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  1. francesco1966
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    Riporto questo articolo:


    Provincia e Coop Liguria unite contro i rifiuti
    Firmato a Palazzo Doria Spinola il patto per l’abbattimento degli imballaggi. Inceneritore, no dell’assessore Sciortino favorevole al gassificatore a recupero di energia

    Trentamila contenitori riciclabili per detersivi alla spina saranno distribuiti gratuitamente a partire dall’estate: è una delle azioni di un protocollo d’intesa per la riduzione della produzione dei rifiuti, firmato oggi da Provincia di Genova e Coop Liguria. L’assessore provinciale all’ambiente Sebastiano Sciortino e il presidente di Coop Liguria Francesco Berardini hanno spiegato che il protocollo prevede l’impegno per la riduzione degli imballaggi nelle fabbriche, la promozione del riciclaggio e campagne di sensibilizzazione come l’invito ad usare la sporta di stoffa.

    La prima azione sarà la distribuzione - probabilmente da principio ai soci Coop - dei contenitori riciclabili per la vendita di detersivi alla spina. Si partirà da un punto vendita, verosimilmente a Rivarolo, per monitorare la risposta dei clienti. «La Provincia ha ordinato 30 mila contenitori da due litri ciascuno - ha spiegato Sciortino - con un investimento di circa 100 mila euro tra fondi provinciali e regionali. Siamo aperti anche ad altre catene, ma per ora solo Coop ha dato la sua disponibilità».

    Tra il 2000 e il 2007, grazie alle pressioni presso i propri fornitori, Coop ha tolto oltre 1.100 tonnellate di materiali dai rifiuti eliminando imballaggi e semplificando le confezioni di alcuni prodotti.

    Se l’esperimento funzionerà, sarà allargato anche ad altre zone della città e della Provincia, coinvolgendo anche altre catene distributive.

    Serve però un cambiamento culturale: può essere fastidioso portare ogni volta in negozio il contenitore da riempire, però solo così si può ridurre l’emissione di rifiuti ottenendo al contempo un risparmio per gli utenti che può arrivare a 60 centesimi per litro di prodotto.

    Alla presentazione del progetto si è parlato anche di inceneritore . L’assessore provinciale all’ambiente Sebastiano Sciortino si è detto contrario a questa ipotesi propendendo per un rigassificatore. (ilsecoloXIX.it)



    Commento: forse sarebbe ora che chi parla di impianti (politici e giornalisti) per il trattamento dei rifiuti provasse ad essere più umile e chiedere consiglio a chi è Veramente Esperto delle Tecnologie. Sopratutto per evitare di usare in modo improprio i termini, come nel caso in esame, dove all'inizio scrivono "gassificatore" e alla fine parlano del "rigassificatore", tanto sono la stessa cosa piu o meno!.... :zero05:
    E poi si spacciano tutti per esperti, giornalisti ambientalisti e politici.... ma non sanno nemmeno di cosa parlano il più delle volte!.
     
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  2. francesco1966
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    La gestione dei rifiuti, la complessità e le rappresentazioni miracolistiche
    di Duccio Bianchi *

    MILANO. Qualche osservazione sull’intervento di Roberto Pirani iospitato alcuni giorni fa sul vostro giornale. Ci sono molte buone ragioni a favore di un sistema di gestione dei rifiuti che faccia centro su efficaci raccolte differenziate e sul riciclo industriale o agronomico delle sostanze recuperate. Io credo però, che non facciamo un buon servizio all’obbiettivo di minimizzare e azzerare i rifiuti che non rientrano in un ciclo produttivo se neghiamo qualsiasi problematicità anche nel recupero dei rifiuti, se vediamo complotti e contiguità nelle opinioni diverse, se neghiamo qualsiasi utilità o necessità anche di altri trattamenti, incluso quello energetico, se non riconosciamo il danno della jacquerie anti-impianti scatenata in Campania e sopportata dalle tasse di tutti i cittadini italiani.

    Nel 1986 feci uno studio per la regione Toscana sulle nuove forme di raccolta differenziata (credo sia stato uno dei primissimi in Italia). Si raccontavano le esperienze – soprattutto tedesche – di raccolta domiciliare delle frazioni secche e dell’organico. Si scriveva che con questi sistemi era possibile arrivare al 40-60% di recuperi e che un recupero teorico era fattibile fino a circa l’80% dei rifiuti. Lo studio raccolse un po’ di consensi ma suscitò anche molto scetticismo e persino qualche ilarità. Erano più di venti anni fa. Oggi sappiamo che l’ilarità che era fuori luogo. Si può fare. Al tempo stesso io so che ci sono anche dei problemi.

    Ad esempio credo che non sia insensato cercare anche – soprattutto in alcuni centri urbani (penso alle periferie dei maggiori centri toscani fatti di grandi condomini) – forme miste tra raccolta stradale e raccolta domiciliare. Se non altro come modalità di transizione e di “acclimatamento” ad abitudini nuove e per le quali la conformazione urbanistica dei luoghi non è certro vocata. Saranno raccolte meno efficaci delle raccolte domiciliari classiche, è vero, ma forse saranno comunque un grande passo in avanti, con una mitigazione dei costi, dei fabbisogni organizzativi, dei malumori sociali.

    Così è per il recupero energetico. Ha ragione Pirani quando critica le rappresentazioni miracolose dell’incenerimento e denuncia lo spreco di risorse economiche del vecchio Cip6. Ma anche qui la storia è un po’ più complessa. Un buon impianto di recupero energetico da rifiuti, può essere competitivo (ambientalmente) anche con un impianto a gas: se in cogenerazione le emissioni aggiuntive, rispetto ad un ciclo a gas, sono nell’ordine di ca. 0- 100 g/kWh in funzione del recupero termico. La generazione di residui solidi da un impianto di recupero energetico può essere minimizzata (a meno del 10% dell’input) recuperando (lo si fa già in Italia) la componente metallica e inerte da scorie e sali sodici. E anche sotto il profilo economico, con la vendita di energia e certificati verdi per la sola quota di energia davvero rinnovabile (quella dalle matrici cellulosiche, in buona sostanza), un buon impianto di incenerimento ha costi forse superiori ma comparabili a quelli di una nuova discarica.

    fonte: greenreport
     
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1 replies since 6/2/2009, 11:10   92 views
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