Critica a: "Una mucca salverà il mondo"

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  1. claudiocosta
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    L'articolo tratto da “L’Espresso” del 10/ 07/2008 s’intitola:


    "Una mucca salverà la terra" Di J. Rifkin che potete leggere all’indirizzo in nota (1)

    sottotitolo:

    "La produzione di carne è responsabile delle carestie e del cambiamento climatico."

    L’affermazione che la produzione di carne è responsabile dei cambiamenti climatici non ha alcun fondamento scientifico e danneggia la zootecnia. In questa critica si analizzerà il perché, le parti in corsivo, tra virgolette, sono le citazioni dall’articolo.

    Innanzitutto la biografia
    J. RIFKIN: Economista, pacifista, ambientalista e vegetariano, ha operato come consigliere personale sulle questioni energetiche di Romano Prodi all'epoca dell'incarico di Presidente della Commissione Europea di quest'ultimo. È stato consulente per il Ministero dell'Ambiente della Repubblica Italiana.
    Ha scritto tra gli altri volumi: Ecocidio. Ascesa e caduta della cultura della carne (Mondadori, 2001) ed è stato ospite di “Che tempo che fa” di F. Fazio .(2)

    Non c'è da stupirsi del terrorismo alimentare immotivato (senza che il ministero intervenga) ad es. su BSE e aviaria, o di certe leggi che umiliano la zootecnia se i consulenti sono questi! L'ultimo esempio è la normativa nitrati.

    Cito:

    “L'impressionante aumento dei prezzi energetici dello scorso anno ha determinato un aumento altrettanto impressionante dei prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo. La crisi è stata esacerbata dalle ripercussioni 'in tempo reale' che il cambiamento del clima sta avendo sull'agricoltura, in primis siccità, alluvioni e altri cataclismi climatici che hanno pesantemente inciso sulla produzione degli alimenti di base in molte aree del mondo."

    L’aumento dei costi energetici ha determinato un incremento dei costi di tutti i prodotti del mondo, in qualsiasi settore, ma i cereali sono cresciuti di più perché ad es. per il mays: il raccolto da record previsto per la stagione 2007/2008 a livello mondiale (767 milioni di tonnellate secondo le stime dell’International Grains Council di novembre) soddisfa appena una domanda mondiale pari a 762 milioni di tonnellate. La crescita principale per i consumi del mais a livello globale è fortemente legata alla produzione di etanolo (+25% corrispondente a circa 173 milioni di tonnellate), ma non bisogna dimenticare che l’utilizzo principale a livello mondiale riguarda l’alimentazione del bestiame (475 milioni di tonnellate), una domanda che potrà solo crescere in risposta all’aumento dei consumi di carne nei paesi emergenti.(3)
    L’aumento della domanda è correlato sia alla crescita demografica e zootecnica, sia all’uso di biocarburanti, infatti, in primavera le aziende produttrici di etanolo, rastrellando i future del mays ancora da seminare, ne determinarono un’impennata dei prezzi.
    Il rialzo non è correlato ai cambiamenti climatici e la crisi energetica non giustifica l’aumento così marcato dei prezzi dei cereali.

    “L'umanità non sopravviverà se i più ricchi del pianeta non attueranno una drastica inversione di rotta nella loro alimentazione. Questa è la realtà.”

    NO! Questa non è la realtà, ma un’opinione di un vegetariano catastrofista!
    E’ risaputo che gli eccessi alimentari, o proteici nella dieta sono potenzialmente dannosi, quindi vanno evitati, ma non è il caso dell’Italia, dove il consumo procapite di carne è tra i più bassi d’Europa.

    “In verità la carne (ottenuta da bovini cresciuti a mangimi) che portiamo in tavola è la seconda causa per importanza di riscaldamento globale dopo il riscaldamento delle case".

    In verità? Ma a quale articolo scientifico (peer reviewed) fa riferimento per un’affermazione così grave e dannosa nei confronti della zootecnia?

    “Rajendra Kumar Pachauri, presidente dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (che ha ricevuto il premio Nobel 2007 della Pace insieme ad Al Gore) ha invitato i consumatori di tutto il mondo a ridurre il loro consumo di carne, primo passo per affrontare il cambiamento del clima.”

    Ah beh se l’ha detto il Pachauri: ex ministro del petrolio indiano, ex amministratore delegato della Indian oil company, imposto dall’India, per ovvi giochi politici, come presidente dell’IPCC, (4) un organismo talmente in mal arnese che mentre il presidente Pachauri dichiara che bisogna abbassare le emissioni per mitigare il clima, (tranne che per l’India e la Cina ovviamente) il vicepresidente dell’IPCC Yuri Izrael dichiara che pensare di mitigare il clima abbassando le emissioni non ha alcun fondamento scientifico. (5)

    “Da uno studio Fao delle Nazioni Unite pubblicato nel 2006 risulta che il bestiame produce il 18 per cento delle emissioni di gas serra, ovvero complessivamente più di tutti i mezzi di trasporto. Il bestiame, soprattutto i bovini, è responsabile del 9 per cento dell'anidride carbonica prodotta dalle attività umane, ed è responsabile altresì di una percentuale nettamente superiore di gas serra ancora più dannosi. Al bestiame si deve infatti il 65 per cento delle emissioni di protossido d'azoto rilasciato dalle attività umane: il protossido d'azoto ha un effetto sul riscaldamento terrestre pari a 300 volte quello dell'anidride carbonica. La maggior parte delle emissioni di protossido d'azoto è dovuta al letame. Inoltre il bestiame emette il 37 per cento di tutto il metano riconducibile alle attività umane, gas che rispetto all'anidride carbonica incide nella misura di 23 volte sul riscaldamento del pianeta.”

    Quest’affermazione non è corretta è fuorviante, perché non tiene conto del bilancio nel ciclo del carbonio.
    Tutto il carbonio emesso dal settore zootecnico è in equilibrio con il carbonio captato dai vegetali di cui gli animali si nutrono, non c’è perturbazione aggiuntiva, come avviene invece nella combustione dei carburanti fossili.
    Per fare un esempio: è come se dicessi che la mia azienda guadagna un milione di euro perché a tanto ammonta il fatturato, mentre in realtà il bilancio dell’azienda è in perdita. Così è per le emissioni zoogeniche l’emissione equivale al captato, non c’è alterazione nella concentrazione atmosferica dei gas serra interessati.
    L’agricoltura attraverso le lavorazioni del terreno, fertilizzazioni e irrigazioni, aumenta enormemente la captazione di CO2 dello stesso ettaro di terreno lasciato a vegetazione naturale. Maggiore è la produzione di cereali, maggiore è la captazione della CO2.

    Nel dettaglio:

    - La CO2 zoogenica è emessa dalla respirazione degli animali, e dalle fermentazioni aerobiche dei liquami. Anche la popolazione umana emette milioni di tonnellate di CO2 con la respirazione e la fermentazione aerobica dei reflui urbani. Non ha alcun senso parlare di aumento di emissioni di CO2 per gli allevamenti perché il carbonio viene dai vegetali, quindi il bilancio tra il carbonio captato dai vegetali e il carbonio riemesso dagli allevamenti è in pari. (escludendo le emissioni delle lavorazioni terreni e prodotti) E ‘ il principio per il quale i biocarburanti godono degli incentivi.

    - Il metano (CH4) zoogenico è prodotto dalla fermentazione anaerobica, quindi sia dai liquami, sia dalle flatulenze, ma soprattutto dalle eruttazioni dei ruminanti. Il rumine e il cieco sono camere di fermentazione anaerobica, dove si forma CH4 e non CO2. Il 95% del metano prodotto dai ruminanti proviene dall’eruttazione, che è continua 24 h su 24, inodore e silenziosa. Su questo sono in molti, a sbagliare, anche climatologi famosi come il Prof. Vincenzo Ferrara nella puntata di “Porta a porta” del 03/05/07, disse che i ruminanti emettono metano con le flatulenze. Anche il carbonio del CH4 proviene dai vegetali quindi il bilancio delle emissioni è in equilibrio, la quantità di metano emessa corrisponde alla quantità di CO2 sequestrata dai vegetali.

    Il CH4 ha un potere di rifrazione termica più alto della CO2, ma fa parte del ciclo del carbonio: il metano si trasforma in CO2 e H2O. La vita media di permanenza del CH4 in atmosfera per l'IPCC è 12 anni.(6) Ci sono inoltre batteri del terreno che captano direttamente il CH4. Se si incrementa sia la popolazione umana, sia quella zootecnica (sono correlati e questo determina un aumento enorme dei fabbisogni dei cereali, circa 1/3 dei cereali secondo la Fao sono utilizzati per la fabbricazione dei mangimi) aumenta l’emissione di carbonio nella stessa misura in cui aumenta anche la captazione del carbonio.







    http://bioage.typepad.com/photos/uncategorized/aggi06.png


    Il metano, come mostrato nel grafico, è stabile dal 1990, (7) la concentrazione si misura in ppb (un ppb è un millesimo di millilitro in un metro cubo, quindi una traccia infinitesimale) e non si riesce proprio ad accettare che sia zoogenico, perché la zootecnia nel mondo è esplosa dal 1990 in poi e il metano no. In Italia invece la stanno uccidendo.

    Il numero dei quadrupedi d’interesse zootecnico presenti sulla Terra è aumentato del 60% dal 1961 al 2000, da 3,1 a 4,9 miliardi, mentre quello dei volatili d'allevamento si è pressoché quadruplicato, passando da 4,2 a 15,7 miliardi. Nello specifico i bovini da 941 milioni a 1331 + 41 % i suini da 406 a 905 +123%
    Secondo la FAO, la produzione in più rapida espansione è quella della carne di maiale e di pollo. Si tratta di una produzione intensiva altamente industrializzata, che ha avuto una crescita annua compresa tra il 2.6% e il 3.7% nell'ultimo decennio, mentre i bovini sono cresciuti dell’1% su base annua. Sono raddoppiati anche altri ruminanti come bufalini e capre. (8)

    Non c'è nessuna correlazione tra l’andamento della concentrazione del metano in atmosfera e l'incremento demografico zootecnico.


    In realtà come più volte dimostrato il CH4 è in equilibrio con la temperatura, più sale più aumentano le emissioni di CH4.



    http://blogs.woodtv.com/wp-content/uploads...reenshot_01.jpg

    Nel grafico è evidente l’andamento in calo delle temperature globali misurate con il satellite, la linea verde invece rappresenta l’incremento della CO2. Non c’è nessuna correlazione nell’ultima decade. Dopo il picco del 1998 le T° globali sono in leggera decrescita, secondo le stime dei satelliti, e così pure la concentrazione di metano, indipendentemente dalla produzione zoogenica, che invece è cresciuta. Inoltre c’è una forte sorgente geotermica di metano sottostimata, questa potrebbe invece alterare le concentrazioni in atmosfera. (9)

    Le fonti di metano sono varie: le fermentazioni e il rilascio dalle zone umide tra cui le risaie, il rilascio dagli oceani dai clarati idrati, le emissioni in conseguenza alla fusione del permafrost, le attività geotermiche, le termiti, gli animali selvatici e le attività umane legate all’industria, all’energia, e alla zootecnia.
    In particolare le termiti emettono 23 milioni di tonnellate di CH4 all’anno nell’atmosfera (7) la loro attività è correlata all’aumento delle temperature, questo potrebbe causare uno squilibrio tra il carbonio captato e quello emesso, a favore di quest’ultimo. Gli insetti infatti, possono nutrirsi di substrati organici accumulati in decenni e metterne in circolo il carbonio, creando un accumulo in atmosfera, simile a quello della combustione dei carburanti fossili.(10)


    - Il N2O e NO, protossido e monossido di azoto, sono cresciuti di qualche decina di ppb in 250 anni, quindi sono in tracce infinitesimali, si sprigionano soprattutto dai fertilizzanti minerali ma anche dai liquami, ad es con l'ossigenazione, ma anche nello spandimento. Queste molecole giunte alla stratosfera sono scisse in O2 e N2.
    Sul bilancio con l'atmosfera vale lo stesso discorso del metano, solo che N2 atmosferico da cui deriva il 30 % dell'azoto vegetale, ha un bassissimo indice di rifrazione termica, mentre N2O e NO hanno indici di rifrazione termica molto alti. Il ciclo dell'azoto è in equilibrio, non è immesso in atmosfera dalla combustione, come avviene con la CO2 dei combustibili fossili. La maggior parte dell'azoto nei vegetali arriva dalla terra, e almeno 30 Kg/Ha dall’atmosfera; e la maggior parte dell'azoto dei liquami (variabile secondo gli stoccaggi, comunque la stragrande maggioranza) ritorna nella terra.

    L'emissione dai liquami di azoto molecolare N2 non è considerato importante, perché non è un gas serra mentre lo sono N2O e NO, che rientrano nel ciclo dell'azoto dopo circa 120 anni (7). Gli ossidi d’azoto sono scissi in ossigeno e in azoto N2 che precipita sul terreno, ed è riassorbito dalle piante. Per un valore in tracce infinitesimali di 0,5 ppb anno a livello mondiale!

    L'accusa dell'IPCC è che con le arature e con le concimazioni aumenti l'emissione, ma le lavorazioni della terra aumentano le produzioni vegetali e quindi anche la captazione dell'azoto.
    Si può fare un discorso più sottile sul fatto che il regno animale possa prendere il soppravvento su quello vegetale ma ci si perderebbe in elucubrazioni, il regno animale non può esistere senza il vegetale.

    Bisogna distinguere le concimazioni minerali dalle organiche, le concimazioni in eccesso da quelle secondo il fabbisogno colturale. Sprechiamo energia per produrre concimi minerali di sintesi, e poi sprechiamo energia per depurare i liquami urbani e per smaltire i rifiuti, invece tutto l'azoto del cibo dovrebbe tornare alla terra come fertilizzante.
    I concimi minerali, si possono paragonare ai combustibili fossili, perché con questo tipo di concimazione s’immettono nel ciclo dell'azoto delle molecole minerali altrimenti inerti. Questo potrebbe essere una perturbazione aggiuntiva di N e quindi in piccola percentuale, circa il 2%, anche di ossidi di N, che sono valutati molto importanti sull'effetto serra.(11)
    Mentre gli ossidi di azoto che sprigionano dalle feci di tutti gli insetti e di tutti gli animali compresi quelli zootecnici, rientrano nel ciclo naturale dell’azoto senza determinare squilibri.

    James Hansen dichiara che 50 ppb di aumento della concentrazione di N2O in atmosfera dal 1750 al 2005, danno 0,16 w/mq di forzante radiativa contro gli 0,12 w/mq del sole! (6)
    Quindi per l'IPCC l'aumento di N2O è più importante delle variazioni di radiazione solare, sia di quelle orbitali, sia di quelle magnetiche.
    Un’altra osservazione si può fare sul fatto che J. Hansen considera 50 ppb di aumento del N2O esclusivamente antropogenico, questo è impossibile, perché non calcola che l’aumento di 1,2°C della temperatura globale negli ultimi 250 anni, non abbia aumentato l'azione dei batteri nitro denitro, la cui attività invece è dimostrata. (11)

    Torniamo alla critica dell’ articolo di J.Rifkin


    “Si consideri infatti che un ettaro coltivato a cereali produce il quintuplo delle proteine di un ettaro utilizzato per la produzione di carne. I legumi producono dieci volte quelle proteine, e i vegetali a foglia 15 volte le proteine per ettaro di terreni di pari dimensioni destinato alla produzione di carne.”


    La soya ha il 44% di proteine, i fagioli il 33%, quindi oltre ad avere un valore biologico di molto inferiore alla proteina animale, bisogna assumerne di più rispetto alla carne che ha il 65% -75% di proteine, per garantire il fabbisogno.
    Le produzioni ettaro di leguminose sono di tre quattro volte inferiori a quelle del mays.
    E’ un errore clamoroso considerare la carne come unico prodotto zootecnico, alla macellazione non si butta nulla, quindi un ettaro di terreno destinato alla zootecnia produce oltre alla carne, pelli, o lana, prodotti per l’alimentazione umana come gli ingredienti dei wurstel e delle mortadelle cioè cotiche, trippe, e lardo, poi frattaglie, strutto, sego e infine gli scarti di macellazione per i dadi e per il cibo di cani e gatti.
    Inoltre ci sono i liquami, qualcuno li valorizza come fonte energetica, ma poi tutti li utilizzano, anche i digestati, per la fertilizzazione, invece l’asportazione di azoto, fosforo e potassio nell’ettaro di terreno destinato all’alimentazione umana, va ripristinata con la fertilizzazione minerale che ha un costo sia economico sia energetico.

    “Per produrre mezzo chilo di carne cresciuta negli Stati Uniti a base di mangimi, l'industria del bestiame utilizza l'equivalente di quattro litri di benzina. Per sostenere le esigenze annuali in termini di consumo di carne di una famiglia media di quattro persone - più o meno 118 chili - sono necessari oltre mille litri di combustibile fossile. Allorché si brucia questa quantità di carburante, si rilasciano nell'atmosfera altre 2,5 tonnellate di anidride carbonica, quasi quanto un'automobile di media cilindrata rilascia in sei mesi di utilizzo normale.”

    I bovini non possono essere alimentati solo a mangimi devono comunque avere un foraggio nella dieta, con una fibra lunga almeno 5 cm altrimenti non ruminano.
    Come l’affermazione sulle emissioni anche questa è scorretta e fuorviante, perché il confronto dei consumi energetici va fatto tra una dieta vegetariana e una con carne. Perché produrre formaggi, latticini, latte, uova e derivati, ha un costo energetico di poco inferiore a quello della carne, e anche produrre i proteici alternativi come: seitan (dal grano), tofu (dalla soya), fagioli, piselli, e legumi vari, richiede un elevato costo energetico di produzione e confezionamento, in lattine bollite o in surgelati.
    Tutti i prodotti vegetali hanno ovviamente costi di produzione agricola, di lavorazione, confezionamento e di trasporto che vanno sommati al resto.
    La differenza di costo energetico tra una dieta vegetariana e una a base di carne, se bilanciate, è minima.

    “Le implicazioni del rapporto della Fao sono palesi: è giunta l'ora di porre un drastico limite e fissare una soglia per le emissioni di metano e di protossido d'azoto nel settore agricolo, per incoraggiare l'industria dell'allevamento del bestiame a introdurre nuove modalità atte a tagliare le emissioni. Dovremmo altresì prendere in considerazione l'idea di approvare una tassa sui mangimi e sulle carni per incentivare una forte riduzione dei consumi, proprio come oggi si applica un prelievo fiscale sulla benzina per perseguire il medesimo scopo.”

    E’ giunta l’ora che i giornalisti che causano ingenti danni alla zootecnia con articoli senza alcun fondamento scientifico, come lo scandalo della BSE, dell’aviaria e adesso dei cambiamenti climatici zoogenici ne rispondano pagando i risarcimenti.

    “Una tassa sui mangimi e le carni determinerebbe quasi sicuramente un ritorno alla produzione di cereali destinati all'alimentazione umana e affrancherebbe buona parte delle vaste terre agricole attualmente usate per produrre cereali destinati al bestiame e ad altri animali come mangimi.”


    NO! Perché sostituire la carne con altre proteine animali (latte uova derivati) non cambia il rapporto delle terre coltivate, e l’alimentazione senza proteine animali si chiama malnutrizione.

    “Dovremmo altresì incoraggiare gli sforzi miranti a disincentivare le pratiche agricole che ricorrono a combustibili fossili e a prodotti chimici pesanti, ivi compresa la tecnologia di produzione degli Ogm, indirizzando di preferenza al ricorso a pratiche più biologiche e agro-ecologiche: a quel punto i costi legati alla coltivazione di cereali destinati all'alimentazione umana scenderebbero ulteriormente.”

    NO! I costi aumenterebbero ulteriormente perché il biologico costa molto di più e abbassa le rese all’ettaro, mentre gli OGM abbassano i costi di produzione, perché le coltivazione necessitano meno interventi di disinfestazione parassitaria e di diserbo, inoltre gli OGM consentono le produzioni in terreni difficili da gestire per via delle infestanti e dei parassiti ad es in Sudamerica, aumentando di molto le rese all’ettaro.

    Nella rivista “L’Espresso” accanto alla foto di un allevatore con un toro c’è quella di una contadina con un mazzo di aglio verde (sembra la mamma di un serial killer) mi sfugge il significato dell’abbinamento, forse stasera al posto di un bel piatto di carpaccio con un filo di olio, ci dovremmo mangiare una padellata di aglio verde? Ovviamente tre kili per soddisfare il fabbisogno in proteine!





    NOTE:

    (1)

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Un...erra/2032075//0

    (2)

    http://www.activistcash.com/biography.cfm/bid/1342

    e Wikipedia


    (3)
    http://www.mrprofit.it/magazine/pagina.php...Reports&altra=1

    (4)

    http://www.climatescience.gov/Library/bios/pachauri.htm
    Rajendra Pachauri: Biografia
    http://www.unipv.it/websiep/wp/130.pdf

    Gerelli: Mito e realtà dei cambiamenti climatici WORKING PAPERS
    No. 130/2002 società italiana di economia pubblica

    (5)

    Erice congresso “Le emergenze planetarie” 2007

    (6)

    http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/a...g1-chapter2.pdf

    AR4 IPCC 2007 (Forster et al 2007)

    (7)

    http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/a...g1-chapter7.pdf

    AR4 IPCC 2007

    (8)

    U.N. Food and Agriculture Organization (FAO), FAOSTAT Statistics Database,

    (9)

    http://www.galileonet.it/primo-piano/9968/...rgente-nascosta

    “Quella sorgente nascosta. Il metano di origine geologica contribuisce al riscaldamento globale come altri gas. Eppure non viene quasi mai “censito”. Ecco perché.” di Gianfranco Criscenti.

    (10)

    http://www.nimbus.it/nimbusonline/001019effettoserra.htm


    MA L'EFFETTO SERRA E' SOLO UNA BUFALA? Lettera aperta al Prof. Franco Battaglia, docente di Chimica Fisica presso il Dipartimento di Fisica della Terza Università di Roma e Membro della “American Physical Society” (inviata anche a <[email protected]>) Luca Mercalli, Presidente SMS e direttore rivista Nimbus

    Io invece penso che gli errori li abbia fatti il dott. L. Mercalli.

    - Sui toni, forse c’è attrito tra i due

    - È scontato che l’indice diossina sia Gtc e non le tonnellate di anidride carbonica, è definito tale in molti papers…ricordo che F. Battaglia è professore all’università di chimica e da anni fa ricerca sulla chimica dell’atmosfera, pensate che non sappia la differenza tra Gtc e GtCO2?


    - Sugli insetti, penso che il dott. L.Mercalli non abbia colto il condizionale di F. Battaglia, e nemmeno il senso che è: nei periodi di riscaldamento chiamati da sempre optimum, vi è l’esplosione della vita sia del regno vegetale sia nel degno animale, in particolare la respirazione del regno animale potrebbe (condizionale perché non lo sa nessuno) aumentare la concentrazione di CO2 e del metano che salgono dopo che sono salite le temperature.

    (11)

    http://www.people.fas.harvard.edu/~wang3/f...004GB002429.pdf

    Michael B. McElroy and Yuxuan X. Wang “Human and animal wastes: Implications for atmospheric N2O and NOx “ GLOBAL BIOGEOCHEMICAL CYCLES, VOL. 19, GB2008, doi:10.1029/2004GB002429, 2005.
     
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