Rinnovabili, Ue:2 mesi a Italia per riconoscere garanzie origine

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  1. francesco1966
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    POL - Rinnovabili, Ue:2 mesi a Italia per riconoscere garanzie origine

    Rinnovabili, Ue:2 mesi a Italia per riconoscere garanzie origine
    Roma, 19 mar (Velino) - L’Italia ha tempo due mesi per adottare meccanismi per il riconoscimento di alcune garanzie d’origine di altri Stati membri dell’Ue nel settore delle energie rinnovabili. È questo il senso del parere motivato che la Commissione Ue ha inviato all’Italia per violazione della direttiva europea sull’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili che obbliga gli Stati membri a introdurre un sistema di garanzie d’origine e di riconoscere, in linea di massima, quelle degli altri partner. Diverse società, infatti, si sono lamentate del fatto che l’Italia ha negato il riconoscimento delle garanzie d’origine di Francia, Grecia e Slovenia per quanto riguarda l’energia elettrica rinnovabile prodotta nel 2005.

    In Italia vige il sistema dei cosiddetti certificati verdi in base al quale i fornitori di energia elettrica hanno l’obbligo di detenere - per una determinata quota della loro energia elettrica – certificati verdi (a riprova del fatto che l’energia elettrica proviene da fonti energetiche rinnovabili). I fornitori che importano energia elettrica possono essere esonerati da tale obbligo se sono in possesso di garanzie d’origine (prova paneuropea del fatto che l’energia elettrica proviene da fonti energetiche rinnovabili) rilasciate da altri Stati membri. In linea di massima, l’Italia riconosce le garanzie d’origine – conformemente alla direttiva – e le utilizza unitamente ai certificati verdi previsti dalla normativa nazionale.

    Prima dell’entrata in vigore della direttiva, l’Italia riconosceva una serie di certificati (quali ad esempio i certificati del sistema europeo di certificazione dell’energia Recs). A partire dal recepimento della normativa Ue, l’Italia considera invece le garanzie d’origine come gli unici certificati validi per ottenere l’esenzione dall’obbligo di detenere certificati verdi. E poiché in alcuni altri Stati membri si erano verificati dei ritardi e la direttiva non era stata ancora recepita integralmente nelle loro legislazioni nazionali, l’Italia ha deciso che le garanzie d’origine rilasciate nel 2005 per alcuni paesi non potessero essere considerate affidabili. Con questa motivazione le autorità italiane ne avevano quindi rifiutato il riconoscimento. Da qui l’intervento della Commissione che ritiene ingiustificato i rifiuto italiano.
     
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