Una nuova scoperta sul permafrost,abbassa la prospettiva sul riscaldamento globale...

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  1. francesco1966
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    Ottawa
    Il ghiaccio dissotterrato in Canada, che è stato gelato per 700.000 anni anche nelle più calde ere, dovrebbe diminuire le paure di un permafrost fondente che rilascia il carbonio immagazzinato, (grandi quantità di CO2 e CH4) accelerarando il riscaldamento globale.
    Il Permafrost, il sottosuolo che rimane gelato annualmente, è posto sotto ad un terzo della terra nell'Emisfero Settentrionale, ed è valutato per trattenere due volte il carbonio presente nell'atmosfera.
    Quando si scioglierà, alcuni esperti temono che accelererà significativamente il ritmo del riscaldamento globale.
    Ma la scoperta di un cuneo a forma di cono di ghiaccio sotterraneo vicino a Dawson City, nello Yukon ,che non si è sciolto durante tempi più caldi, fanno pensare che il permafrost è più resistente di quello che prima si credeva,afferma il ricercatore Duane Froese dell'Università di Alberta e del reparto di scienza atmosferica.
    E così, modelli di clima correnti che predicono "degradazione estesa e severa del permafrost in risposta al riscaldamento globale, con un potenziale per liberazione di grandi volumi di carbonio immagazzinato" dovrebbe essere revisionata, dice lo studio.
    In teoria, il permafrost dello Yukon all'interno dell'Alaska, insieme a questo cuneo di ghiaccio esposto ai cercatori dell'oro nel Klondike, avrebbe dovuto sciogliersi durante periodi più moderati, spiega Froes.
    Si crede che la terra 120,000 anni fa, sia stata più calda di molti gradi, per esempio, che ora, lui afferma.
    Il fatto che il cuneo non si sia sciolto, indica delle proprietà inerenti del permafrost "che stanno tenendolo fresco, e così modelli di clima che predicono scioglimenti significativi del permafrost nelle prossime decadi hanno torto," afferma il ricercatore.
    Le scoperte suggeriscono anche che quel riscaldamento globale accadrà ad un ritmo molto più lento delle predizioni, dice Froese.
    "Noi non dobbiamo essere preoccupati",il "Permafrost sembra essere molto resistente."
    "Relativo alle altre parti della nostra criosfera o parti gelate della Terra, come il ghiaccio marittimo o ghiacci dei ghiacciai terrestri che stanno rispondendo rapidamente al riscaldamento, il permafrost profondo sta rimanendo fresco."
    Froese congetturò che lo strato al suolo sul permafrost si comporta come isolamento dall'atmosfera che si sta riscaldando.
    Gruppi di ambientalisti immediatamente obbiettarono alle conclusioni di Froese, dicendo che finora ogni evidenza porta ad un permafrost fondente.
    In un'intervista con l'AFP, Froese qualificò le sue scoperte.
    Lui indicò che il suo studio si riferisce allo strato profondo di permafrost che può essere a 1.000 metri (3,280 piedi), e alle macchie che contengono più carbonio dello strato di permafrost superficiale e sottile .
    "Questo non ci dice che noi non abbiamo bisogno di preoccuparci sul permafrost poco profondo che contiene quantità tremende di carbonio", lui afferma.
    Il suo pezzo di ghiaccio, determinato essere il più vecchio del nord America, fu scoperto sette anni fa.
    Lo studio è stato pubblicato venerdì su journal Science.

    Staff Wpsmeteo.

    Il permafrost sulla terra copre per un quinto le terre emerse, e all’interno di esso sono presenti grosse quantità di biossido di carbonio e metano. Secondo recenti studi, su molte zone artiche, la quantità di questi elementi è superiore del 60% rispetto ai vecchi studi. Anche la profondità, dei campioni presi sotto esame, gioca un ruolo importante.
    Se il permafrost dovesse sciogliersi, in seguito al riscaldamento, potrebbe sprigionare enormi quantità di questi due elementi serra.
    Questo è il processo che potrebbe far invertire l’andamento climatico di relativo riscaldamento atmosferico.
    I modelli matematici di studio climatico peccano in molte cose.
    Precedentemente abbiamo visto come il principale modello sviluppato dall’IPCC non tenga conto del Sole, dei raggi cosmici, degli oceani, del vulcanismo, ed ora aggiungiamo anche il permafrost.
    Questo è per far capire che il nostro pianeta sta attraversando uno dei tanti cicli naturali, con fenomeni di causa effetto, nel quale l’uomo ha poca influenza. Nessuno esclude la nostra concausa, ma, continuo a ripetere, che non bisogna estremizzare le situazioni.
    Se lo si fa, rimane solamente l’interesse economico, legato al protocollo di Kyoto, da dove, solo l’Italia pagherebbe, in termini di mancato rispetto delle quote di riduzione della produzione di CO2, MILIONI DI EURO, e legato al merchandising che ne sta uscendo dal cercare di rispettare i termini convenuti.
    Su chi gravano queste penali?
    A voi la risposta.
    Un cordiale saluto
    Luca Romaldini

    Edited by claudiocosta - 7/11/2008, 13:16
     
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  2. claudiocosta
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    Ho corretto in parte la traduzione per renderla più scorrevole.
    Aggiungo che il disgelo del permafrost seppur superficiale, sta causando seri problemi alle abitazioni, di questi luoghi, che slittano perchè viene a mancare sostegno, e che sono la causa delle crolli di torri di pietra come nelle dolomiti sempre perchè cambiano ingombri e pressioni alla base si queste strutture.
    Aggiungo che il CH4 misteriosamente è in calo quando tutti i modelli lo davano in crescita.
     
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1 replies since 6/11/2008, 10:47   142 views
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