno domani 17 giugno, presso il Sioi (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale), alla celebrazione della Giornata Mondiale per la Lotta alla desertificazione.
    Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito: www.desertnet.org.
     
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  4. francesco1966
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    Cese: l'UE assuma un ruolo trainante nella lotta al cambiamento climatico
    Il Comitato economico e sociale dell'Unione europea esprime il suo parere sul pacchetto clima-energia

    Nella sessione plenaria del 9 e 10 luglio 2008 il Cese (Comitato economico e sociale europeo) ha adottato una prima serie di pareri in merito al pacchetto su cambiamento climatico ed energia, varato dalla Commissione il 23 gennaio. I tre pareri vertono rispettivamente sul futuro sistema comunitario di scambio di emissioni, sullo sforzo condiviso per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e sulla cattura e lo stoccaggio del carbonio
    In tutti e tre i pareri il Comitato riconosce e sostiene il ruolo trainante svolto dall'Ue nei negoziati internazionali sugli impegni in materia di ambiente e di protezione del clima. Il Comitato ritiene essenziale che venga siglato nel 2009 un accordo volto a contenere l'aumento delle temperature globali a 2 gradi centigradi al di sopra dei livelli preindustriali. L'Ue deve assumere la guida di questo sforzo attraverso i propri impegni; essa deve incoraggiare gli altri paesi ad adottare misure analoghe. Il Comitato sottolinea anche l'importanza delle campagne volte a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul cambiamento climatico
    Nel parere relativo allo sviluppo del sistema comunitario di scambio di emissioni dopo il 2012, il relatore Adams (Regno Unito, gruppo Attività diverse) si compiace dell'orientamento consistente nel vendere all'asta una quantità maggiore di diritti di emissione, orientamento che promuove l'attuazione del principio 'chi inquina paga' e favorisce l'innovazione in campo ecologico.
    Il Comitato chiede di utilizzare almeno il 50% dei proventi delle aste di diritti di emissione per sostenere misure volte a limitare il cambiamento climatico e a promuovere l'adeguamento a tale cambiamento. Il Cese sottolinea l'importanza di adottare misure volte a proteggere specifici settori ad elevata intensità energetica, vulnerabili alla concorrenza internazionale. Il sistema comunitario di scambio di emissioni non deve avere un impatto negativo sulla competitività dell'industria comunitaria. Nel parere si afferma inoltre che per evitare di appesantire eccessivamente il sistema la Commissione dovrebbe considerare un innalzamento della soglia di esclusione per i piccoli impianti da 10 mila a 25 mila tonnellate all'anno. Nel parere in merito allo sforzo condiviso per ridurre le emissioni entro il 2020 il Comitato sostiene il principio di una ripartizione tra gli Stati membri dell'impegno per la riduzione delle emissioni di biossido di carbonio. Il Comitato afferma tuttavia che occorre anche informare il pubblico in merito ai principi su cui si basa la ripartizione dello sforzo tra Stati membri. Il relatore Morkis (Lituania, gruppo Datori di lavoro) invita a predisporre un regime di sorveglianza degli obblighi per il caso in cui singoli Stati membri non rispettassero i limiti stabiliti. Il Comitato constata che la cattura e lo stoccaggio del biossido di carbonio possono dare un contributo essenziale alla lotta contro il cambiamento climatico; il relatore Wolf (Germania, gruppo Attività diverse) chiede che tale tecnica venga sviluppata e attivata rapidamente. Per consentire una rapida applicazione di progetti pilota occorrerebbero una quadro normativo adeguato e incentivi finanziari, affinché le autorità nazionali competenti e i potenziali investitori possano operare in un contesto chiaro. Nella prossima sessione plenaria, il 17 e 18 settembre, il Comitato concluderà i lavori in merito al pacchetto su cambiamento climatico ed energia, adottando i pareri relativi alla proposta di direttiva sulle energie rinnovabili e alle comunicazioni della Commissione in merito rispettivamente ai piani nazionali per l'efficienza energetica e alla produzione sostenibile di energia dai combustibili fossili. Il Comitato adotterà inoltre un parere di iniziativa in merito ai negoziati internazionali sul cambiamento climatico.

    Fonte: Commissione europea

     
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  5. francesco1966
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    Cambiamenti climatici, si apre la consultazione pubblica europea
    La Commissione Europea ha avviato ieri una consultazione pubblica in relazione a un accordo per il periodo successivo al 2012

    La Commissione europea ha avviato ieri una consultazione pubblica sulla posizione che l'Unione europea dovrebbe adottare in relazione all'accordo sui cambiamenti climatici a livello globale fino al 2012 e oltre, quando scadranno gli obiettivi attuali del protocollo di Kyoto. Le parti interessate e l'opinione pubblica sono invitati a formulare le loro osservazioni su una serie di aspetti rilevanti, quali gli obiettivi di riduzione delle emissioni nel medio termine per i paesi sviluppati e gli interventi per ridurre le emissioni nei paesi in via di sviluppo, l'adattamento ai cambiamenti climatici, la cooperazione tecnologica e i finanziamenti. I risultati della consultazione contribuiranno a definire la posizione dell'UE sull'accordo globale per il periodo successivo al 2012.



    Il commissario per l'ambiente Stavros Dimas ha dichiarato: "L'anno scorso a Bali si è concordato di adottare entro la fine del 2009 un accordo sui cambiamenti climatici a livello mondiale. L'accordo ambizioso che dovrà essere concluso a Copenhagen deve riunire le nazioni del mondo per affrontare efficacemente questa sfida di portata globale. È importante che il nostro contributo alla discussione sia messo a punto avvalendosi delle conoscenze e delle competenze delle diverse parti interessate".

    La consultazione fa seguito alla comunicazione della Commissione "Limitare il surriscaldamento dovuto ai cambiamenti climatici a +2 gradi Celsius: la via da percorrere fino al 2020 e oltre". Le parti interessate dovranno esprimersi sui diversi capitoli della road map di Bali, tra cui l'impegno da parte dei paesi sviluppati a elaborare una visione comune per conseguire gli obiettivi di medio termine e a cooperare maggiormente in materia di riduzione delle emissioni e adattamento ai cambiamenti climatici con il sostegno di risorse tecnologiche e finanziarie.

    "La Commissione - segnala un comunicato - accoglie con favore le osservazioni di tutte le parti interessate: singoli cittadini, settore industriale, sindacati, rappresentanti dei consumatori, gruppi di interesse, ONG e altre organizzazioni. Per l'autunno di quest'anno è prevista una conferenza delle parti interessate."

    La consultazione è aperta fino al 29 settembre 2008 e le parti interessate sono invitate a partecipare compilando il questionario online disponibile al seguente indirizzo:

    http://ec.europa.eu/yourvoice/ipm/forms/di...climatepost2012



    Contesto

    Il protocollo di Kyoto alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) è stato il primo e decisivo passo per affrontare la grave minaccia dei cambiamenti climatici. Nell'ambito del protocollo di Kyoto, l'Unione si è impegnata a ridurre dell'8%, rispetto ai livelli del 1990, le sue emissioni di gas a effetto serra nel periodo 2008-2012. Nel dicembre del 2007, nel corso della conferenza dell'ONU sui cambiamenti climatici tenutasi a Bali, in Indonesia, i paesi partecipanti hanno avviato un piano d'azione — che dovrà essere completato nel 2009 quando le parti dell'UNFCCC si incontreranno a Copenhagen — per raggiungere un accordo in materia per il periodo successivo al 2012.

    Per maggiori informazioni sui cambiamenti climatici si invita a consultare il seguente sito:

    http://ec.europa.eu/environment/climat/home_en.htm

    Fonte: Commissione Europea
     
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  6. francesco1966
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    Pacchetto clima-energia: vertice italo-tedesco a Roma
    Con i ministri dell'Ambiente Prestigiacomo e Gabriel

    Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha incontrato oggi a Roma il ministro dell'Ambiente tedesco Sigmar Gabriel. I rappresentati dei governi italiano e tedesco hanno fatto il punto sulle tematiche sul tappeto in questo momento in materia ambientale in vista dei prossimi appuntamenti europei ed internazionali. In particolare il pacchetto clima-energia con le proposte della Commissione europea per conseguire l'obiettivo Ue del '20-20-20' (entro il 2020 abbattimento delle emissioni del 20%, riduzione dei consumi energetici del 20%, produzione di energia di fonti rinnovabili al 20%) è stato al centro del colloquio.
    Nell'ambito di una generale, forte condivisione degli obiettivi di riduzione di gas serra, sono stati discussi i meccanismi proposti per le riduzioni richieste ai settori Ets (grandi consumatori di energia) e non Ets, e le proposte di revisione dell'uso dei crediti derivanti dai progetti Cdm (Clean Development Mechanism) e JI (Joint Implementation) realizzati nei paesi in via di sviluppo o con economie in via di transizione.
    Comuni preoccupazioni inoltre i ministri Prestigiacomo e Gabriel hanno manifestato per il cosiddetto 'Carbon Leakage', il rischio di delocalizzazione delle produzioni dai paesi soggetti a riduzione di emissioni verso paesi in cui tali limiti, e costi conseguenti, non esistono. Un approfondimento è stato anche svolto sulla proposta di regolamento che definisce i livelli di emissioni di Co2 delle autovetture.
    Le due delegazioni hanno confrontato le proprie posizioni sul pacchetto illustrando le rispettive proposte di emendamento, individuando convergenze su molti temi e definendo ulteriori appuntamenti di approfondimento e confronto a livello tecnico al fine di individuare iniziative comuni su specifici temi. Il ministro Gabriel ha infine ribadito la richiesta di sostegno italiano alla proposta tedesca della istituzione dell’Agenzia Internazionale sulle Energie Rinnovabili (Irena) che abbia la finalità di accelerare la promozione e la diffusione nel mondo delle fonti rinnovabili.

    Fonte: Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare
     
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    Immane Rompiball

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    Moriremo di caldo e siccità o moriremo a causa di una nuova glaciazione? Oppure non moriremo affatto?

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=295382

    :lol: :lol: :lol:
     
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  8. francesco1966
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    Spiacente Lawrence: caldo o freddo alla fine TUTTI dobbiamo lasciare questa valle di lacrime.... :zero05:

    ciao.
     
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    Immane Rompiball

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    Uhm... probabilmente ingoiati dal buco nero che ancora si deve sprigionare dall'LHC quando sarà pieno regime... -_-

    D'altro canto è una malattia a decorso lento. È un'epidemia che in capo a circa 100 anni ucciderà tutta l'umanità attuale. Nessuno degli oggi viventi sopravviverà. Si chiama in molti modi diversi e fa paura, ma si chiama solo e semplicemente ... vecchiaia. :lol:
     
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  10. moliere
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    Non è mai morto nessuno di vecchiaia, quello è solo il significato che abbiamo attribuito alla conseguenza finale, la vecchiaia è il solo prodromo della morte, le cause son ben altre.............forse un giorno tocchera pure a me, forse. :zero30:

    saluti

    Moliere
     
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  11. francesco1966
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    Articolo:

    Dimas, ecco perché l'Italia sbaglia
    Un'intervista di Apicom sul sito del Cner (Consorzio nazionale energie rinnovabili agricole)


    Le stime dei costi per l'Italia (1,14% del Pil) del pacchetto Ue su clima ed energia, che il governo attribuisce a uno studio della stessa Commissione europea (un'analisi con il modello 'PRIMES') non sono affatto corrette.
    E' la ferma convinzione del commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas. 'Non rappresentano', afferma in un'intervista ad Apcom, 'i costi da noi stimati per le proposte che abbiamo avanzato. La stima dei costi aggiuntivi, secondo la Commissione, è pari infatti al massimo allo 0,66% del Pil. E questo dato prende in conto tutti gli elementi del pacchetto su clima ed energia: non solo gli obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas serra e per lo sviluppo delle rinnovabili, ma anche i 'meccanismi flessibili' che si possono utilizzare per raggiungerli'.
    Continua a leggere l'intervista sul sito del Cner.



    Fonte: Cner - Consorzio nazionale energie rinnovabili agricole


    Articolo:

    Clima, lo scontro tra Italia e Francia
    Sarkozy alza i toni dello scontro, Berlusconi replica: 'Abbandoniamo il pacchetto'
    A.F.

    Il consiglio dell'Unione europea ha detto no alle proposte di 'flessibilità' in fatto di costi relativi al pacchetto clima-energia, avanzate dal ministro all'Ambiente italiano, Stefania Prestigiacomo ed ha rimandato a dicembre le decisioni.
    Intanto, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha ritenuto 'irresponsabile' il comportamento del Governo italiano. Il pacchetto legislativo su clima ed energia, ha chiarito Sarkozy, sarà approvato a dicembre come previsto con la procedura di 'codecisione', vale a dire a maggioranza qualificata in Consiglio Ue e con un compromesso con il Parlamento europeo.

    Dura la replica della Prestigiacomo al forte intervento del ministro francese: 'L'Italia non ha alcuna intenzione di fare passi indietro nella lotta al cambiamento climatico, ma non può accettare un pacchetto 'chiuso', deciso senza un reale confronto. Il provvedimento 20-20-20 è stato ampiamente discusso ed emendato dall'Europarlamento e l'Italia ha già ottenuto ampi sconti rispetto alla cornice generale degli impegni. Di drammatico', ha aggiunto il ministro, 'c'è la situazione economica e la rigidità di posizioni che rischia, questa sì, di non far raggiungere l'accordo che tutti auspichiamo'.
    Il presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, associandosi alla Prestigiacomo ha voluto ribadire: 'Non possiamo noi, il paese più manifatturiero d'Europa con la Germania caricarci di un costo che deprimerebbe la nostra economia in un momento di crisi come questo'.
    A chiarire tutto sarà l'esito del 'tavolo tecnico' richiesto al Consiglio dei ministri dell'Ambiente dalla Prestigiacomo, per verificare ulteriormente i costi del pacchetto 20-20-20. Il confronto comincerà la prossima settimana attraverso discussioni tecniche tra le autorità italiane e la Commissione europea.

    Articolo

    Clima, duro scontro Italia-Ue
    In svolgimento a Lussemburgo la due giorni d'incontro tra i ministri Eu del clima. Prestigiacomo: 'Chiederemo modifiche'
    Antonella Falco


    E' iniziato oggi a Lussemburgo il Consiglio Ue dei ministri dell'Ambiente europei per confrontarsi sui provvedimenti inerenti il pacchetto clima-energia.
    Stefania Prestigiacomo, ministro italiano all'Ambiente ha dichiarato 'Finalmente si apre un vero negoziato in cui l'Italia non è sola nella propria posizione'. Infatti è proprio l'Italia a guidare il 'fronte del no' ad un provvedimento della Commissione europea ritenuto fin troppo oneroso per poter mantenere quanto previsto dal Protocollo di Kyoto, che con l'obiettivo 20/20/20 punta sull'incremento dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. A fianco delle richieste di Roma di più tempo per approfondire il problema dei costi per la riduzione dell'anidride carbonica, ci sono Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania. 'Chiederemo uno clausola di revisione', ha inoltre dichiarato la Prestigiacomo.
    La proroga alle decisioni inerenti il clima non va giù a tutti e già arrivano le prime voci di dissenso: 'Non si puo' ritardare l'accordo, bisogna chiudere entro dicembre e trovare un equilibrio tra le forze industriali europee per fissare gli obiettivi sul clima'. Queste le parole del ministro all'Ambiente tedesco Gabriel Sigmar.
    Queste due giornate sono molto importante per il clima europeo e forze messe allo stremo per cercare una soluzione che vada ad incrementare l'impegno dell'Unione europea per la stabilizzazione dei cambiamenti climatici.
    A vaglio del Consiglio dei ministri all'ambiente europei il ministro Prestigiacomo ha posto la richiesta dell'Italia di un rinvio dell'entrata in vigore del pacchetto proposto dalla Commissione europea per consentire un approfondimento dei costi effettivi per il sistema industriale dei tagli alle emissioni di CO2, giudicati più penalizzanti per l'industria italiana, rispetto a quelle di altri Paesi.
    'Il pacchetto così com'è non è appropriato, è insostenibile e necessita di cambiamenti profondi', ha detto la Prestigiacomo.
    Lo scontro con Bruxelles è sulle cifre: l'Italia stima un costo per l'economia di 25 miliardi di euro l'anno per ridurre le emissioni di CO2, per Bruxelles invece il costo è tra 9 e 12 miliardi.

    Articolo

    L'Ue sulla buona strada degli obiettivi di Kyoto
    Le proiezioni della Commissione europea


    L’Unione europea e gran parte degli Stati membri sono sulla buona strada per quanto riguarda il rispetto degli impegni assunti a Kyoto di ridurre o limitare le emissioni di gas serra: questo è quanto emerge dalla relazione annuale della Commissione sui progressi realizzati in questo campo.
    Dalle ultime proiezioni degli Stati membri risulta che l’Ue-15 riuscirà a conseguire l’obiettivo di riduzione dell’8% grazie alle politiche e misure già adottate, all’acquisto di crediti di emissione derivanti da progetti realizzati in paesi terzi e alle attività silvicole in grado di assorbire il carbonio dall’atmosfera.
    Altre misure attualmente all’esame in alcuni Stati membri dovrebbero contribuire a ridurre le emissioni di un altro 3,3% e permettere così all’Ue-15 di ottenere risultati migliori rispetto agli obiettivi fissati.
    Leggi di più e guarda i dati pubblicati dalla Commissione europea, clicca QUI.

    Fonte: Commissione europe
     
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  12. francesco1966
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    Stern: La lotta al cambio climatico come soluzione alla recessione economica mondiale


    Nicholas SternA tenere banco in questi giorni è il “Pacchetto Clima” in sede di Comunità Europea.

    Gli Stati ratificatori del Protocollo di Kyoto stanno discutendo sulla fattibilità dell’obiettivo del 20-20-20, il quale è considerato da alcuni (fra cui il governo italiano) fin troppo ambizioso.

    Da Hong Kong, nel corso di un importante convegno, è Nicholas Stern, ex economista del tesoro britannico (che nel 2006 ha scritto una relazione esaustiva apprezzata in tutto il mondo sui benefici economici che apporterebbe la lotta al riscaldamento globale) ad esprimere la propria opinione in materia.

    Il punto centrale del suo pensiero riguarda il rischio che potrebbe provocare l’inerzia verso la lotta ai cambiamenti climatici. L’economista afferma che, se la questione dovesse essere trascurata, si avrebbero delle conseguenze di gran lunga superiori ai disordini provocati della crisi finanziaria mondiale.

    Ignorare le conseguenze dei cambiamenti climatici sarebbe molto più grave che non considerare quelle dei rischi nel sistema finanziario. Un aumento sulle emissioni a livello mondiale per colpa del riscaldamento globale potrebbe causare “un dolore economico” pari a quello provocato dalla “Grande depressione del 1929″ negli Stati Uniti.

    In sostanza il pensiero di Stern potrebbe essere riassunto sul fatto che non agire equivarrebbe senza dubbio ad una condizione economica futura di gran lunga peggiore. La lezione che si può trarre da questa recessione mondiale, continua Stern, è che si può comunque aumentare la domanda nel mercato mondiale operando in modo più sostenibile, concentrandosi quindi sulla crescita economica a basse emissioni di CO2 nel futuro, operando una maggiore spesa pubblica per i trasporti più puliti, energie alternative e tecnologie verdi.

    Nel corso del convegno Stern ha esortato i paesi a non utilizzare la recessione economica mondiale come pretesto per ridimensionare gli obiettivi di Kyoto, motivo per cui è stato particolarmente critico nei confronti di Silvio Berlusconi e dell’Italia sulla questione della lotta ai cambiamenti climatici. Già qualche tempo fa su Ecoblog si trattò a proposito del fatto che l’investire sulle tecnologie pulite potrebbe essere un modo per dare un calcio alla crisi economica.

    La strada indicata dall’economista inglese è probabilmente complessa e va in controtendenza con quanto ultimamente il governo sta affermando in sede di Comunità Europea. Si riuscirà anche qui da noi a dare un impulso affinché ci sia un forte cambio di mentalità?

    http://www.ecoblog.it/post/7033/stern-la-l...ndiale#continua
     
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  13. francesco1966
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    Link: http://notizie.alice.it/notizie/economia/2...i,16701715.html

    Clima/ Piebalgs: Piano Ue ha già flessibilità per rinnovabili
    "Ma Stati membri dovranno adottare piani d'azione nazionali"


    Bruxelles, 3 nov. (Apcom) - Il commissario europeo all'Energia, Andris Piebalgs, ha spiegato oggi a Londra che il pacchetto Ue sul clima contiene già cinque diversi elementi di flessibilità che faciliteranno il conseguimento degli obiettivi nazionali differenziati, assegnati a ciascuno Stato membro per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Piebalgs ha parlato a Londra durante una conferenza sul tema "Come può l'Europa conseguire il suo obiettivo per il 2020 sulle energie rinnovabili".

    Oltre agli obiettivi di riduzione dei gas serra e di efficienza energetica, il pacchetto sul clima prevede che, entro il 2020, il 20% del consumo di energia primaria dell'Ue provenga da fonti rinnovabili (per l'Italia il traguardo è il 17%).

    Il commissario ha ricordato anzitutto come, per lo sviluppo delle rinnovabili, il pacchetto preveda per gli Stati membri una doppia flessibilità a livello degli obiettivi intermedi e degli strumenti 'interni' per conseguirli. Ogni paese dovrà adottare dei "piani d'azione nazionali" in cui sarà libero di fissare i propri target settoriali (per il consumo nel riscaldamento/raffreddamento, nei trasporti, nell'elettricità) e indicare come raggiungerli: incentivi fiscali e rimborsi parziali, 'certificati verdi' obbligatori come in Gran Bretagna, o sistemi 'feed in' come in Germania e Spagna (dove i fornitori di energia sono obbligati ad acquistare le rinnovabili a tariffa fissa). La direttiva europea, tuttavia, conterrà una "traiettoria indicativa" a cui ogni Stato membro dovrebbe avvicinarsi per restare entro le possibilità di conseguire l'obiettivo.

    Gli altri strumenti di flessibilità riguardano lo scambio fra Stati membri e quello con i paesi extra Ue. Da una parte, ha ricordato Piebalgs, gli Stati membri potranno intraprendere progetti di collaborazione bilaterale e multilaterale fra loro, oppure trasferire 'quote' di energia rinnovabile da un paese in cui sono 'in eccesso' a un altro in cui lo sforzo interno non basta a conseguire l'obiettivo nazionale. Infine, sarà possibile importare elettricità 'verde' anche dai paesi terzi, contabilizzandola nel proprio obiettivo nazionale: in questo modo, "gli Stati membri potranno investire in fonti rinnovabili meno care nei paesi vicini, per esempio cooperando alla costruzione di impianti che usano biomasse in Albania o in Ucraina, oppure di installazioni solari nel Nord Africa", ha osservato il commissario.

    Sono comunque da migliorare le procedure amministrative per accedere al sostegno pubblico: "Non c'è nessuno dei 27 Stati membri in cui le procedure e i sistemi amministrativi non possano essere resi più chiari e più semplici", ha rilevato Piebalgs, sottolineando, infine che va messa più attenzione al problema dell'accesso dell'energia di fonte rinnovabile alla rete elettrica: "Tutti gli ostacoli alla generazione distribuita, o le preoccupazioni rigurdanti l'intermittenza delle rinnovabili deve essere superati, così come lo sono già stati in alcuni paesi come la Spagna", ha concluso.

    Nel contesto delle polemiche fra Roma e Bruxelles sull'impatto economico stimato delle misure previste, la Commissione ha evocato, la settimana scorsa, gli investimenti per lo sviluppo delle rinnovabili come la ragione principale del costo maggiore che l'Italia dovrà sostenere (0,66% del Pil contro lo 0,45% della media comunitaria) per attuare il pacchetto. Inoltre, il divario tra le cifre paventate da Roma (1,14% del Pil nel 2020) e quelle indicate dalla Commissione (0,66%, del Pil, pari a 12 miliardi di euro) è dovuto proprio al fatto che lo scenario considerato dal governo italiano non considerava gli strumenti di flessibilità previsti dal pacchetto (sia per la riduzione delle emissioni che per lo sviluppo delle rinnovabili).
     
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  14. francesco1966
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    Pacchetto clima-energia: proposta italiana contro delocalizzazione aziende manifatturiere
    Prestigiacomo: 'Puntiamo ad affrontare con efficacia la sfida dei cambiamenti climatici e dell'innovazione tecnologica'


    Conformemente a quanto preannunciato dal ministro Prestigiacomo durante il Consiglio Ambiente, l’Italia ha formalizzato nella riunione del Coreper (il comitato della rappresentanze permanenti presso l’Ue) una propria proposta tecnica sul 'carbon leakage'.
    La proposta punta ad evitare i rischi di delocalizzazione e deindustrializzazione nell'Unione europea nel caso in cui la Conferenza di Copenaghen del prossimo anno non raggiunga un accordo internazionale che imponga agli altri attori della Comunità internazionale vincoli comparabili a quelli unilateralmente assunti dall’Europa per il periodo successivo al 2012.
    'La proposta', spiega il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, 'si aggiunge ad una serie di ipotesi di mediazione presentate dall’Italia nelle ultime settimane per migliorare il pacchetto clima-energia al fine di affrontare con efficacia la sfida dei cambiamenti climatici e dell’innovazione tecnologica. Il pericolo che abbiamo evidenziato è che le imprese manifatturiere italiane debbano sostenere costi tali da mettere a rischio la loro competitività e quindi la prosecuzione delle attività produttive in Europa, con tutto ciò che tale eventualità potrebbe implicare anche in termini occupazionali e sociali. Noi crediamo invece che la strategia europea per l’ambiente debba puntare a stimolare sviluppo eco-sostenibile, a promuovere innovazione nell’industria manifatturiera e non indurla a trasferirsi lontano dall’Europa'.
    Completando i testi finora elaborati dalla presidenza francese, l’Italia ha proposto un sistema di allocazioni gratuite (fino al 100% e comunque non inferiori all’80%) che mira a proteggere estesamente tutti i settori industriali esposti a rischi significativi di delocalizzazione sia per i costi addizionali indotti dalla Direttiva Ets, sia in ragione dell’elevata esposizione alla competizione internazionale. Tutti i principali settori industriali italiani potranno beneficiare di tale regime di protezione.
    La proposta italiana intende contribuire alla creazione di una solida base tecnica per le decisioni politiche del Consiglio europeo sull’insieme del pacchetto 'Clima-Energia' nel quadro del quale permangono aree di criticità malgrado i progressi realizzati negli ultimi mesi grazie all’azione del Governo italiano a tutela di interessi del sistema economico europeo e nazionale.

    Fonte: Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare
     
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  15. francesco1966
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    Pacchetto clima: il Parlamento UE dice sì, ma…

    Via libera alla cosidetta “formula 20-20-20” che stabilisce l’obbiettivo di riduzione del 20% delle emissioni di gas, un miglioramento del 20% dell’efficienza energetica e il raggiungimento di una quota 20% delle energie rinnovabili all’interno del mix energetico

    Ben 610 sì, 29 astenuti e solo 60 no. Con questi voti il pacchetto clima e energia ha ottenuto il via libera questa mattina da parte dell’Europarlamento, che ha confermato così l’accordo raggiunto la scorsa settimana dei Ventisette e l’intesa preliminare raggiunta sabato tra Consiglio, Commissione e lo stesso Parlamento. Dopo i mesi di negoziati che hanno contraddistinto quest’ultima fase e che si prevede si concludano entro la fine dell’anno con la ratifica formale del Consiglio europeo, l’assemblea di Strasburgo ha messo la sua firma su un passaggio importante per la direttiva UE approvando tutti e sei i provvedimenti senza particolari ostacoli. In realtà questa netta maggioranza non era del tutto scontata, essendo sempre prevalse all’interno del PE posizioni decisamente più “ambientaliste” rispetto ai singoli Stati.
    Le direttive approvate oggi riguardano gli emendamenti frutto del compromesso raggiunto giovedì e venerdì scorsi dal Vertice UE ecco in dettaglio le misure ratificate:
    Primo, la riduzione delle emissioni climalteranti da attuare tramite due strumenti: l’ETS (‘Emission Trading System ovvero il Sistema di scambio emissioni) approvata con 610 voti contro 25 e 25 astensioni e che riguarderà sia il settore manifatturiero che quello energetico; la decisione “Effort Sharing” (letteralmente ‘ripartizione dello sforzo’) – 555 voti favorevoli, 93 contrari e 60 astensioni – che riguarderà invece i settori non industriali (edifici, servizi, agricoltura, turismo, trasporti) per i quali saranno fissati precisi sotto-obiettivi nazionali vincolanti (per l’Italia 13%).
    Altro punto chiave del pacchetto, la direttiva sulle energie rinnovabili, che impone l’aumento al 20% della quota dei consumi totali coperta da energia prodotta da fonti rinnovabili tramite sotto-obiettivi nazionali vincolanti (per l’Italia il 17%) e che in Plenaria ha ottenuto 635 voti contro 25 e 25 astensioni.
    Con 623 voti a favore, 68 contrari e 22 astensioni approvata anche la direttiva inerente al CCS (‘Carbon Capture and Storage’) le tecnologie di cattura e stoccaggio geologico del CO2 che dovrebbero essere sviluppate nei prossimi anni ad iniziare da 12 impianti dimostrativi finanziati in parte con i proventi dei diritti di emissione.
    Dentro anche il regolamento sui nuovi limiti alle emissioni delle auto e la direttiva riguardante la riduzione dei gas a effetto serra derivanti dal ciclo di vita dei combustibili.

    La ratifica di oggi dunque non apporta novità come preannunciato ma riafferma le forti concessioni fatte alle inamovibili prese di posizione di stati come la Germania, la Polonia e l’Italia ed alle lobby industriali. Un atteggiamento di grande cooperazione, come lo stesso presidente dell’assemblea di Strasburgo Hans Gert Poettering ha tenuto a precisare al termine delle operazioni di voto, “ma la procedura adottata è un’eccezione”.

    http://www.rinnovabili.it/pacchetto-clima-...ce-si-ma-401008
     
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17 replies since 13/6/2008, 09:39   722 views
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