Critica a: "Una mucca salverà il mondo"

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  1. francesco1966
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    ciao claudio, dopo aver letto il tuo intervento, ti voglio riportare una frase che è stata inserita in una discussione (non in questo forum) a proposito del vegetarianesimo, chi la scritta se vuole può ribattere, ma la mia intenzione è quella di sottolineare , come hai fatto tu, che il dato di uso a pascolo dei terreni rispetto all'uso come coltivazioni per le derrate alimentari è semplicemente assurdo.
    Ci sono milioni di ettari di pascolo che non possono essere coltivati sopratutto a ortaggi e frutta, è quindi non capisco perchè certi valori vengano distorti dalla realtà solo per giustificare una sciocchezza, che l'allevamento affama i popoli.


    _"Pur se è vero, in parte, che l'alimentazione vegetariana richiede quantità maggiori di prodotto, questo NON si traduce in una necessità maggiore di terreno rispetto ad un allevamento per la produzione delle stesse quantità di nutrienti.
    Il passaggio dell'alimentazione del bestiame fa perdere di circa un valore 10 le capacità nutritive del vegetale. A dimostrazione di ciò, nonostante nel mondo si consumi più vegetali che carne e che i primi nutrano una percentuale maggiore di esseri umani, la terra adibita al pascolo è quasi 3 volte quella destinata all'agricoltura (14.000.000 di km2 contro 35.000.000 di km2 destinati al pascolo da dati FAO)
    .-"

    questi dati, messi li a caso, senza capire il loro significato non valgono nulla!
    Infatti la tua risposta (claudio)"Ma anche i bovini allevati allo stato brado (più del 50% della carne consumata in Italia proviene da allevamenti estensivi per lo più all'estero) non sono in competizione con l'uomo che in nessun caso si potrebbe nutrire delle erbe e sterpaglie della pampa argentina del sertao brasiliano del bush australiano o americano.
    E anche i pascoli ricchi di erba ( vale sia per gli ovini come per i bovini) come quelli in montagna, in Francia o in Nuova Zelanda, o nella pianura ungherese, non competono con la dieta umana, perchè non sempre dove c'è l'erba si può coltivare qualcosa d'altro.
    è assolutamente corretta.



    Per non parlare del fatto che i vegan sostengono la tesi del latte materno! cioè che se il latte ha lo 0.9 % di proteine perchè l'adulto devi cibarsi con diete di 33% di proteine?


    Dal momento che le proteine sono troppo grosse per essere assorbite come tali e trasportate in circolo, alcuni enzimi presenti nel lume del tratto gastrointestinale intervengono nella loro digestione scomponendole nei singoli amminoacidi. (negli adulti)

    Solo nel neonato è possibile l’assorbimento di proteine intere, non digerite. Tale fenomeno è fondamentale per l’assorbimento degli anticorpi trasmessi attraverso il latte materno.
    (ecco perchè il latte materno non ha molte proteine!)


    Il coefficiente di digeribilità

    Questo articolo vuole dimostrare come un'interpretazione solo qualitativa delle informazioni alimentari possa portare a conclusioni eccessivamente ottimistiche.

    La teoria - Tutti coloro che hanno un minimo di cultura alimentare conoscono i valori calorici proposti da Atwater, ovvero sanno che un grammo di carboidrati e un grammo di proteine forniscono ciascuno 4 kcal e che un grammo di grassi fornisce 9 kcal. Questi dati sono però un'approssimazione del valore calorico misurato dai vari alimenti nella bomba calorimetrica: per esempio un grammo di proteine provenienti dalla carne ha un valore calorico nella bomba calorimetrica di 5,65, contro 5,80 dei cereali. La situazione è complicata dal fatto che tale valore energetico non è lo stesso a disposizione dell'organismo, e lo scostamento è particolarmente evidente per le proteine (che scendono infatti da un valore medio intorno a 5,65 a circa 4 kcal/g). Per i grassi e i carboidrati invece la differenza tra valore calcolato sperimentalmente e quello a disposizione dell'organismo è praticamente trascurabile (9,40 kcal/g contro 8.93 kcal/g per i lipidi e 4,15 kcal/g contro 4,03 kcal/g nei carboidrati). Queste differenze comunque portano a definire il concetto di valore calorico netto degli alimenti, intendendo l'apporto calorico (espresso sempre in kcal/g di macronutriente) effettivamente a disposizione dell'organismo.

    Come evidenziato, il valore calorico netto delle proteine può essere significativamente diverso rispetto a quello teorico. Ciò è dovuto a due fattori.


    Il coefficiente di digeribilità dell'alimento da cui proviene il macronutriente: tale coefficiente indica la percentuale di cibo effettivamente assorbita. Tale valore è ridotto dalla presenza di fibre, che riduce il tempo di permanenza dei cibi nell'intestino e quindi la capacità di assorbimento. Il coefficiente di digeribilità è praticamente costante in lipidi e carboidrati (da 98% a 90%) mentre è più variabile per le proteine (97% in carne e uova contro il 78% di legumi). Mediamente il coefficiente di digeribilità è pari al 97% per i carboidrati, il 95% per i lipidi e il 92% per le proteine).


    La "scoperta" – Sarebbe meglio dire le scoperte. I sostenitori delle diete iperproteiche perorano un'alta percentuale di proteine nella dieta perché, a causa di un fattore di digeribilità inferiore, farebbero ingrassare di meno. Le proteine hanno una digeribilità media di solo il 3-4% inferiore al binomio carboidrati-grassi. Quindi passare anche dal 10 al 30% di proteine nella dieta significa abbassare la digeribilità totale degli alimenti di solo lo 0,6%. Su 2000 kcal significa risparmiare 120 kcal. Ciò è sicuramente alla base del dimagrimento iniziale delle diete iperproteiche (oltre al fatto che le proteine sono più sazianti dei carboidrati e che la loro digestione richiede più energia), ma è lecito supporre che tale risparmio si riduca notevolmente appena il corpo ha ottimizzato i meccanismi di digestione delle proteine, dopo che "si è accorto" che sono diventate un'importante fonte energetica.

    Ancora minore la "scoperta" dei vegani. Se le proteine vegetali hanno un coefficiente di digeribilità dell'80% contro un 95% di quelle animali, ecco che per dimagrire occorre un'alimentazione vegana. Poiché però i regimi vegani sono ipoproteici (10% di proteine), il guadagno è molto modesto, su 2000 kcal solo 30 kcal (il 15% di 200 kcal di proteine)! Infatti non si hanno conferme sperimentali sulle opinioni di alcuni studiosi in base alle quali l'assunzione di proteine a basso coefficiente di digeribilità (quelle vegetali) possa portare a un effetto dimagrante.



    Quindi attenzione: il coefficiente di digeribilità e i diversi processi metabolici non devono far pensare che occorra alzare la quantità di alimenti per ottenere il valore energetico di un pasto!. Infatti i valori calorici di Atwater (4 kcal per 1 g di carboidrati e proteine, 9 per un grammo di lipidi) già esprimono il valore calorico netto medio degli alimenti che è leggermente inferiore rispetto a quello sperimentale e tiene conto quindi delle riduzioni dovute al coefficiente di digeribilità e al processo di assimilazione.


    Link:METABOLISMO ENERGETICO nella bovina da latte (http://users.uniud.it/fazzini/AnFis/digere...bov%20latte.htm)
    Tanto per capire bene cosa vuol dire essere erbivori, gli esseri umani NON sono erbivori ma riescono ad usare solo in piccolissima parte i vegetali. Gli erbivori hanno un sistema digestivo MOLTO diverso dagli onnivori.

    Edited by francesco1966 - 24/8/2008, 09:10
     
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19 replies since 16/7/2008, 21:18   3349 views
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