Nitrati: prove di calcolo dei fabbisogni

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  1. claudiocosta
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    IN RIFERIMENTO AL PROGRAMMA D’AZIONE PER LA TUTELA DA INQUINAMENTO NITRATI: Regione Lombardia delibera del 21 11 2007 Legge Beccalossi, ma la riflessione vale per tutte le regioni

    http://www.agricoltura.regione.lombardia.i...dgr_5868_07.pdf

    vi mando a pg. 107 del pdf, l’allegato3 parte c, perché il calcolo dei fabbisogni è complicato e va seguito per riga.

    La formula è la seguente:

    Nc + Nf + An + (Kc x Fc) + (Ko x Fo) = (Y x b)

    Nell’equazione sopra riportata, i termini a sinistra rappresentano le voci di apporto azotato alle colture, i termini a destra le voci di asporto. Le perdite di azoto sono prese in considerazione attraverso i coefficienti di efficienza della fertilizzazione (kc e ko).
    Nella Beccalossi Y e b non sono definiti, e questo è vergognoso, così com’è scritta la formula non si può applicare. Dimostra che l’intera pagina è stata copiata, senza essere nemmeno letta. (la stessa cosa vale per la tabella 3 allegato 3 a pg 100 del pdf nelle note alla linea 6 si dice che l’abbattimento è del 90%, probabilmente riferendosi ad un altro esempio perché nella linea 6 l’abbattimento è del 77%, quindi anche questa tabella è stata copiata senza leggerla!)
    Mi piacerebbe farlo calcolare alla Beccalossi il fabbisogno colturale, solo con gli strumenti che ci ha dato nella legge.
    Ho trovato delle definizioni di Y e b sul sito della regione Piemonte ma la formula è diversa.

    Le definizioni dovrebbero essere queste:

    - Y è la produzione attesa dalla coltura;
    - b è il contenuto in azoto dei prodotti ottenuti dalle colture

    Dovrebbe esserci una tabella con i valori di b per tutte le colture, io non la trovo, se qualcuno mi dà il link con la tabella, gliene sarei grato.

    Il concetto di questa formula è che i fabbisogni del codice di buona pratica agricola (cbpa), sono ulteriormente abbassati dalla quota di azoto atmosferico 20 kg/ha e dal’azoto presente nella sostanza organica del terreno, sia come residuo vegetale, sia come residuo di concimazioni zootecniche. In particolare se si concima con il letame bisogna prevedere un residuo di almeno il 30% dell’azoto somministrato. Quindi nei pua saranno accettati dei fabbisogni colturali molto più bassi rispetto a quelli del cbpa, e molto più bassi rispetto alle quote reali di concimazione attuate in pratica, fino ad ora. Quindi ci saranno rese in granella più basse.
    Se per la formula ci si avvale di analisi del terreno: l’azoto organico è sia quello dei residui dei reflui, sia quello dei residui colturali (stocchi, paglie ecc.), quindi attenzione a non fare dei doppioni.

    A questo link http://gazzette.comune.jesi.an.it/102-99/suppl86.htm
    trovate il codice di buona pratica agricola cbpa, con i fabbisogni in azoto delle colture (alla fine del doc.), e alcune indicazioni molto generiche sulle modalità di trattamento reflui, e sull’abbattimento dell’azoto.


    Qui c’è il calcolo delle unità di concime della regione Campania, può essere utile la pg 3 da stampare e da usare come modulo:

    http://www.sito.regione.campania.it/AGRICO.../Guida62_79.pdf

    Tornando al calcolo dei fabbisogni di azoto secondo la Beccalossi, pg. 107 del pdf, l’allegato3 parte c, agli agricoltori interessa conoscere la quota di concimazione organica (Fo), e la quota di quella chimica (Fc). Dunque agli agricoltori interessa questa formula:

    (Kc x Fc) + (Ko x Fo) = (Y x b) – ( Nc +Nf + An)

    Facciamo un esempio pratico per calcolare il fabbisogno del mays da granella:

    (Y x b) cioè il fabbisogno colturale è 280 kg/ha, come da cbpa, per una produzione di granella stimata sui 100 ql/ha.

    Al fabbisogno colturale dobbiamo togliere il valore dell’azoto presente nel terreno e quello atmosferico, quindi :

    - Nc = l’azoto da precessioni colturali, mettiamo che nel nostro esempio
    Il valore sia = 0, perché il campo è sempre stato coltivato a mays.

    - Nf = L’azoto residuo delle concimazioni organiche degli anni precedenti, mettiamo 20 kg. Più la concimazione organica è intensa e più sarà alto questo valore.

    - An = 20 kg per l’azoto atmosferico + 10 kg di azoto per gli stocchi dell’anno precedente

    Riassumendo :

    (Y x b) – ( Nc +Nf + An) = 280 - 0 – 20 – 20 - 10 = 230 kg/ha di azoto per il mays da granella.

    Come detto, il fabbisogno colturale è più basso di quello del cbpa, anziché 280, 230.

    Ma andiamo a calcolare le quote di azoto organico da spandere, e l’eventuale integrazione con concimi minerali.

    Secondo la Beccalossi il coefficiente di efficienza di fertilizzazione per i concimi chimici è il 100% del titolo. Il dato è incompatibile con le pubblicazioni scientifiche che indicano i concimi minerali come i più a rischio di dilavamento. La quota dilavata non è sicuramente a disposizione della pianta. Comunque la legge è questa, quindi andiamo a valutare prima la quota organica e poi per differenza la quota di minerale in zona vulnerabile.
    L’azoto da effluenti di allevamento al campo in zona vulnerabile non deve essere superiore a 170 kg/ha, e non la quota di azoto totale non deve superare i 340 kh/ha
    Facciamo due esempi con i reflui suini in base all’efficienza, tab 1/a e tab2/a dell’allegato 3:

    - Efficienza alta: (Ko x Fo) = 0,65 x 170 = 110,5 per calcolare la quota del concime minerale, tolgo dal fabbisogno colturale la quota di organico quindi 230 – 110,5 = 119,5 di azoto puro da concime minerale. Se fosse urea il cui titolo è 46% quindi il Kc = a 0,46 per sapere quanti kg di urea mi servono, si deve fare 119,5 : 0,46 = 260 kg/ha di urea, che in pratica è il valore di Fc. Concludendo nel caso di efficienza alta potrò somministrare 170 kg/ha di azoto puro da reflui + 260 kg/ha di urea.(119,5 di azoto puro)

    - Efficienza bassa: (Ko x Fo) = 0,30 x 170 = 51 kg. Quindi 230 – 51 = 179 kg/ha di azoto puro da concimi minerali. In questo caso si superano i 340 kg/ha di azoto totale quindi di minerale potrò darne solo 170. i limiti però sono da intendere come media aziendale, quindi in qualche caso si potrebbe alzare la concimazione per il mays, se nella stessa azienda agricola, si coltivano colture con fabbisogni più bassi
    Se fosse urea 170 : 0,46 = 370 kg/ha di urea. Concludendo 170 kg/ha di azoto puro dai reflui + 370 kg/ha di urea (170 di azoto puro)


    Facciamo invece il calcolo in zona non vulnerabile, dove il limite degli spandimenti reflui è 340 kg/ha, e l’azoto totale ha il solo limite colturale.

     Efficienza alta: (Ko x Fo) = 0,65 x 340 = 221 kg/ha. Quindi 230 – 221 = 9 kg /ha di azoto minerale. Se fosse urea 9 : 0,46 = 19,5 kg/ha di urea. Concludendo 340 kg di azoto puro da reflui + 19,5 kg/ha di urea. Questa soluzione è difficile da applicare si dovrà ridurre la quota di reflui per permettere una concimazione minerale in sarchiatura più adeguata.

     Efficienza bassa: (Ko x Fo) = 0,30 x 340 = 102 kg/ha. Quindi 230 – 102 = 128 kg/ha di azoto puro da concimi minerali. Se fosse urea 128 : 0,46 = 278 kg/ha di urea.


    Non sono un agronomo, quindi correggetemi se sbaglio.

    Se invece il calcolo è corretto, si evidenzia che nel caso di efficienza bassa, bisogna

    - comprare molta più urea, rispetto all’efficienza alta

    - il rischio di dilavamento è maggiore

    - la quota di Nf, cioè il residuo di concimazione organica, dell’anno successivo, sarà più alta abbassando ulteriormente il valore del fabbisogno colturale

    Conviene sempre:

    - spandere con efficienza alta

    - L’immediato interramento, per evitare perdite di volatilizzazione

    - Fare i piani di campionamento per essere sicuri dell’azoto che si va effettivamente a spandere. Mi è stato riferito che i valori di azoto delle tabelle A allegato 3, sono assolutamente sbagliati, perché calcolati in climi più freddi dove la volatilizzazione è minore, rispetto all’Italia.

    - Insisto: l’unico modo per farlo è il doppio raccolto.

    - Paradossalmente se i cessionari invece, preferiscono somministrare più urea che reflui, perché di quella si fidano si più, conviene fare uno spandimento ad efficienza bassa. Questo è uno dei tanti paradossi della legge, più azoto minerale, maggiormente dilavabile, e reflui in efficienza bassa anch’essi dilavabili.

    - In ogni caso, conviene usare più reflui, che urea, per gli agricoltori:

    sia per il risparmio economico
    sia per il miglioramento agronomico dei terreni
    sia per il rischio dilavamento inferiore, nel caso si spanda ad efficienza alta.
    Questo andrebbe sottolineato da tutte le associazioni, durante le comunicazioni agli agricoltori.


    Mi piacerebbe sapere se ci sono sistemi per calcolare il valore di An e Nf senza fare le analisi dei terreni. Le formule in effetti dovrebbero essere fatte apposta. Se qualcuno li ha, me li mandi


    RIFLESSIONI SUI PIANI DI CONCIMAZIONE

    Le differenze nei piani di concimazione tra le due zone: zv e znv, sono enormi! In zona vulnerabile gli allevatori e i cessionari saranno costretti a comprare dai 260 ai 390 kg/ha di urea a seconda dell’efficienza di spandimento. Questo per produrre mays da granella come visto nelle prove di calcolo. Quando fino ad ora gli allevatori e molti dei loro cessionari, non avevano mai comprato il concime minerale, se non qualcuno per la sarchiatura. E comunque non in queste quantità massicce. Tenete presente che per chi fa il silomays o addirittura silomays e erba silos i fabbisogni sono molto più alti.

    Nel caso in cui si faccia il secondo raccolto, tutto il fabbisogno d’azoto del secondo raccolto dovrà essere soddisfatto solo con l’urea.

    Quindi gli allevatori saranno costretti a:

    - Pagare gli affitti per le concessioni spandimento reflui, per regalare del concime organico agli agricoltori.

    - Pagare per andare a distribuirglelo gratis

    - Pagare per cercare nuove terre di spandimento, che non ci sono, perché le superfici di spandimento con i nuovi indici sono aumentate. Sono raddoppiate con i limiti di spandimento in zona vulnerabile. Addirittura triplicate nel caso dei bovini solo per gli indici, e poi raddoppiate per i limiti, alla fine le superfici di spandimento dovranno aumentare di 6 volte, nel caso dei bovini (approssimativamente, e mediamente, dipende dai pua precedenti)

    - Pagare per abbattere l’azoto, in pratica per distruggerlo, perché mancherà la terra in 5 provincie della Lombardia, secondo i seguenti sistemi:

    • diete ipocaloriche ed enzimi denitrificanti

    • ossigenazione, ma la tecnica anche se paradossalmente consigliata dalla Beccalossi non è IPPC

    • strinamento, (questa è nuova, e non la conosco bene) si fa scorrere il separato o il sedimentato su una piastra rovente che volatilizza l’azoto minerale e brucia quello organico. Deve essere abbinata alla digestione anaerobica della frazione liquida, per avere il gas, da usare ad arrovellare la piastra. Va da se che la tecnica non è IPCC

    • Strippaggio: molto costoso, sia nei costi iniziali, sia nei costi di gestione, deve essere abbinata al digestore.

    • depurazione a fanghi attivi, nitro denitro, anche questa paradossalmente consigliata dalla Beccalossi non è IPPC, non per i gas, (N2 non è un gas serra) ma per il consumo elettrico, anche se potrebbero accettarla

    • Depurazione nitro-denitro della frazione liquida del digestato , questa potrebbe essere una soluzione abbordabile, si recupera calore dal raffreddamento dei cogeneratori, e si scalda il digestato aumentando la denitrificazione, nel contempo si applica una depurazione nitro-denitro.

    • pirolisi, cioè passaggio del separato, o del compost con il sedimentato, in camere ad altissima temperatura, e ad alta pressione. A seconda del trattamento si riuscirà a produrre carbone, olio, o gas. La tecnica migliore sembra la flash pirolisi per produrre olio.
    In pratica si riproducono le condizioni che portarono la formazione dei combustibili fossili, carbone, petrolio, metano. La tecnica è considerata IPPC anzi gode di tutti i vantaggi delle bioenergie rinnovabili, cioè finanziamenti iniziali e certificati verdi, o tariffe speciali.

    - Pagare per distruggere l’azoto, quindi consumare energia, e sprecare soldi, per poi:

    - Pagare per comprare dell’azoto minerale, fatto con una quantità enorme di energia con circa un raddoppio nelle spese di concimazione.

    LA LEGGE E’ INACCETTABILE, E’ ASSURDA, E’ PARADOSSALE, E NON TUTELA LA FALDA, DALL’INQUINAMENTO.

    Una proposta potrebbe essere, chiedere i limiti di spandimento di 170 kg/ha di reflui, in zona vulnerabile a raccolto, non all’anno. Molto più logico! Senza rischiare di inquinare la falda, anzi proteggendola con la coltura invernale del secondo raccolto.

     
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  2. Albert82
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    Eccomi qua Claudio... Allora, ho letto attentamente il calcolo del fabbisogno che hai verificato nel tuo precedente messaggio, e non mi torna una cosa: tu in ZVN sommi ai 170 Kg di reflui l'urea, per ottenere così il fabbisogno del mais, nella fattispecie 260 Kg urea per alta efficienza e 370 per bassa efficienza. Ora, non vorrei aver afferrato male la questione legislativa, o forse non ne sono a conoscienza esattamente, ma per la mia regione, l'Emila Romagna, il limite è di 170 kg N/ha/anno per i reflui, con un'aggiunta massima di 40 kg N minerale, per un totale di max 210 kg all'anno (art. 5 deliberazione n. 96), quindi non si raggiungono comunque i valori che tu indichi.. Ripeto, questo per l'Emilia - Romagna...
    Che mi sono dormito? E' forse diversa la normativa per voi lombardi?

    Si è scritto all'inizio del post, in riferimento alla legge 5848 della regione Lombardia.
    In realtà la legge dice che in zona vulnerabile il limite è 170 kg/Ha per i reflui, più azoto minerale a soddisfare i fabbisogni ma fino a un max di 340 kg/Ha

    Queste prove di calcolo però sono una mia interpretazione del calcolo dei fabbisogni della legge che però sotto questo punto di vista non è completa.

    Edited by claudiocosta - 14/7/2008, 22:21
     
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1 replies since 20/6/2008, 10:45   1928 views
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