migliaia di gigawatt sotto il Tirreno?

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  1. claudiocosta
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    L'articolo è interessante ci sono anche mappe e link

    http://blogs.it/0100206/2007/07/09.html#a6905
     
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  2. moliere
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    Si, è molto interessante, è da un pò di tempo che si studia il metodo di poter sfruttare la geotermia definita di terza generazione, ma 2 fattori importanti che sono, capacità progettuale e esecutiva, costi d'investimento, fanno si che per ora rimanga ancora in cassetto, credo che prima o poi ci arriveremo, come siamo arrivati e iniziamo ora a ritagliarci una fetta importante in ambito mondiale, nella geotermia a bassa entalpia. L'unica cosa che mi auguro di accorciare i tempi per ragguingere l'inizio.

    saluti

    Moliere
     
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  3. claudiocosta
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    Giro questo post da climate monitor http://www.climatemonitor.it/?p=501

    Beppe Caravita
    19 Dic 2008 at 3:48 pm


    Sulla geotermia profonda da circa sei anni a data, dopo il seppellimento ministeriale delle indagini avviate dal ministro Donat Cattin nel 1975 (che portarono alla scoperta da parte di team di Enel e Agip di enormi giacimenti di calore nel Tirreno, forse la maggior scoperta energetica nella storia d’Italia conosciuta) un’associazione di volontari, l’Egs-a, ha lavorato. Un team costituito da ricercatori del Politecnico di Milano (dip.Giulio Natta), di Torino (prof Barla, massimo esperto in italia di perforazioni geologiche), Cnr di Pisa (istituto di Geotermia, Igg, un tempo primo a livello mondiale, oggi semi-abbandonato, causa stupidità e ignoranza politica), Università di Genova, ha sviluppato ,gratuitamente, un possibile pre-progetto, con relativo modello di simulazione, di un sistema geotermico in grado di sfruttare esclusivamente il calore profondo, senza uso di acqua o di altri fluidi inquinanti l’atmosfera. Putroppo, contro questo progetto opera una lobby di geotermici tradizionalisti toscani (depositari del limone spremuto di Larderello) che tiene in scacco l’Enel. E l’Eni (tecnicamente, e con Saipem, del tutto in grado di attaccare questa frontiera strategica) è unicamente interessata ai suoi affari (dubbi) di gas in Russia e alla sua (disastrosa) avventura Kazahaka di Kashagan. Nel 1989, all’epoca del primo rapporto definitivo sulla geotermia italiana (purtroppo non presentato a Donat Cattin ma a un suo oscuro successore peones), ambedue i gruppi (in teoria pubblici) si dichiararono (riservatamente) NON INTERESSATI A SFRUTTARE con nuove tecnologie l’enorme potenziale geotermico italiano (e l’allora ministro dell’Industria archiviò tutto nel segreto, senza un battito di ciglio, senza nemmeno chiedere una discussione parlamentare su un possibile istituto italiano per nuove tecnologie geotermiche). Oggi però forse qualcosa si muove. Della questione comincia a interessarsene l’Istituto nazionale di Geologia e Vulcanologia e il Cnr di Bologna (Michael Marani e il suo team che ha condotto estensive indagini sui vulcani sommersi del Tirreno). E anche qualche azienda si è fatta avanti sia con loro che con l’Egs-A.
    Una facceda incredibile, questa, qundi: abbiamo nel Tirreno e nel Canale di Sicilia (e poi in Europa nell’Egeo e nell’Anatolia) mostruosi campi di calore sotterraneo e non vi è un cane, da trent’anni, che abbia il coraggio di investirci. Potremmo azzerare il nostro schiacciante debito pubblico, ridivenire competititvi (realmente e non a mazzette) e avere risorse (essenziali) per ripulire dal marciume il Paese. E invece no: non c’è un cane, nè nello Stato nè nel privato. Tutte chiacchiere e distintivo.
    Viva la Francia, quindi, che ci colonizzerà con il suo nucleare ipercostoso (e che pagheremo noi). [...]
    Parlo almeno a Voi, [...]. A chi altro in questo deserto, posso parlare?
     
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2 replies since 16/12/2008, 14:24   219 views
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