LA TRUFFA DELL'IDROGENO

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    L'idrogeno è un combustibile pulito, abbondante e con alto rendimento energetico.
    L'idrogeno non è gratis dal punto di vista di un bilancio energetico e nemmeno dal punto di vista della salvaguardia dell'ambiente.
    Viene infatti prodotto in due modi: tramite l'elettrolisi dell'acqua oppure facendo reagire il metano con vapore acqueo.

    Nel primo caso verrà usata energia elettrica (presa da dove? Da centrali che bruciano gasolio?), ottenendo meno energia di quella impiegata per l'elettrolisi; sia a causa della perdita per riscaldamento della soluzione elettrolitica, sia perchè per lo stoccaggio del gas si dovranno impiegare dei compressori.

    Nel secondo caso, la reazione tra metano e acqua è la seguente:
    CH4 + 2H2O -> CO2 + 4H2

    E infine, l'idrogeno prodotto verrà bruciato per ottenere energia:
    4H2 + 2O2 -> 2H2O

    Il risultato globale sarà che verrà prodotta energia + acqua (2H2O) + anidride carbonica CO2 (il gas responsabile dell'effetto serra)

    Ma allora, che senso ha spendere (sprecare) energia in più per trasformare
    il metano in idrogeno, quando si potrebbe ricavare energia bruciando direttamente
    il metano (CH4 + 2O2 -> 2H2O + CO2)?

    Si noti che il risultato finale dal punto di vista chimico è identico (da una molecola di metano abbiamo comunque ottenuto una di CO2 e due di acqua) ; non così dal punto di vista energetico, infatti il passaggio intermedio attraverso l'idrogeno rappresenta un costo energetico aggiuntivo.

    Ecco così che si scopre quella che viene chiamata "La grande truffa dell'idrogeno"

    Ormai quando si parla di "energia pulita" si parla praticamente solo di idrogeno. Purtroppo dobbiamo ammettere di esser stati vittime di un indirizzamento tendenzioso di legittime e nobili aspettative. Molti di noi, sinceramente ambientalisti, darebbero chissà cosa per possedere un'auto il cui scarico potrebbe teoricamente essere respirato, o un analogo impianto domestico di riscaldamento. Ma non è così. Purtroppo dobbiamo ammettere di esser stati vittime di un indirizzamento tendenzioso di legittime e nobili aspettative. Sempre più scienziati, infatti, ci avvertono che c'è qualcosa di molto sbagliato...

    Gli scienziati italiani, i ricercatori e persone a vario titolo impegnate in ambiente accademico e scientifico, desiderano esprimere la loro forte preoccupazione e un netto dissenso rispetto alla campagna mediatica che viene sostenuta per propagandare «l'idrogeno come combustibile pulito», addirittura alla base di una pretesa «rivoluzione ecologica». Questa campagna è stata avviata dal noto economista Jeremy Rifkin presidente della Foundation on Economic Trends di Washington, e continua ad essere alimentata, nonostante incongruenze piuttosto evidenti negli assunti di fondo. L'idrogeno è un gas infiammabile che non esiste sulla superficie terrestre, e produrlo artificialmente richiede di per sé un notevole dispendio di energia. Di conseguenza esso non può essere di per sé etichettato come di energia, ma soltanto come vettore, cioè come mezzo per immagazzinare l'energia prodotta da altre fonti. Notiamo qui subito che tale immagazzinamento, come ogni conversione da un tipo di energia ad un altro, ha un costo energetico, cioè comporta la degradazione in calore e la conseguente perdita di una parte dell'energia coinvolta. Oggi quasi tutto l'idrogeno prodotto industrialmente viene ottenuto a partire da fonti di energia fossili, più precisamente dal metano o da derivati del petrolio, attraverso processi detti di «reforming».
    L'idrogeno prodotto in questi processi contiene circa il 75% dell'energia fornita in ingresso, mentre il restante 25% viene perso sotto forma di calore. Il nostro vettore di energia è quindi in realtà assimilabile a un secchio bucherellato.

    Inoltre, per ogni atomo di carbonio presente negli idrocarburi utilizzati nei processi di reforming, si produce una molecola di anidride carbonica.
    Come sappiamo, l'anidride carbonica è il principale tra quei gas che, immessi nell'atmosfera, contribuiscono al riscaldamento del nostro pianeta, con gravi e ancora non del tutto prevedibili conseguenze sul clima. In effetti, la quantità di anidride carbonica ottenuta producendo idrogeno per reforming è la stessa che si produrrebbe se il metano o il petrolio utilizzati fossero bruciati direttamente in una centrale elettrica. Dal punto di vista dell'effetto serra, che dovrebbe essere uno dei criteri di valutazione principali della compatibilità ecologica di una tecnologia, l'uso dell'idrogeno così prodotto non apporta quindi alcun vantaggio, anzi, come vedremo, può risultare svantaggioso quando si consideri l'anidride carbonica prodotta per unità di energia generata.

    Come si utilizza l'idrogeno? Se consideriamo l'uso per autotrazione, che è quello per il quale viene maggiormente propagandato, esistono due opzioni.
    La prima, più immediata, è di utilizzarlo come combustibile per un motore a combustione interna opportunamente modificato, simile a quelli attualmente utilizzati nelle automobili. Questa soluzione avrebbe effettivamente l'effetto di liberare le città da buona parte dei gas di scarico prodotti dagli autoveicoli, e quindi di migliorare la qualità dell'ambiente urbano. Purtroppo, si tratta di un approccio al problema assolutamente insostenibile dal punto di vista globale. Ammettendo per i motori a idrogeno un rendimento pari a quello dei motori a benzina, come abbiamo detto vi è nel processo di produzione dell'idrogeno una perdita di energia che fa sì che, a parità di energia utile, occorra un consumo maggiore di idrocarburi, e conseguentemente il rilascio di una maggiore quantità di anidride carbonica nell'atmosfera.

    La seconda opzione è quella di usare l'idrogeno in celle a combustibile.
    Si tratta di dispositivi che convertono l'energia immagazzinata nell'idrogeno in energia elettrica, che può essere usata per alimentare un motore elettrico. Anche in questo caso, il merito dell'idrogeno sarebbe quello di spostare l'inquinamento dalle città alle centrali di produzione dell'idrogeno. Visti
    i buoni rendimenti delle celle a combustibile, con questa tecnologia ci si può aspettare un livello di consumi di idrocarburi - e quindi di produzione di anidride carbonica - pressoché pari a quello attuale, a parità di energia utile prodotta. Neanche questa dunque è una opzione valida dal punto di vista ambientale, stante la necessità di ridurre prima possibile i consumi di combustibili fossili e le emissioni di anidride carbonica.

    C'è poi una visione che prevede la produzione di idrogeno senza il ricorso a sorgenti fossili, per mezzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (solare, eolico, ecc.). L'idea di un sostanziale incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili non può che trovarci pienamente favorevoli.
    Tenuto conto però che, ragionevolmente, queste fonti potranno al più fornire solo una parte dell'attuale fabbisogno energetico mondiale, è possibile verificare che l'elettricità così prodotta sarebbe utilizzata in maniera più efficiente, cioè con minore spreco, immettendola direttamente nella rete elettrica piuttosto che non immagazzinandola nel nostro «secchio bucherellato».

    Infine, va citato il fatto che l'idrogeno può essere ottenuto per reforming anche dal carbone. Questo procedimento, che come detto sopra equivale, in termini di produzione di anidride carbonica, a bruciare il carbone stesso (ma con minore resa energetica), aprirebbe in pratica la strada all'uso per autotrazione, e non solo, delle abbondanti riserve di carbone ancora esistenti sul pianeta, con un effetto sul riscaldamento globale ancora peggiore di quello degli scenari descritti precedentemente. Infatti, a parità di energia prodotta il carbone produce ancora più anidride carbonica del petrolio e del metano. Né può risultare di conforto la prospettiva oggi propagandata che la produzione dell'idrogeno avvenga in impianti in cui l'anidride carbonica venga «sequestrata» e immagazzinata in siti sotterranei. Infatti, al di là dei grossi problemi tecnici ancora da superare e del costo energetico del procedimento, nessuno è in grado di predire se nel lungo periodo questa anidride carbonica non sia comunque in grado di raggiungere l'atmosfera, per diffusione o in occasione di terremoti o altri eventi geologici violenti.

    Riassumendo: gli idrocarburi fossili (petrolio e metano) sono preziosi in quanto esistono sul nostro pianeta in quantità limitate e costituiscono, oltre che fonti di energia, anche materie prime preziose per una grande quantità di processi industriali. Di conseguenza essi vanno risparmiati ed indirizzati agli usi strettamente necessari, non solo perché il loro utilizzo aumenta l'effetto serra, ma anche perché il prossimo raggiungimento del picco mondiale di produzione (previsto entro pochi anni) è causa di gravi tensioni internazionali, e sempre più lo sarà in futuro. Le azioni militari contro la repubblica federale di Jugoslavia e l'Afghanistan erano motivate principalmente dalla preoccupazione degli Usa e dei loro alleati di assumere il controllo delle vie di trasporto del petrolio del Mar Caspio.
    Il riferimento al petrolio è ovviamente ancora più esplicito quando si parla dell'Iraq.

    I combustibili fossili, per poterli risparmiare, vanno utilizzati nel modo più efficiente possibile, il che oggi vuol dire che bisogna bruciarli in centrali elettriche. Altri usi vanno disincentivati. In quest'ottica, il motore a combustione interna rappresenta una tecnologia terribilmente inefficiente che va superata quanto prima, in quanto utilizza solo metà o anche meno dell'energia che si riesce a estrarre in una centrale elettrica.
    L'introduzione dell'idrogeno non può modificare questa visione, anzi renderebbe la situazione ancora più critica qualora venisse usato come combustibile per motori a combustione interna. Per di più, qualora la scarsità di petrolio e metano portasse in futuro all'utilizzo di idrogeno prodotto a partire dal carbone, gli effetti in termini di cambiamenti climatici sarebbero ancora più devastanti.

    Invitiamo quindi tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro pianeta a non cadere nel tranello dell'idrogeno, che è in realtà uno stratagemma di marketing utilizzato dalle compagnie petrolifere con l'intento di mantenere l'attuale situazione di spreco dei combustibili fossili, e da alcuni governi in vista di un insostenibile passaggio ad un regime di produzione di energia basato principalmente sul carbone. L'idrogeno non rappresenta quindi la rivoluzione energetica promessa, ma una semplice riedizione degli odierni scempi ambientali (si pensi alle truffe della benzina verde e dell'ecodiesel).
    Il grosso problema dell'energia non è come immagazzinarla (anche questo ha un peso, ma diverso e di portata molto più limitata), ma come produrla e come utilizzarla con minori sprechi. Se ci sta a cuore il futuro del pianeta diventa improcrastinabile, accanto a un deciso sviluppo nel campo delle fonti rinnovabili e delle politiche di risparmio e di uso differenziato delle diverse fonti, uno sforzo collettivo verso l'elaborazione di un nuovo concetto dello sviluppo, che non sia basato sulla continua crescita economica, cioè sul continuo aumento quantitativo delle merci, dei prodotti e dei consumi.
    Tale crescita, la cui insostenibilità diventa di giorno in giorno più evidente, ci sta portando ad un stato di guerra infinita e permanente per appropriarsi delle sempre più scarse risorse energetiche.

    fonte energie.it
     
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    Ciao Mets, qualche giorno fà mi sono imbattuto in questo sito http://2010eliminazionepoverta.blog.tiscali.it/ ora (conoscendoti) premetto che non sono un sostenitore del suo inventore ne mi interessa dargli publicità, ma mi domandavo se il principio alla base (e solo quello!) dell'idea che espone non sia una ragionevole soluzione al problema della sfavorevole perdita di energia che si ha nel caso dell'elettrolisi in rapporto a quella rimasta dall'idrogeno ottenuto.
    Mi spiego: Energia ottenuta dal vento (quindi gratis eccetto i costi dell'impianto) dove questo soffi in maniera costante (sempre se realmente esistono zone marine con venti perenni) acqua gratis perchè fornita dagli oceani, anche se alla fine del procedimento si perde una parte considerevole di energia come esponi tu: ...."Notiamo qui subito che tale immagazzinamento, come ogni conversione da un tipo di energia ad un altro, ha un costo energetico, cioè comporta la degradazione in calore e la conseguente perdita di una parte dell'energia coinvolta."..... bè alla fine non resterebbe pur sempre vantaggioso sotto il profilo di energia così ottenuta rispetto a quella impiegata?
    Resta poi sempre da vedere la fattibilità di tali navi e i relativi costi di esercizio.
     
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    Vecchia ed utopistica idea di Schietti che toppato con il motore ad acqua ci riprova con le navi eoliche.
    L'idea se nessuno l'ha sfruttata evidentemente perche' i costi superano di gran lunga i ricavi.
    Saluti
    MetS
     
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    Ho fatto una ricerchina in rete sul soggetto, tanto per capire chi fosse; sarà anche un vulcano di idee mancate, ma mi pare pure un pò picchiatello.
     
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    Immane Rompiball

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    A me pare che la barca a vela sia già stata inventata. Non saprei. Forse Schietti come al solito non si è accorto, ma credo che fino dai tempi dei fenici usassero il vento per spinger le navi. O no? :unsure:
     
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    Comunque, ritornando seriamente in tema, l'idrogeno può esere pulito o sporco. Ormai credo che anche i più incalliti verdognoli abbiano capito che è soltanto un mezzo per l'accumulo dell'energia. E siccome si ottiene tramite una trasformazione perchè in natura idrogeno libero non se ne trova si ha pure un rendimento. Per cui può essere utile generare idrogeno solo se non si può usare l'energia a disposizione in modo diretto. Usare il metano per fare idrogeno, quindi, non ha senso a meno di non necessitare proprio di idrogeno e non di metano.
    Tramite elettrolisi può essere utile generare idrogeno anche in questo caso se non si può fare altrimenti. Cioè nei casi in cui si necessita di idrogeno e non di energia elettrica.
    Oppure quando si ha a disposizione energia elettrica a basso costo e non si sa come accumularla, come nel caso di centrali nucleari in un momento di load rejection o dowloaded.
    Ma forse, anche usando l'energia elettrica dai pannelli F.V. per accumularla usando un sistema di conversione ad alto rendimento. In questo caso potrebbero esserci alcuni vantaggi piuttosto che rivendere l'energia elettrica al GSE come si usa fare ora. :)
     
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    Il costo energetico per ricavare idrogeno e' alto.
    Capisco se il processo serve per altri utilizzi specifici nei quali l'idrogeno non produce energia.
    Utilizzarlo per produrre energia e' invece uno spreco tremendo, se ne sono accorte anche le case automobilistiche tedesche che hanno rapidamente abbandonato i loro progetti.
    Diverso e' il discorso quando l'energia in eccesso (load rejection o dowloaded) deve essere comunque utilizzata non potendo disperderla (ed invece di venderla all'estero) ma queste sono scelte che ogni nazione puo' fare e non sta a noi decidere.
     
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    Infatti, occorre pensare all'idrogeno come al litio o al nickel cadmio delle batterie. È solo un mezzo per stoccare energia con un rendimento da conversione che si aggira intorno al 60/70% da energia elettrica a idrogeno.
    Poi, se lo si usa per mandare un motore a scoppio se ne può ottenere indietro in energia meccanica solo il 25/30%. Per un totale di circa il 15/16% dell'energia elettrica usata. Se l'energia convertita in calore si getta. :rolleyes:
    Se il calore non si getta nè quando si fa l'elettrolisi nè quando si converte nuovamente l'energia chimica in meccanica e poi in elettrica. Allora il rendimento diventa tutt'altro. Rendendo disponibile una potenza anche superiore a quella istallata in pannelli F.V.
    Cioè, se durante il giorno accumulo 20KWh in forma di 3KW per 7 ore, tolto il rendimento, la sera posso usare 20KW per 1 ora o 10KW per 2 ore. O meglio se in una settimana riesco ad accumulare con il FV convertito in idrogeno 300KWh posso ricaricarci in una nottata la batteria dell'auto elettrica. Cosa che non riuscirei mai a fare con una fornitura da 3KW standard, più mi ci riscaldo o raffreddo la casa. ;)
     
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    Scusa Lawrence, stai dicendo che con una fornitura elettrica domestica da 3Kw non è possibile ricaricare una vettura elettrica?
    Potresti spiegarti meglio che mi interessa?
     
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    Per ricaricare la batteria di un'auto elettrica ci vuole almeno una potenza di 1.8kW per 9 ore, significa che se hai una potenza di 3kW installati non sono sufficienti ai consumi abituali di una casa.
    Infatti frigorifero, lavatrice e altre utenze elettriche normalmente usate utilizzano quasi tutta la potenza installata (a casa mia ho 12kW installati e in teoria potrei ricaricare un'auto elettrica senza problemi).

    Vedi tu!
     
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    Immane Rompiball

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    Infatti, il punto è proprio quello. Non si riesce a ricaricare i 200-300KWh di una batteria per auto elettrica se hai un contratto di 3KW perchè ti occorrono più di 100 ore a piena potenza e senza null'altro attaccato. Ma se hai i pannelli solari che ti accumulano in idrogeno 3KW per 6 ore al giorno in 20 ore ovvero in 5 giorni hai accumulato sufficiente energia per ricaricare la tua batteria compreso il rendimento, mentre la casa la puoi gestire con altri pannelli solari oppure dalla rete elettrica come al solito. Costa, certo che costa, un impianto del genere, ma è un impianto che ti consente molto di più del solito contratto di scambio sul posto da 3KW che come dici, non ti consente un tubo, pensaci un attimo. :)
     
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    Hemm..un'attimo che mi stò perdendo, Mets scrive di 9 ore con una potenza di 1,8 Kw, tu Lawrence scrivi di 100 ore con 3 KW il tutto per ricaricare una batteria.
    Immagino che Mets si riferisca a un tipo di batteria differente a quella cui fai riferimento tu.
    Secondo, a questo punto non sarebbe meno dispendioso ricaricare la batteria direttamente da fotovoltaico anzichè operare la trasformazione in idrogeno da ritrasformare poi in corrente per l'auto elettrica?
    Del resto l'eventuale surplus di elettricità prodotta quando non è collegata l'auto, la si potrebbe reindirizzare nell'utenza domestica nò?
     
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    A parte il fatto che le batterie di un'auto elettrica sono ben piu' di una.
    Forse Lawrence ha esagerato un po'...
    Prova tu stesso, comprati un ricarica batterie per auto e ricarichi quella della tua quattroruote.
    Per avere un risultato apprezzabile devi attendere dalle 6 alle 12 ore.
    Ma stiamo parlando di una batteria magari a 60Ah.
    Se la carica la vuoi piu' velocemente allora devi comprarti un ricaricabatterie professionale, che ti ricarica il tutto in 3 ore ma con un assorbimento ben piu' elevato, anche 3kW.
    Sommando gli assorbimenti e le necessita' si arriva alle potenze suddette.
    A casa mia avevo 6kW poi quando abbiamo comprato il secondo frigorifero allora la corrente saltava spesso perche' non c'era abbastanza potenza per coprire le nostre esigenze.
    Ora non e' che utilizzo tutti i 12kW, me ne serviranno si e no 8 o 9 e quindi in teoria potrei anche ricaricare un'auto elettrica meglio se di notte quando il resto delle utenze e' in stand-by.

    Ma la soluzione migliore sarebbe cambiare le batterie scariche ed installarne di nuove gia' cariche.
    Costa?
    Non molto, non adesso ma in un prossimo futuro sara' un grosso business, il sistema Quickdrop esiste e presto sara' una realta' alla portata di tutti.
    Ne parleremo presto.
     
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  14. espositore
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    Grazie Mets di aver parlato del quick Drop, anni fà vidi il disegno di un progetto di Quick Drop per le autio elettriche molto simile a quello progettato dalla Renault http://www.lapaweb.com/video-della-tecnolo...he-renault.html , ma dato che non aveva nomi identificativi non sapevo neanche come ricercarlo in rete per vedere se il progetto era andato avanti o meno.
    Caspita, non ti bastavano 6 KW :o: ma quanta roba tieni attaccata in casa?
    Non sarai mica anche tu uno di quelli che in casa tiene attaccati decine di apparecchi in Stand By??
    Tranqui ;) non è una critica, pensa invece che a casa di mio babbo ne abbiamo solo 1,5 e l'unica accortezza è di non accendere troppa roba quando và la lavatrice :D
     
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    In Francia lo standard e' 3kW per gli appartamenti mentre le case indipendenti partono da subito con 6kW. Io ho diverse cosette che funzionano, dal piano cottura ad induzione, il microonde, due lavatrici, l'asciugatrice, due frigoriferi di cui uno americano. impianto aspirazione centralizzata, le motorizzazioni delle tende, la pompa per l'acqua piovana e poi impianti distribuzione e riscaldamento a cui si aggiungono varie e piccole utenze elettriche. Prima avevo anche un tornio in garage e quando lo usavo saltava il contatore per cui ho dovuto richiedere l'adeguamento della potenza installata. Ho una casa elettrica, niente gas e quindi l'impianto si deve adeguare.
     
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