SIAMO IN PIENA ERA GLACIALE?

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    Inverni freddi e macchie solari,
    possibile una correlazione diretta
    Gli analisti non mettono però in dubbio l'esistenza del riscaldamento globale

    L'inverno appena trascorso è stato freddo, con nevicate abbondanti e temperature a lungo sotto lo zero in gran parte dell'emisfero settentrionale. È fuorviante dire che siamo alla vigilia di una nuova era glaciale ma, secondo alcuni scienziati britannici, il calo delle temperature medie invernali potrebbe collegato alla diminuzione dell'attività solare, come già avvenuto circa 300 anni fa quando, in corrispondenza della diminuzione e in alcuni anni della scomparsa delle macchie solari, iniziò la cosiddetta «piccola era glaciale».
    MINIMO - Gli studiosi dell'Università di Reading ritengono infatti che esista una connessione tra la scarsità di macchie solari e le condizioni atmosferiche. Anche se aggiungono che il fenomeno riguarda solo alcune regioni europee e non altera il trend di riscaldamento globale. I ricercatori, nel loro studio apparso su Environmental Reserarch Letters, si sono avvalsi dei dati registrati dal Cet (Central England Temperature), che risalgono fino all'epoca del Minimo di Maunder, un periodo compreso circa tra il 1645 e il 1715, durante il quale le macchie solari scomparvero quasi del tutto, che coincise con la parte più fredda della piccola era glaciale. In questo lasso di tempo Europa e America settentrionale subirono inverni decisamente freddi e secondo gli scienziati sta accadendo nuovamente qualcosa di simile, anche se le loro stime, sottolineano, riguardano in particolare solo le isole britanniche.

    MACCHIE SOLARI - Il ricercatore a capo dello studio, Mike Lockwood, spiega che l'attività solare nel corso dei millenni ha sempre avuto la tendenza ad aumentare lentamente per un periodo di trecento anni per poi decrescere velocemente nel corso di un secolo. A suo parere la diminuzione di attività attuale è iniziata nel 1985 e al momento siamo a metà strada verso le condizioni del Minimo di Maunder. Le macchie solari sono aree della superficie del Sole che appaiono più scure del resto della nostra stella, a causa di una temperatura minore rispetto a quella circostante. Il numero delle macchie è correlato con l'intensità della radiazione solare. Negli ultimi cinquant'anni sono stati registrati i valori più elevati.

    CORRENTI A GETTO - Secondo i ricercatori inglesi la scarsa attività del Sole causa un «blocco» delle correnti a getto, ovvero i forti venti che soffiano a 7-12 chilometri al di sopra della superficie terrestre. Ogni emisfero ne ha una alle alte latitudini e una meno intensa verso l'equatore. Quando la corrente che riguarda il nostro emisfero viene bloccata, sull'Europa arrivano gelidi venti dall'est. E non a caso scritti risalenti al periodo del Minimo di Maunder testimoniano proprio la presenza di forti venti orientali durante gli inverni più freddi, il che rappresenterebbe una conferma delle conclusioni dello studio inglese. La ragione per la quale il Sole causa l'attenauazione o il blocco di una corrente a getto sarebbe collegata alla quantità di emissioni ultraviolette prodotte dalla stella. I raggi ultravioletti riscaldano la stratosfera, in particolare quella equatoriale che si estende da 20 a 50 chilometri sopra la Terra, dando origine a venti d'alta quota. Altri studi hanno dimostrato che le condizioni di riscaldamento della stratosfera influenzano ciò che avviene nella troposfera, che è lo strato dell'atmosfera nella quale agiscono le correnti a getto.

    RISCALDAMENTO GLOBALE - I ricercatori britannici hanno sottolineato che questo fenomeno riguarda solo piccole aree dell'Europa e non è in grado di indicare un'inversione di tendenza del riscaldamento globale. A dimostrazione di ciò è bene ricordare che l'inverno appena trascorso è stato catalogato dal Cet come il quattordicesimo più freddo degli ultimi 160 anni in Gran Bretagna, ma in realtà viene anche classificato come il quinto più caldo di sempre. Il 1864 fu l'anno con le temperature invernali più rigide, ma l'anno successivo, ancora in una fase di scarsa attività solare, fu registrato il terzo inverno più caldo dei 351 anni di dati del Cet.

    Edited by MetS - 23/11/2013, 00:13
     
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