Strane anomalie nell'amdamento dei prezzi...

Cala il petrolio ma i carburanti.....

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  1. francesco1966
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    Cala il petrolio, ma non la benzina
    Cia: 'Il crollo del prezzo dell'oro nero non trova riscontro in agricoltura'


    Il prezzo del petrolio sui mercati internazionali continua a scendere, ma i costi di produzione per le imprese agricole sono sempre alti e insostenibili. Lo sottolinea la Cia (Confederazione italiana agricoltori) per la quale gli oneri che gli agricoltori sono costretti a sostenere hanno raggiunto livelli pesanti che mettono a rischio la stessa sopravvivenza delle aziende.
    Solo nel mese di giugno la crescita dei costi produttivi è stata pari al 10,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, mentre i redditi seguono una linea discendente: nel 2007 si è registrata una contazione pari 2%. Così l’agricoltura italiana sta attraversando uno dei più difficili momenti della sua più recente storia.
    Il positivo andamento dell’export agroalimentare riesce solo parzialmente ad alleviare la sofferenza di un settore che fatica a mantenere i tassi di crescita della produzione degli anni ‘90. Le imprese agricole manifestano difficoltà ad agire in un mercato sempre più ampio e concorrenziale. E la stessa crescita del valore aggiunto non appare in grado, al momento, di dare una spinta decisiva, di imprimere una svolta decisiva.
    Ma è proprio la lievitazione dei costi di produzione ad allarmare maggiormente le imprese agricole. Solo per il comparto dei concimi, sempre nel mese di giugno rispetto allo stesso periodo del 2007, la crescita, sostiene la Cia, è stata di circa il 50%. Impennate significative si rilevano anche per i mangimi (più 15,3%) e i prodotti energetici (più 10,4%), a causa soprattutto del rincaro del 12,4% dei carburanti.
    'Da qui l’esigenza', sottolinea la Cia, 'di un valido progetto che deve fondarsi su precise e irrinunciabili priorità: innovazione tecnologica, ricerca e servizi allo sviluppo; promozione del made in Italy; nuovi strumenti assicurativi e servizi finanziari; ricambio generazionale, mobilità fondiaria e sostegno all’agricoltura giovane; organizzazioni economiche, organismi ed azione interprofessionale; infrastrutture; maggiore semplificazione burocratica nei rapporti con la Pubblica amministrazione. Un progetto che deve trovare un momento di alto confronto nella Conferenza nazionale sull’agricoltura che deve svolgersi in tempi brevi'.

    Fonte: Cia - Confederazione italiana agricoltori
     
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  2. francesco1966
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    Petrolio a buon mercato? Meglio di no
    Sperare che il petrolio torni ad essere economico? Non è realistico ed è contro i nostri interessi. Hamish Mc Rae spiega perchè in un editoriale sull'Independent.
    Nelle ultime settimane il prezzo del petrolio ha ricominciato a scendere facendo tirare un sospiro di sollievo a molti. Ma è un'illusione pensare di poter tornare all’epoca del petrolio a buon mercato - scrive Hamish Mc Rae, noto editorialista economico dell’Independent - che, inoltre, ritiene che solo questo non accadrà, ma che non è nemmeno auspicabile.

    I 100 dollari al barile, visti in questi giorni come una cifra che da sollievo dal caro greggio, solo un anno e mezzo fa erano visti come una soglia passata la quale ci sarebbero state conseguenze tremende per l’economia mondiale. In questi 18 mesi il prezzo del barile ha superato di gran lunga questa cifra, raggiungendo livelli molto più alti (in termini sia assoluti che relativi) dei peggiori momenti degli anni ’70 e dei primi anni ’80, ma - fa notare Mae – le conseguenze economiche sono state molto meno gravi di quello che ci si aspettava o di quanto è successo negli anni ’70 e ’80: non si è fermata la crescita negli Stati Uniti ed è continuata in Cina e in India, solo l’area dell’Euro ha avuto un rallentamento nel secondo quarto del 2008.

    Il mondo, insomma, non è finito, ma si è adattato a vivere con il petrolio a 100 dollari al barile. Per farlo - spiega l’editorialista dell’Independent - come negli anni ’70 e ‘80 si è economizzato dove il petrolio era indispensabile e sostituito con altre fonti dove era possibile. Se allo shock petrolifero degli anni ’70 – ’80, che aveva cause totalmente diverse da quello odierno, è poi seguito un periodo di abbondanza e di greggio a prezzi stracciati, non possiamo attenderci che la situazione si ripeti in futuro.

    Il destino del petrolio, secondo Rae, è di restare caro data la finitezza delle risorse petrolifere e la crescita della domanda e, anche se si avverassero le stime più ottimistiche, come quella di Charles Dumas al Lombard Street Research che parla di un prezzo del barile tra i 50 e i 70 dollari entro i prossimi due anni, il greggio non tornerà mai (parlando di valori reali) ai livelli degli anni ’90.

    Difficilmente dunque i sostituti del petrolio riscoperti in questo periodo di prezzi alti verranno rimessi nell’armadio. Ai prezzi attuali, ma anche leggermente più bassi, le tecnologie che una volta erano non economiche sono diventate competitive. Biocarburanti, gassificazione del carbone, eolico e solare, che con l’ingresso nel mercato della Cina ha prezzi sempre più bassi - scrive l’editorialista - continueranno ad essere interessanti.

    E poi c’è la questione della sicurezza energetica, riportata all’attenzione bruscamente, prima dalle guerre per il petrolio in Medio Oriente e nelle ultime settimane dalle tensioni politiche con la Russia. L’indipendenza energetica è una necessità di cui si è sempre coscienti e non è un caso che sia Barrack Obama che Gordon Brown ne abbiano fatto recentemente un loro cavallo da battaglia.

    L’opinionista inglese ritiene che la lezione appresa dal caro petrolio in questo anno non va dimenticata: “lo sforzo per migliorare l’efficienza energetica è assolutamente al centro di ogni business al mondo”, scrive Rae. E continua: “maggiore è l’efficienza energetica di un paese minore sarà la domanda di combustibile marginale (quello cioè con il prezzo più sensibile alla domanda), cioè il petrolio.” Per cui, conclude, inutile sperare in un ritorno all’epoca delle vacche grasse del greggio: “non è né realistico né nei nostri interessi”.
     
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  3. claudio5
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    PREZZI PETROLIO

    Chissà cosa vedremo in giugno e luglio

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    Abbiamo visto come picchi del petrolio vengono spesso seguiti da crolli importanti.
    La storia lo dice, meglio quindi un prezzo stabile che mantenga una condizione di stabilita' economica e finanziaria senza dover esporre il mondo alla speculazione.
    In Qatar dicevano che il giusto prezzo e' 70$ al barile, ci siamo arrivati, adesso facciamo vedere come cambiano le economie mondiali altrimenti si ricade nella speculazione selvaggia e questo e' cio' che nessuno vuole.
     
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3 replies since 7/9/2008, 10:51   232 views
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